A tutto Ibrahimovic: "Atalanta in Champions e Milan no, non è normale. Pioli è da grande squadra"

Zlatan Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Zlatan Ibrahimovic è protagonista di una lunga intervista tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere dello Sport. Ecco le parole del gigante svedese.

Ibrahimovic su cos’è il gol:
“Una mia responsabilità. Un dettaglio. Un dettaglio che ti fa vincere le partite. Non una mia esclusiva. Anche quando servo un compagno che segna sento di aver fatto bene il mio mestiere”.

Sull’effetto Ibrahimovic nel Milan degli ultimi dodici mesi:
“Oggi mi sento un leader. Io guido, la squadra mi segue. Dieci anni fa era un altro Milan. Ma anche il Milan che ho trovato nel 2020 era diverso. Sempre una squadra molto giovane. Abbiamo lavorato, ci siamo sacrificati. Ecco i risultati. Non è solo merito mio”.

Sul Milan prima dell’arrivo di Ibrahimovic:
“Non posso giudicare quanto c’era prima di me. Stiamo facendo grandi cose, è vero, com’è vero che non abbiamo vinto un bel niente. C’è la voglia di fare di più”.

Pioli e Ibrahimovic
Pioli e Ibrahimovic / MIGUEL MEDINA/Getty Images

Ibrahimovic sulla PlayStation 5 regalata a tutti i compagni:
“In realtà avevo chiesto: ‘chi la vuole ad un certo prezzo?‘ A quelli che si sono messi in lista, l’ho regalata, agli altri ho detto ‘eh no, troppo tardi‘. Così ho capito con chi avevo a che fare (ride, n.d.r.). Adesso mi danno retta tutti, però”.

Ibrahimovic sull’aver fatto togliere i guanti a Pierre Kalulu:
“E certo. Un giovane che debutta da difensore con i guanti che figura fa? Di sicuro non mette paura all’avversario”.

Ibrahimovic sui difensori:
“Mi sono sempre piaciuti quelli che accettano il duello duro e leale. E ricordiamoci che prima non c’era il Var e Paolo Maldini mi stimolava. Ora dice che all’epoca non ero forte come oggi, ma se ricordo bene non è che vincesse tutti i confronto con me. Mi piace Giorgio Chiellini, un animale che continua a darti la caccia. Quella è la mentalità giusta”.

Ibrahimovic su Gigio Donnarumma:
“È il portiere più forte del mondo. Ma no, a lui non lo dico. Deve continuare ad avere fame. Non è normale che non abbia mai disputato una partita di Champions League”.

Ibrahimovic sull’obiettivo Champions per il Milan:
“È presto. Quanto manca? Tutto il ritorno più due partite. Inoltre, porsi obiettivi è come porsi limiti. Non lo faccio mai. Il secondo è il primo degli ultimi. Voglio cavare il meglio da me e dalla squadra, ogni giorno, allenamenti compresi”.

Ibrahimovic sul Milan che è da tanto fuori dall’élite del calcio europeo:
“Non è normale. Né per la società, né per i tifosi. Con tutto il rispetto, vedo l’Atalanta in Champions ed il Milan no e sono venuto per cambiare questa situazione. Io non so cosa sia accaduto per sette anni. Mi sembra chiaro che se non c’è stabilità nel club non può esserci neppure in campo”.

Ibrahimovic
Ibrahimovic / Alessandro Sabattini/Getty Images

Ibrahimovic sulla discussione con Ivan Gazidis durante il lockdown:
“Tutti a casa, non si faceva niente, poi si tornava, la squadra intera chiedeva certezze, risposte, e non ne riceveva. Sono andato a cercarle. Solo con la conferma di Stefano Pioli la situazione si è chiarita. Eravamo stressati. Ci sentivamo sotto processo prima ancora di fare qualcosa. La fiducia, comunque, non ci ha mai abbandonati. Ma parliamo di presente e di futuro, per favore”.

