Agnelli ora deve fare solo due cose: rimediare ai suoi errori richiamando Marotta e Allegri alla Juve
Missione fallita. Please, insert coin! La Juventus è ancora una volta fuori dalla Champions League. L'all-in con Cristiano Ronaldo concretizzatosi tre anni fa non ha dato i risultati sperati. Sono arrivati i titoli (la Juve conquista almeno un trofeo da 10 anni consecutivi e senza CR7 probabilmente gli ultimi due Scudetti non sarebbero arrivati) ma il portoghese era stato preso per un motivo soltanto: riportare la Champions League a Torino per la prima volta dopo il 1996.
Juventus fuori per la terza volta consecutiva con tre avversari forti, non irresistibili, alla portata e con tanto di 'esultanza' al momento del sorteggio. Prima l'Ajax ai quarti, poi il Lione e il Porto agli ottavi. Contro l'Ajax si è parlato della fine di un ciclo, della fine di un certo calcio che ha portato Agnelli a prendere una decisione che in quel momento sembrava giusta: l'allontanamento di Allegri dopo 5 anni di trionfi e di Champions sfiorate. Il tutto nel nome del bel calcio perché in Europa con Allegri non si può vincere. Ma l'inizio della fine è arrivato a settembre del 2018, con l'allontanamento del miglior dirigente italiano attualmente in circolazione: Beppe Marotta. E allora ecco Sarri ma il tecnico di Figline, criticato sin dagli albori per la tuta e per il suo modo di fare, non si è integrato con l'ambiente. Nonostante tutto, è arrivato il 9° Scudetto ma il ko in Champions con il Lione gli è costato il posto.
Allora, nuova rivoluzione con Andrea Pirlo in panchina, giovane e inesperto. Stavolta Agnelli, dopo aver dato retta (si dice) a Paratici e a Nedved per Sarri, ha voluto fare di testa sua scommettendo su Pirlo. La scelta non ha pagato. Salvo miracoli, Pirlo chiuderà la stagione con la Supercoppa e al massimo con la Coppa Italia (per carità, son sempre trofei) ma visti i 31 milioni di euro l'anno versati dalla Juve a Cristiano Ronaldo, si parlerà solo di magra consolazione.
E allora adesso c'è solo una cosa da fare: tornare al punto di ripristino nel 2018, prima dell'addio di Marotta. Agnelli, che ieri, a differenza delle precedenti occasioni contro Ajax e Lione, ha scelto di non presentarsi davanti ai microfoni, dovrebbe chiedere scusa a Beppe Marotta e a Massimiliano Allegri, riportandoli alla Juve. Le rivoluzioni non sempre pagano. E la Juve è finita per essere travolta dalle intenzioni di rivoluzione che sono rimaste tali. Puntare sui giovani è giusto, è il futuro, ma i bianconeri, così facendo, hanno complicato maledettamente il presente e, forse, compromesso anche il futuro prossimo!
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