Ricavi ok e piano stadio: il Cagliari vuole conquistare anche la Cina
Il Cagliari è una delle rivelazioni di questo avvio di stagione. Quinto posto in classifica con quattordici punti all'attivo in otto giornate e un'ambizione europea che sta assumendo contorni più che reali.
Tutto è partito dalla cessione di Nicolò Barella all'Inter, che ha permesso al club sardo di reinvestire un cospicuo tesoretto per Naithan Nandez, Marko Rog, Giovanni Simeone, Radja Nainggolan e Robin Olsen. Ingaggi che hanno indubbiamente aumentato la qualità della rosa.
Un rischio calcolato che potrebbe portare presto numerosi vantaggi al presidente Tommaso Giulini, insediatosi nel giugno 2014. Gli indicatori economico-finanziari parlano di crescita organica della società e di gestione contabile equilibrata. Senza considerare il nuovo stadio da 30mila posti, che aprirebbe prospettive inedite entro tre anni.
Come rivelato dalla Gazzetta dello Sport, al netto delle plusvalenze il fatturato è passato dai 42 milioni della stagione 2013/14 ai 73 milioni della stagione 2018/19, con ricavi utili da stadio di 5 milioni e dal settore commerciale di19 milioni.
La valorizzazione del brand è il veicolo per ampliare i propri orizzonti. Il Cagliari vuole infatti conquistare la Cina dopo l'avvio della collaborazione con la provincia di Xiapu. L'obiettivo è quello di fondare un'Academy dove i top club mondiali non hanno ancora messo le proprie mani.
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