Ibrahimovic sul suo rapporto con Pioli:
“Lui allena, io gioco. Lui mi chiede di fare certe cose, io eseguo. Ha fiducia in me e mi dà istruzioni che mi piacciono. Un buon bilanciamento dei compiti. Mi trovo bene in campo e fuori. Lo scorso anno era anche lui nella situazione di non sapere se il giorno dopo avrebbe lavorato o no. Un altro avrebbe salutato dicendo ‘grazie, vado dove c’è un domani‘. Lui invece ogni giorno mandava messaggi di rassicurazioni ai calciatori. E ha dimostrato di essere un allenatore da grande squadra”.

Sul prestigio che Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo danno alla Serie A:
"Ciascuno di noi vuole dare tutto per la propria squadra ed essere il migliore. Chi poi lo sia davvero non siamo noi a doverlo giudicare”.

Ibrahimovic sul suo futuro:
“Finché sto bene vado avanti. A giugno scade il mio contratto e ne parliamo. Non volevo intrappolarmi in situazioni senza uscite e neppure intrappolarci il mio club. Per questo all’arrivo ho firmato per sei mesi e poi ho rinnovato. Altri hanno ragionato diversamente, io sono per la libertà di scelta”.

Ibrahimovic sulla possibilità che la sua famiglia venga a vivere a Milano:
“Vediamo, non escludo nulla”.

Ibrahimovic sugli stimoli che gli fanno proseguire la carriera a quasi 40 anni:
“Non ho idea di quante partite ho disputato. Non recitiamo numeri, mi fanno sentire vecchio. La mia sfida, oggi, è far maturare una squadra giovane, situazione diversa da quelle a cui ero abituato. Riuscirci mi dà una gioia addirittura superiore ad una vittoria”.

Ibrahimovic su come ha vissuto l’infezione da Covid-19: “Quando mi hanno annunciato la positività non sapevo davvero che cosa aspettarmi. Leggevo ed ascoltavo di tutto senza capire. Ero chiuso in casa a parlare con i muri, con il tempo che passava lentissimo, aspettando di avvertire i sintomi. Sono arrivati: un giorno mal di testa, un altro dolori alla schiena. Dopo un po’ ho perso il senso del gusto. Febbre mai. Dopo sedici giorni mi hanno detto che mi ero negativizzato. Ho provato ad allenarmi in casa e mi affaticavo subito”.

Ibrahimovic su com’è cambiato il suo carattere negli anni:
“Ho quasi 40 anni. Non mi piace dirlo, ma è la verità. Quando ero giovane, avevo grandi emozioni. Adesso ho grande esperienza. Anche per questo in campo faccio meno cose, ma più utili. Tanti smettono arrivati ai 35. Chi è intelligente può adattarsi e continuare”.

Ibrahimovic sulla sua vita passata:
“Io so chi sono e lo sanno anche le persone che mi stanno accanto. Non mi interessa quello che gli estranei raccontano su di me. Non posso sfuggire alle chiacchiere di chi pensa di conoscermi”.

Ibrahimovic sui suoi trascorsi nella MLS :
“In America ho scoperto di essere un calciatore ancora vivo dopo il mio infortunio. Un anno a Los Angeles solo per capire come stavo. Nel secondo sono tornato ad inseguire obiettivi. Quindi ho pensato: ‘Smetto di giocare o continuo?“. E il mio agente, Mino Raiola: ‘Troppo facile smettere in America, prova a farlo in Europa‘. Ho scelto il Milan perché era la sfida più difficile. Non mi interessava un poker servito, mi attirava l’impossibile”.

Ibrahimovic sul suo futuro: allenatore o dirigente? 
“Mica prendo impegni di questo genere. Quello del tecnico mi sembra un lavoro molto stressante, ma chi lo sa. Oggi mi piace troppo stare in campo”.

Ibrahimovic sul ritorno in Nazionale:
“Se ci penso? Ovvio. Tutto dipende da come sto. Devo portare qualità, non il mio nome”.

Ibrahimovic sul titolo di campione d’inverno con il Milan:
"Non mi interessa arrivare a fine anno e scoprire che sono stato solo campione d’inverno”


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