28 maggio 2020, tre anni dall'addio di Totti al calcio e alla Roma: una giornata per cuori forti
28 maggio 2017. Sono passati esattamente tre anni da una data che i tifosi della Roma difficilmente potranno dimenticare. Una data che coincide con l'addio di Francesco Totti al calcio e alla squadra di cui è prima stato tifoso, poi talentuoso giovane in rampa di lancio, fino a diventarne capitano, uomo simbolo e recordman assoluto. E quel pomeriggio di fine maggio le coronarie delle 73mila anime presenti all'Olimpico furono davvero messe a dura prova: sia dalla gara che dal post.
Alle 18:00, infatti, si giocava Roma-Genoa. Ultima giornata, una partita fondamentale per permettere ai giallorossi dell'allora tecnico Luciano Spalletti di agganciare il secondo posto Champions dopo un duro testa a testa con il Napoli. Per un curioso incrocio del destino i campani giocavano proprio a Genoa, contro la Sampdoria. Pronti via, i rossoblù vanno in vantaggio con il giovane Pellegri (al primo gol in A) e subito si affacciano i soliti fantasmi. Al 10' il pari di Edin Dzeko, che poi chiude il primo tempo sull'1-1, un risultato che non basta vista la facile vittoria del Napoli in casa della Samp. Nella ripresa, al 9', l'Olimpico ribolle come un immenso pentolone: Francesco Totti è pronto ad entrare in campo. Fuori Salah, alla sua ultima in giallorosso, dentro il capitano, con lo stesso destino dell'egiziano. Comincia l'incredibile altalena: sembra tutto perfetto quando De Rossi al 74' porta in vantaggio la Roma, ma dopo soli 5' Lazovic gela l'Olimpico firmando il 2-2. Il passo falso contro una squadra che non ha più nulla da chiedere al campionato, un classico per chi tifa Roma.
Comincia un assalto all'arma bianca in cui i giallorossi rischiano addirittura di capitolare dopo un contropiede rossoblù che ha fatto trattenere il fiato a tutti i tifosi. Sembra finita, ma al 90' ecco la palla dell'Ave Maria in area lanciata da Nainggolan, sponda di testa di Dzeko e palla a Perotti che esplode un mancino che scuote la rete: 3-2, l'Olimpico esplode, la Roma è in Champions League. Una gioia fortissima, ma in qualche modo mesta, perchè farà da contraltare allo psicodramma collettivo che arriverà da lì a qualche minuto. Triplice fischio dell'arbitro Tagliavento, ma la festa per l'obiettivo centrato dura lo spazio di un nanosecondo. Arriva come un macigno la consapevolezza che quella è stata l'ultima volta in cui i tifosi della Roma avrebbero visto Francesco Totti in campo con la maglia giallorossa.
Quella che dovrebbe essere una festa di saluto per uno dei giocatori più forti, probabilmente il più forte della storia della Roma, diventa ben presto un turbinio di emozioni che squarcia l'aria. Un conglomerato di emozioni - e chi ve lo scrive può testimoniarlo visto che era allo stadio quel pomeriggio di maggio e ha pianto e visto piangere ogni essere vivente presente - mai visto prima. Piangono i tifosi, piange Totti durante il giro di campo, piangono i compagni. Il capitano completa il suo giro di campo fino ad arrivare sotto la Curva Sud. E il cuore pulsante del tifo giallorosso, nel pre-gara, con una meravigliosa coreografia aveva già messo le cose in chiaro: "Totti è la Roma".
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