Perché la Juventus non ha inserito Sartori (di Tether) nel CdA?

La Juventus ha inaugurato una nuova fase della propria governance con importanti cambiamenti sia sul piano dirigenziale sia all’interno del Consiglio d’Amministrazione. Oltre alla nomina di Damien Comolli come nuovo amministratore delegato e al ruolo sempre più centrale assegnato a Giorgio Chiellini, spicca anche l’ingresso di Tether nel CdA. Il colosso delle criptovalute ha scelto Francesco Garino come proprio rappresentante, consolidando il nuovo assetto societario bianconero.
Tether e l'impegno crescente nella Juve
Tether, attraverso il suo CEO Paolo Ardoino, ha acquistato circa l’11,5% delle quote del club e ha più volte espresso la volontà di aumentare il proprio peso all’interno dell’universo Juve. L’obiettivo dichiarato è contribuire in modo più incisivo ai progetti strategici e alla crescita del club, e la presenza nel CdA rappresenta quindi il primo passo di un impegno che la società intende consolidare nel medio periodo.
Il retroscena su Juan Sartori
Tuttavia, il rappresentante di Tether nel CdA avrebbe potuto essere Juan Sartori. L’imprenditore uruguaiano ha infatti raccontato a Bloomberg che inizialmente era stato individuato proprio lui per occupare il posto poi assegnato a Garino. Infatti, le norme UEFA gli impedivano di accettare l’incarico: Sartori è vicepresidente del Monaco e co-proprietario del Sunderland, e il regolamento sul multi-club ownership (le multiproprietà) vieta di sedere contemporaneamente nei board di club che partecipano alla stessa competizione europea. Un limite rafforzato ulteriormente dal fatto che Juventus e Monaco si affronteranno nella fase campionato della prossima Champions League.
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