Del Piero: "Agnelli? Mi sono chiarito ma per me non c'è posto. Juve meno forte. Bonucci e Sarri..."

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a / Image by Patrick Ucciardo
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fbl-FIFA-ALL-STAR-LEGENDS / FABRICE COFFRINI/GettyImages

Alessandro Del Piero, ex bandiera della Juventus, ha parlato in esclusiva a "La Gazzetta dello Sport" della sua nuova vita ma anche del suo passato. Queste le parole di Alex sulla sua vita in America, sul Var e su Maurizio Sarri, allenatore del Napoli: “Conclusa l’esperienza con la Juve 5 anni fa cercavo esperienze nuove, che mi potessero dare qualcosa anche per il dopo calcio. Così sono arrivate l’Australia e l’India. E la decisione di trasferirsi a Los Angeles, dove ormai vivo da tre anni e qualche mese. In California io e la mia famiglia stiamo benissimo, L.A. è davvero l’ideale per far crescere i figli (ne ha 3, Tobias, Dorotea e Sasha), che sono la cosa più importante che ho. Poi da qui posso seguire la mia Academy per giovani calciatori e ho in cantiere altri progetti. Var? Sono assolutamente favorevole, ma deve essere chiaro quando può essere utilizzata e quando no. Serve un protocollo chiaro, altrimenti poi si torna alle solite polemiche. Sarri? Sarebbe piaciuto anche a me averlo come allenatore. Magari con la conoscenza del calcio che ho adesso, molto più profonda e matura di quando avevo 20 anni. Io allenatore? Chissà, magari un giorno".

2016 Ryder Cup - Celebrity Matches
2016 Ryder Cup - Celebrity Matches / Streeter Lecka/GettyImages

Queste le parole di Alex sul suo cammino alla Juventus e anche sull'avvenuto chiarimento con Agnelli: "E’ stato un percorso meraviglioso, ho amato e amo questa maglia come una parte di me. Il debutto, il primo scudetto, la Champions all’Olimpico... Non potrei scegliere un solo momento. E dire che dopo il primo anno stavo per andare al Parma. Non conosco nemmeno tutti i dettagli di quella trattativa, so solo che a un certo punto Marcello Lippi disse che il ragazzino come quarta punta gli andava benissimo. La Serie B? L’intero 2006 è stato un anno folle, pazzesco. Ci siamo ritrovati da campioni del mondo a retrocessi in B senza sapere perché. Basta vedere il tabellino della finale del Mondiale 2006 per capire che cos’era quella Juve che sparì nello spazio di un’estate. Tutto passò sopra la mia testa, senza che io potessi fare nulla. Ma non esitai neppure un secondo a rimanere quando la società mi chiese che cosa volevo fare. Ero il capitano di una squadra che sentivo dentro di me e con cui avevo vinto tutto. Ho sentito il dovere di dare l’esempio e accelerare la ricostruzione. Il cerchio si è chiuso nel 2012: 6 anni dopo quel terremoto la Juve era tornata a vincere lo scudetto. E io potevo chiudere con un certo tipo di calcio con un ultimo e inaspettato titolo. Io fuori dalla Juventus? La vita è fatta anche di momenti e la Juventus di oggi ha una struttura molto chiara e composta da dirigenti davvero in gamba. Ho avuto modo di incontrare Andrea Agnelli, abbiamo chiarito delle cose e oggi posso dire serenamente che non c’è nulla in sospeso tra noi".


72nd Open d'Italia - Previews
72nd Open d'Italia - Previews / Andrew Redington/GettyImages

Chiosa finale sull'addio di Bonucci, sulla lotta Scudetto e sul numero 10: “Bonucci? Il calcio a volte è fatto di meccanismi complessi. Ricordo Leo quando arrivò a Torino, in questi anni ha fatto dei progressi giganteschi. Inoltre parliamo di un leader e un professionista scrupoloso. Giocare nella Juve lo ha reso migliore, e lui ha reso migliore la Juve. La società in questi anni ha sempre fatto dei cambiamenti, ma una fortezza come la BBC non era stata toccata e non c’è dubbio che ci sia stata una grave perdita. Anche perché cambiare giocatori dietro non è come farlo in attacco, ci sono dei movimenti e delle situazioni che necessitano di tempo per essere perfezionate. Il Napoli dovrà essere bravo ad approfittare del periodo necessario a oliare nuovamente certi meccanismi. Per questo vedo una Juve più vulnerabile rispetto agli altri anni. Io la vedo sempre come la favorita numero uno, ma con meno margine. E questo Napoli è assolutamente da scudetto Rugani? Difficile dirlo senza vederlo allenarsi tutti i giorni. I giocatori vanno valutati in partita e nella quotidianità. I giovani di qualità come lui alla Juve devono fare un certo percorso, non si diventa titolari dall’oggi al domani. Alla Juve, appena arrivati, hanno fatto panchina sia Morata che Dybala. Bentancur? Allegri in questo è una garanzia assoluta, ha occhio sui giocatori. Non è da lui spendersi così in parole per un giocatore, lo aveva fatto per Pjaca, che purtroppo si è infortunato, e proprio per Bentancur. E’ evidente che rispetto a un normale ventenne veda Bentancur molto più pronto. Numero 10? Il 10 mica era una mia proprietà: prima di me l’ha indossato gente come Robi Baggio, Sivori e Platini. E ora c’è un fuoriclasse che ha tutto per restare alla Juve a vita, se anche lui lo vorrà. In questo inizio di stagione sta alzando l’asticella sempre più in alto, fa cose entusiasmanti. Non è solo un discorso di gol, parlo di come è in grado di determinare le partite quando si accende. E ha doti morali non comuni. Gli auguro di trovare a Torino quello che ho avuto io, perché nessuno come lui può entrare nel cuore dei tifosi".