10 talenti mai esplosi nel mondo del calcio

Freddy Adu (R), a 14-year-old soccer pro
Freddy Adu (R), a 14-year-old soccer pro / STAN HONDA/Getty Images
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Ci sono giocatori che stupiscono le platee con giocate, gol e assist, che, grazie al loro incredibile talento, vincono innumerevoli trofei di squadra e premi personali. Altri, semplicemente, avrebbero potuto, ma non l'hanno fatto. E' il caso dei talenti mai esplosi. La storia del calcio ne è piena. Suggeriti dalla Gazzetta dello Sport, andiamo a vederne 10.


1. Breno

Inter Milan v FC Bayern Muenchen - UEFA Champions League
Inter Milan v FC Bayern Muenchen - UEFA Champions League / Valerio Pennicino/Getty Images

Partiamo da un difensore. Tale Breno Vinicius Rodrigues Borges, più semplicemente Breno, debutta a 18 anni nel campionato brasiliano con la maglia del San Paolo. Si prende immediatamente il posto da titolare fisso e, a fine anno, la rivista tedesca Kicker lo elegge miglior difensore del campionato carioca. Su di lui, dunque, si fionda il Real Madrid che, però, si tira indietro all'ultimo a causa di dubbi sulla reale età del giocatore. Ne approfitta il Bayern Monaco che lo porta in Baviera con la benedizione della stampa che rivede in lui le caratteristiche di Lucio. Nel 2010, addirittura, Don Balon lo inserisce tra i migliori talenti nati dopo il 1989. Dopo un breve prestito al Norimberga, inoltre, torna al Bayern dove diventa titolare, giocando, tuttavia, poche partite per via degli infortuni. Proprio a causa del fisico, i bavaresi decidono di cederlo. Lotito drizza le antenne e pregusta il colpaccio. Peccato che l'affare salti per questioni incredibili. Breno, infatti, in preda ai fumi dell'alcol, aveva dato fuoco alla sua villa e, di conseguenza, con l'accusa di incendio doloso, viene portato in carcere, dove sconterà due anni prima di tornare a giocare in Brasile, dove, ora, indossa la maglia del Vasco da Gama.


2. Ivan de la Pena

Ivan de la Pena
Ivan de la Pena / Ben Radford/Getty Images

Stagione 1996/1997, il Barcellona allestisce una squadra con pochi eguali al mondo. Ronaldo, Luis Figo, Stoichkov, Guardiola. A brillare di più, però, in quella squadra, in quella stagione, è la stella di Ivan de la Pena, prodotto della cantera del Barça. Inserito al fianco di Pep proprio all'inizio di quella annata, il centrocampista spagnolo trascina i blaugrana con le sue giocate. E' il nuovo fuoriclasse del centrocampo del Barcellona. Passa un anno e, a causa dell'arrivo in panchina di van Gaal, è costretto a lasciare la Catalogna. Parte la corsa all'ora tra i migliori club al mondo e, ad aggiudicarselo è la Lazio che spende la modica cifra di 30 miliardi per il cartellino e 6 per lo stipendio. Solo Ronaldo e Maradona avevano guadagnato di più. All'esordio brilla, ma, poi, si spegne in fretta, guadagnandosi l'etichetta di flop assoluto. Poteva essere uno dei registi migliori al mondo, invece chiuse la carriera all'Espanyol.


3. Lewis Holtby

Schalke's midfielder Lewis Holtby runs w
Schalke's midfielder Lewis Holtby runs w / PATRIK STOLLARZ/Getty Images

Continuiamo con un altro centrocampista. Lewis Holtby, giovanissimo, entra nelle giovanili del Borussia Monchengladbach, ma, poi, viene scartato e, così, inizia la sua carriera da professionista in Zweite Bundesliga con la maglia dell'Alemannia Aquisgrana. Lo Schalke lo nota e lo acquista per pochi milioni, mandandolo in prestito al Bochum e al Mainz. Tornato a Gelsenkirchen, nel 2011, gli vengono dati la maglia numero 10 e le chiavi del centrocampo. Holtby stupisce tutti, diventando uno dei migliori trequartisti del campionato e, a fine contratto, sono tante le big che lo cercano. Tra queste Inter e Liverpool, ma finisce al Tottenham. In Inghilterra fallisce anche per motivi extra campo. Torna, così, in Germania. L'anno scorso, però, ha deciso di ritentare l'esperienza in Gran Bretagna. Con il Blackburn, in Championship (la B inglese).


