Perché la Roma è limitata sul mercato (e fino a quando) dai paletti del Fair Play Finanziario?

La Roma dovrà muoversi con cautela sul mercato per le prossima due sessioni di mercato, ovvero quella che partirà a luglio e quella invernale. Il motivo è legato al settlement agreement che la società giallorossa ha siglato con la UEFA con l'obiettivo di rientrare nei limiti imposti dal Fair Play Finanziario. Da anni ormai si discute di ciò quando si parla dei movimenti di mercato dei giallorossi, situazione spesso messa in evidenza da José Mourinho durante il suo ciclo capitolino.

Infatti l'accordo transattivo firmato da Roma e l'Organo di Controllo Finanziario della UEFA prevede alcuni obiettivi finanziari da rispettare da giugno 2022 a giugno 2025, per portare la società giallorossa ad essere totalmente in linea con i paletti imposti dal Fair Play Finanziario entro la stagione 2025-26. Negli ultimi mesi è stato Claudio Ranieri ha evidenziare la necessità di non superare un tetto di spesa, non legata esclusivamente al monte ingaggi.

Il limite imposto dalla UEFA è di 60 milioni di aggregato, che per dirla in maniera brutale è il tetto alle perdite economiche in totale nei quattro anni e non per singola stagione. Non rispettare questo limite comporterebbe una sanzione che va dalla semplice multa fino all'esclusione per un anno dalle competizioni europee.

Per questo motivo la società sta valutando una cessione importante prima del 30 giugno: ad oggi con i riscatti di Dahl e Le Fee, rispettivamrnte a Benfica e Sunderland, la Roma ha incassato 30 milioni di euro. Si dovrebbero aggiungere i 6,5 milioni di euro del riscatto di Zalewski da parte dell'Inter. Un'altra cessione garantirebbe più respiro alle casse giallorosse nel raggiungimento dell'obiettivo imposto dalla UEFA. Tra i possibili sacrificati spunta anche il nome di Ndicka, che il club non vorrebbe cedere ma davanti ad una proposta importante dalla Premier League sarebbe legittimo pensare ad una sua cessione.