Coronavirus, sospensione stipendi: la Serie A cerca un fronte comune a livello europeo
La Serie A, così come gli altri campionati europei, è ferma (e chissà per quanto) a causa del dilagare della pandemia Coronavirus, che al momento appare tristemente inarrestabile. Un'emergenza che ha fermato tutte le società, costrette a sospendere gli allenamenti a data da destinarsi e veder crollare gli introiti.
Oltre a quelli dai diritti tv, che probabilmente verranno rinegoziati al ribasso da Sky e Dazn, molte squadre hanno dovuto fare i conti con la chiusura dei botteghini, loro principale fonte di sostentamento. Ma nonostante un pallone che non rotola gli stipendi vanno avanti. Ed ecco l'altra Spada di Damocle sulla "testa" dei club italiani, ed ora anche europei. Le società, infatti, vogliono sospendere il pagamento degli stipendi di marzo, che è diventato in pratica un mese bianco: niente partite, niente allenamenti, niente incassi.
A sostenere questa idea, in prima linea, i grandi club: pieni di campioni con ingaggi da capogiro. E insieme alla Serie A sono proprio queste società che stanno cercando di formare un fronte comune a livello europeo per fermare gli stipendi: il taglio alle mensilità di marzo, aprile e maggio potrebbe aggirarsi intorno al 25-30%. Ma le resistenze delle varie associazioni di calciatori sono già scattate. La linea di quella italiana, l'AIC, è quella di attendere prima una valutazione dei danni causati dal coronavirus, per stabilire poi la misura in cui i calciatori potranno/dovranno contribuire.
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