4. Aljaksandr Hleb

AC Milan v Arsenal - UEFA Champions League Round of 16 2nd Leg
AC Milan v Arsenal - UEFA Champions League Round of 16 2nd Leg / Etsuo Hara/Getty Images

A mani basse, il miglior giocatore mai avuto dalla Bielorussia. Dopo aver incantato con la casacca del Bate Borisov, passa allo Stoccarda, dove, nel giro di 5 anni, si consacra, diventando uno dei migliori giocatori della Bundesliga. L'Arsenal batte, così, la concorrenza e lo porta in Inghilterra. L'inizio dell'avventura non è semplice, Wenger lo prova in varie posizioni della mediana. Poi trova la quadra, mettendolo dietro le punte. In quella posizione torna a giocare ad altissimi livelli, grazie alla sua tecnica sopraffina. Non a caso lo chiede Pep Guardiola nel suo primo anno al Barcellona, peccato che, anche per via della sua testa calda, non dà un grande contributo alla squadra che vince il Triplete. Nell'estate 2009 allora Pep lo fa fuori. L'Inter lo chiede nella trattativa per portare Ibrahimovic in blaugrana. Il presidente Laporta accetta, ma lui, incredibilmente, rifiuta. Sarà una benedizione per l'Inter che virerà su Sneijder. Hleb preferisce tornare allo Stoccarda, ma lì inizierà la sua parabola discendente. Chissà, se avesse avuto un'altra testa, staremmo parlando di eroe del Triplete nerazzurro.


5. Ravel Morrison

Manchester United v Chelsea - FA Youth Cup Semi Final 2nd Leg
Manchester United v Chelsea - FA Youth Cup Semi Final 2nd Leg / Michael Regan/Getty Images

Mezzala, trequartista, ala. Nelle giovanili del Manchester United, gli allenatori mettono Ravel Morrison in qualunque posizione. Sanno che è un potenziale fuoriclasse. Ovunque lo mettessero, infatti, lui partiva palla al piede, dribblava tutti i giocatori che si trovava di fronte e segnava. Ferguson e Rio Ferdinand, addirittura, dichiarano di non aver mai visto un talento come lui. Lui, però, ha un difetto: il carattere. Tra risse, denunce e brutte amicizie finisce a girovagare per l'Inghilterra, fallendo ogni singola volta. Ci prova la Lazio, ma anche lì dura ben poco. Adesso si ipotizza di un suo ritiro. Pensare che Lingard ha detto: "Era più forte di me e Pogba".


6. Jesè Rodriguez

Paris Saint-Germain v Real Madrid - UEFA Champions League
Paris Saint-Germain v Real Madrid - UEFA Champions League / Jean Catuffe/Getty Images

Uno dei più recenti. Nelle giovanili del Real Madrid, Jesè Rodriguez emerge come il miglior talento. Veloce, tecnico, freddo sotto porta. Ha tutto. In poco tempo, entra nelle gerarchie della prima squadra che vince 2 Champions League, un campionato spagnolo, una Supercoppa UEFA e un mondiale per club. Nel 2016, così, il Paris Saint Germain investe 25 milioni di euro per portarselo a casa. La stampa spagnola storce il naso, il Real si è fatto sfuggire uno dei migliori talenti spagnoli in circolazione. No, non proprio. In Francia, infatti, finisce eclissato da altri big, perde fiducia e minuti. Dopo un solo anno, inizia una girandola di prestiti senza fine, in cui non si vede nemmeno l'ombra del giocatore che poteva essere. Tutti lo rimandano indietro. Tutti lo fanno con mesi anticipatamente.


