8 luglio 2020, è il 6° anniversario del "Mineirazo": il dramma del Brasile che superò il "Maracanazo"
Il 2014 per il Brasile intero, era uno degli anni più attesi di sempre. In quell'estate, infatti, si sarebbe tenuto il Mondiale proprio nel Paese carioca. Occasione ghiotta per quella che è sempre stata una delle Nazionali di calcio più vincenti di sempre. Non andrà così e, anzi, si trasformerà in un vero e proprio incubo, forse ancora più grande dell'altro dramma sportivo (il famigerato "Maracanazo") vissuto dal Brasile più di 50 anni prima, quando la Coppa del Mondo (all'epoca Rimet) sfuggì in casa contro l'Uruguay gettando un'intera nazione nello sconforto, causando anche un'ondata di suicidi.
David Luiz, capitano di quella Nazionale (complice la squalifica del titolare della fascia, Thiago Silva) entrata suo malgrado nella storia del calcio, lo disse tempo dopo: "Per sei mesi molti tra noi calciatori si sono nascosti. Alcuni non hanno voluto assumersi le loro responsabilità e neppure condividerle. Per molto tempo ho dovuto sopportare questo peso della sconfitta da solo. Non eravamo pronti o abituati a perdere. Tanto meno a prendere uno, due o tre gol e arrabbiarci. Siamo il Brasile e per tutti è stato un duro colpo". Parole venute dal cuore, un cuore infranto dalle 7 reti che la sua squadra ha subito dalla Germania. Ma riavvolgiamo il nastro a quella serata davvero incredibile.
Martedì 8 luglio 2014, a Belo Horizonte (stadio Mineirão, da lì il termine "Mineirazo"), si gioca la semifinale del 20° campionato del Mondo ospitato proprio dal Paese verdeoro tra il Brasile padrone di casa e la Germania. A trascinare fin lì la Nazionale guidata da Felipe Scolari è di sicuro Neymar. Ma l'attaccante non giocherà quella semifinale a causa dell'infortunio subito negli ottavi per una ginocchiata del colombiano Zuniga, che gli frattura due vertebre: probabilmente un segno premonitore di come sarebbe andata a finire. I verdeoro, in un Mineiro gremito in ogni ordine di posto e pieno di brasiliani festanti e fiduciosi di raggiungere, scendono in campo con questa formazione:
Brasile (4-2-3-1): Julio Cesar, Maicon, David Luiz, Dante, Marcelo, Fernandinho, Luiz Gustavo, Bernard, Hulk, Oscar, Fred.
Fa strano dirlo dopo anni e conoscendo il risultato, ma a partire meglio fu il Brasile. Nonostante l'aggressività carioca, però, in vantaggio ci va la Germania all'11° del primo tempo con Müller. L'inaspettato gol subito getta nel panico la Seleçao, che subisce addirittura 4 reti nel giro di sei minuti, dal 23' al 29', con Klose, la doppietta di Kroos e il timbro di Khedira. Il primo tempo si chiude sull'incredibile 0-5 per la Germania.
I neo entrati Oscar e Paulinho si rendono subito pericolosi nella ripresa, ma Neuer sbarra la strada agli attacchi brasiliani. La Germania amministra, per poi prende il largo grazie all'ingresso di Schürrle che realizza la seconda doppietta della gara (al 69' e al 79'), portando il risultato sullo 0-7. Tutto lo stadio subissa di fischi quelli che fino a novanta minuti prima erano i loro beniamini, accompagnando la melina tedesca con gli "olè" di (auto) scherno.
E' la prima volta nella storia che il Brasile subisce 7 reti. La stampa carioca, come quella del resto del mondo, lo urla: "E' un disastro". Una sconfitta di proporzioni bibliche che supererà nell'immaginario collettivo il "Maracanazo" del 1950. Dall'8 luglio 2014, c'è da giurarlo, il Brasile non è più tornato quella squadra che faceva tremare tutti solo a leggere la formazione. Merito, o meglio, colpa, del "Mineirazo".
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