Pioli vara il 3-4-1-2 per la Fiorentina: i lati che intrigano e le criticità

Prospettive viola con l'assetto su cui lavora Pioli, tra stimoli e aspetti problematici
Grosseto v ACF Fiorentina - Pre-season Friendly
Grosseto v ACF Fiorentina - Pre-season Friendly / Gabriele Maltinti/GettyImages
facebooktwitterreddit

Nel momento della firma con la Fiorentina, in realtà non appena il nome di Stefano Pioli ha iniziato a circolare con insistenza per la panchina viola, l'ipotesi più percorsa (persino scontata) prevedeva una rivoluzione tattica che avrebbe condotto - anche attraverso le mosse di mercato - ad abbandonare il 3-5-2 utilizzato da Palladino per spostarsi sul 4-2-3-1 e sul 4-3-3, moduli che hanno caratterizzato la carriera dello stesso Pioli. Niente di più distante da quanto accaduto, con la scelta di mantenere l'assetto a tre dietro e di affidarsi a un 3-4-1-2.

Gli esterni e la coppia Dzeko-Kean

Un aspetto che avrà senz'altro guidato le valutazioni dell'ex Milan, al momento del suo ritorno a Firenze, riguarda la rosa a disposizione e l'idea che questa si adatti effettivamente a un contesto di difesa a tre e con due esterni a tutto campo. Anche oggi, nella fase finale del precampionato, si può notare come intrighi l'idea di sfruttare Dodò e Gosens nel ruolo che più di altri riesce a valorizzarli in entrambe le fasi, in un contesto tattico ideale. In un 4-2-3-1, come terzini, sarebbero apparsi entrambi eccessivamente sacrificati e chiamati a perdere efficacia in fase di spinta, in entrambi i casi un marchio di fabbrica (in un caso con dribbling e rapidità, nell'altro con inserimenti pericolosi e atletismo).

Fabiano Parisi, Moise Kean, Domilson Cordeiro dos Santos known as Dodo
Kean e Dodò / Gabriele Maltinti/GettyImages

Un altro aspetto interessante, che sta emergendo proprio grazie al precampionato svolto dai viola, riguarda quello che sarà il leader della retroguardia che avrà Comuzzo e Ranieri come braccetti: sarà Pongracic a guidare il reparto, il croato sarà impiegato al centro e non dove attualmente gioca Comuzzo, con la possibilità di svolgere anche un lavoro cruciale in fase di impostazione. La questione che intriga maggiormente è però legata all'attacco e alla coppia Dzeko-Kean, una coppia di prime punte che trae forza dalla complementarità dei due: da un lato il bosniaco, in grado di lavorare spalle alla porta, di far valere visione di gioco da "regista" e di allargarsi quando serve, dall'altro un Kean chiamato ad attaccare la profondità e a esaltarsi in campo aperto.

Nodo Gudmundsson e addio ali

Valutando invece le criticità si può notare, innanzitutto, una rosa che faticherebbe ad adattarsi qualora Pioli volesse passare a un 4-2-3-1: l'attuale assetto risulta in qualche modo una scelta obbligata e mancano, al momento, elementi in grado di far variare soluzioni (riferimento specifico ad esterni offensivi puri, del tutto assenti nel gruppo attuale ed epurati nelle ultime sessioni di mercato). Una potenziale soluzione potrebbe essere quella di alzare uno tra Dodò e Gosens oppure utilizzare Gudmundsson e Fazzini più larghi sulla trequarti (con uno tra Fagioli e Ndour in posizione centrale).

Albert Gudmundsson
Gudmundsson / Clive Mason/GettyImages

Un altro punto potenzialmente critico riguarda l'utilizzo di Gudmundsson alle spalle della coppia Dzeko-Kean: si è visto nel precampionato come l'islandese, in questa posizione, tenda ad arretrare costantemente il raggio d'azione e a cercare palloni giocabili allontanandosi dalla porta e perdendo dunque quello spunto e quella pericolosità dove più conta. Per certi versi è come se si configurasse un centrocampo a tre con Sohm, Fagioli e Gudmundsson quasi da mezzala: allontanarlo troppo dalla porta può in qualche modo sedarne le qualità da attaccante.

L'assetto a due interni infine, Fagioli e Sohm i due coi gradi dei probabili titolari, può poi porre davanti a un problema emerso lo scorso anno: quello di una mediana carente nel fare filtro e talvolta "leggera" a livello difensivo, considerando come entrambi i calciatori considerati denotino una connotazione offensiva più che una vocazione all'interdizione (come fatto intendere anche da Sohm in sede di presentazione). Non manca chi, per questo, propenderebbe per un 3-5-2 più equilibrato e con maggiore densità a centrocampo e per l'inserimento di un centrocampista più abile in fase di non possesso.

feed