7. Freddy Adu

United States U21 vs  Haiti U23 - October 11, 2006
United States U21 vs Haiti U23 - October 11, 2006 / T. Quinn/Getty Images

A 10 anni, sfiora l'Inter. A 13, la Nike gli fa firmare un contratto da un milione di dollari. A 14, la MLS gli fa firmare un contratto da professionista da 500 mila dollari. Perchè da professionista? Perchè Freddy Adu, a soli 14 anni, debutta tra i grandi. A 16 arriva l'esordio in nazionale americana. La stampa internazionale è sicura: è il nuovo Pelè. Un paragone molto pesante, ma il giovane, in effetti, mette in mostra qualità fuori dall'ordinario. In patria. Sì, perchè nel 2007 passa al Benfica e lì, a 18 anni, non mostra nemmeno l'1% del suo talento. Gira per tutta l'Europa, finisce addirittura in Grecia, ma nulla. Il Benfica si arrende, lui pure. Gioca in squadre di infimo piano e, adesso, a 31 anni non si sa se abbia intenzione di giocare ancora. E' svincolato da due anni.


8. Dominic Adiyiah

Uruguay v Ghana: 2010 FIFA World Cup - Quarter Finals
Uruguay v Ghana: 2010 FIFA World Cup - Quarter Finals / Cameron Spencer/Getty Images

Mondiale under 20 del 2009, a vincere la competizione, a sorpresa, è il Ghana. Quella squadra stupisce guidata da un talento su tutti, Dominic Adiyiah, che viene, infatti, premiato con il premio di miglior giocatore del torneo. Le big europee si mettono subito sulle sue tracce, ma è il Milan a bruciare tutti con un'offerta di un milione e mezzo. In rossonero non debutta mai, gioca solo in Primavera. Viene prestato alla Reggina, 13 presenze e un solo gol. Comincia, così, a girare. Serbia, Turchia, Ucraina, Kazakistan. Ora la Thailandia. Pensare che il premio di miglior giocatore del Sub 20 l'hanno vinto giocatori come Messi, Aguero e Pogba.


9. Florent Sinama-Pongolle

Deportivo Saprissa v Liverpool - FIFA Club World Championship Toyota Cup Semi Final
Deportivo Saprissa v Liverpool - FIFA Club World Championship Toyota Cup Semi Final / Etsuo Hara/Getty Images

Di nuovo. Mondiale under 17 del 2001, la Francia si aggiudica il torneo. Protagonista la punta di quella squadra, Sinama-Pongolle, attaccante delle giovanili del Saint Pierroise, squadra dell'Isola della Riunione. Nel 2001, a 17 anni, passa in prestito biennale al Le Havre dove continua a stupire e, così, a 19, viene acquistato dal Liverpool. 38 presenze e appena 4 gol. Una stagione da dimenticare. La prima di tante. Fallisce anche a Valencia, Atletico Madrid e Sporting Lisbona, tra le altre. Eppure Don Balon l'aveva inserito tra i migliori talenti. Indovinate dove gioca adesso. Esatto, in Thailandia.


10. Federico Macheda

Sunderland v Manchester United - Premier League
Sunderland v Manchester United - Premier League / Alex Livesey/Getty Images

Lo stesso anno in cui Sinama Pongolle conquistava le prime pagine dei giornali, 2001, Federico Macheda entrava nelle giovanili della Lazio. Lì, però, ci rimarrà solo fino ai 16 anni. Il bomber della cantera biancoceleste, infatti, conquista gli osservatori del Manchester United che, così, lo porta in Inghilterra, scatenando una baruffa. Scende in campo, addirittura, Lotito. Macheda, però, resta allo United. Nemmeno un anno dopo il suo passaggio in Gran Bretagna, Ferguson lo manda in campo al fianco di Rooney, Giggs e Cristiano Ronaldo. Pochi minuti e segna. Settimana successiva, si ripete. Sembra l'inizio di una carriera scintillante. Già ci si immagina Macheda punta del Manchester United del presente e del futuro, magari della Nazionale. Il fiuto e la freddezza, d'altra parte, sono da grande bomber. Passa in prestito alla Sampdoria per consacrarsi, ma proprio in patria si blocca. Dall'esperienza blucerchiata in poi, infatti, segnerà sempre poco. Ora gioca al Panathinaikos.


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