18 anni senza il Capitano: il 6 novembre 2002 l'Italia piange Gianluca Signorini
Sono trascorsi esattamente 18 anni dalla scomparsa di Gianluca Signorini, storico capitano del Genoa e tra i liberi più forti d'Italia. La sua storia, in campo e fuori, ha segnato un'epoca: tuttora viene ricordata in maniera simbolica da coloro i quali soffrono e cercano la forza per lottare contro la malattia. Quella malattia, la Sclerosi laterale ameotrofica (SLA), che lo ha allontanato da tutti noi il 6 novembre 2002 all'età di 42 anni.
La gavetta e il trasferimento al Parma di Sacchi
Viso angelico, leadership e ottime qualità. Sono queste le caratteristiche che colpiscono Arrigo Sacchi, allora allenatore del Parma, che lo arruola in gialloblù dopo l'ottima stagione disputata con la maglia della Cavese. Al termine della stagione 1985/86 aiuta i ducali a ottenere la promozione in Serie B e l'anno seguente a sfiorare la Serie A. Dell'annata 1986/87 si ricorda la storica vittoria in Coppa Italia contro il Milan.
Il salto nella Roma di Liedholm
Il salto di qualità non tarda ad arrivare. Signorini approda alla Roma per un miliardo e 600 milioni di lire, esordendo in Serie A a 27 anni e conquistando un terzo posto di assoluto prestigio nel campionato 1987/88, ma a un anno dal suo avvento nella Capitale viene cacciato dalla tifoseria romanista a fronte di qualche errore e della presunta lentezza mostrata in campo.
L'amore per il Genoa
Viene così ceduto al Genoa, in Serie B. Il Professore Franco Scoglio convince il presidente Aldo Spinelli a comprare il difensore con poche ed efficaci parole: "Presidente, prenda Signorini e facciamo 50 punti". Neanche a dirlo, i rossoblù vincono il campionato con la bellezza di 51 punti (la vittoria vale 2 punti). Il Genoa si conferma in Serie A anche l'anno seguente con una straordinaria salvezza e, nella stagione 1990/91, costruisce le fondamenta di una squadra (guidata da Osvaldo Bagnoli e composta da Fulvio Collovati, Pato Aguilera, Thomas Skuhravy) che si piazza al quarto posto e accede alla Coppa UEFA, battendo il Liverpool ad Anfield e arrendendosi in semifinale all'Ajax di Louis van Gaal. La parentesi al Genoa si conclude dopo 7 e una retrocessione in Serie B alla fine del campionato 1994/95, per un totale di 234 presenze in rossoblù.
Il ritorno al Pisa
Signorini attua così una scelta di cuore, tornando al Pisa e ripartendo dai Dilettanti. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, nel 1998 sveste i panni di direttore sportivo del club per accettare l'incarico di vice-allenatore. Nel 1999 lascia il Pisa e diviene responsabile del settore giovanile del Livorno, iscrivendosi inoltre al corso per il conseguimento del patentino da tecnico professionista presso il centro sportivo di Coverciano.
La malattia e il tributo del Ferraris
Lo sgambetto di una sorte cieca e spregevole attende Signorini. L'ex calciatore scopre di essere malato: il morbo di Lou Gehrig lo accompagna biecamente alla paralisi dei muscoli e alla morte. Durante il lungo calvario, nonostante sia costretto a vivere su una sedia a rotelle e a comunicare attraverso l'ausilio di un macchinario, Gianluca non perde mai la speranza. Sostenuto dalla famiglia e da tutti i tifosi d'Italia, specialmente quei 30mila del Genoa che nel maggio 2001 gli dedicano un tributo emozionante sul prato dello stadio Ferraris di Genova.
Il grido della Gradinata Nord ammutolisce per un attimo il brutto male che sta lentamente stringendo Signorini, come un animale che inibisce la propria preda fino a quando esala l'ultimo respiro. Ma in quel preciso istante, Gianluca si sente vivo. E il suo ricordo, ora, fa sentire vivi noi.
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