17 giugno 1970: Italia-Germania 4-3, la "Partita del Secolo"
"La staffetta (con Mazzola, ndr) era una scelta politica, non calcistica. Quanto al Pallone d’oro, l’ho vinto perché avevo accanto gente come Trapattoni, Lodetti, Sormani, Prati. Germania? Una delle squadre forti di quel Mondiale e ci capitò tra i piedi. Qualcuno di loro era di molto superiore alla media, ma, siccome non erano tempi di rivoluzioni tattiche, i tedeschi giocavano sempre da tedeschi, e gli italiani da italiani". Parola di Gianni Rivera, l'autore del gol decisivo in Italia-Germania. Sì, ma quale Italia-Germania, vi starete chiedendo (in pochi). Beh, non può non essere che il 4-3 del Mondiale 1970 in Messico, per quella che è entrata nella leggenda come "La partita del secolo".
Tutti conoscono, chi più e chi meno, la storia della gara che andò in scena allo stadio Azteca di Città del Messico cinquanta anni fa, il 17 giugno 1970. Semifinale Mondiale in cui gli azzurri allenati da Ferruccio Valcareggi guadagnarono la finale dopo una lotta all'ultimo sangue con i tedeschi risolta solo dopo quasi 120' che definire epici sarebbe riduttivo. "Solo" una gara di calcio, che negli anni ispirò libri, film e spettacoli teatrali, ma soprattutto ebbe il merito di unire un popolo intero, quello italiano, che riscoprì l'orgoglio nazionale a migliaia di kilometri di distanza.
Prima di tutto i 22 in campo. Italia: Albertosi, Burgnich, Facchetti, Cera, Rosato, Bertini, Mazzola (Rivera dal 46'), De Sisti, Domenghini, Boninsegna, Riva. Allenatore Valcareggi. Germania: Maier, Vogts, Patzke, Schulz, Schnellinger, Beckenbauer, Overath, Grabowski, Seeler, Müller, Löhr. Allenatore Schön. Questi i nomi della gara che ha travalicato la semplice narrativa sportiva ed è entrata di diritto nell'immaginario collettivo del calcio, con tifosi di tutto il mondo incollati alla tv fino a tarda notte, nonchè il detonatore della rivalità tra i due Paesi.
Una gara che per l'Italia si mette subito nel verso giusto grazie al gol del vantaggio siglato da Boninsegna all'8° del primo tempo. Da lì in poi una sequela di colpi proibiti, da ambo le parti. Ma di certo nessuno ha la benchè minima intenzione di mollare la presa. E infatti al 90' arriva la doccia fredda per gli azzurri, dopo il pari di Schnellinger. Si va ai supplementari, fiaccati dal gol tedesco. E Gerd Muller, dopo soli 4', sigla il sorpasso. E' finita? Figuriamoci. Burgnich, segna il nuovo 2-2, prima che Riva al 104' realizzi il clamoroso 3-2. Stavolta sembra finita per la Germania. Passano soli sei minuti e Muller pareggia di nuovo, è 3-3. Tutti stravolti dalla fatica e dalla tensione, magari meglio arrivare ai calci di rigore.
Ma l'Italia non ha solo intenzione di provare a vincere, è proprio convinta di riuscirci. E al 111', l'azione che è diventata il manifesto di quella partita straordinaria. Undici tocchi per gli azzurri, con la Germania che non tocca palla. Domenghini crossa al centro dalla sinistra, Rivera fulmina Maier con un rasoterra chirurgico che fa esplodere la gioia sua, dei compagni e di una nazione intera. La finale poi la perderemo con il Brasile di Pelè, ma quella sensazione è rimasta immortalata per l'eternità in quella targa che recita: "Lo stadio Azteca rende omaggio alle Nazionali di Italia (4) e Germania (3), protagoniste, nel campionato mondiale del 1970, della “Partita del Secolo”. 17 giugno 1970"
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