Perché la Fiorentina ha scelto di investire su Simon Sohm?

Dopo i primi colpi, arrivati ancor prima dell'ufficializzazione di Pioli come nuovo tecnico, la Fiorentina si è mossa per il centrocampo e ha risposto a quella che - notoriamente - rappresentava la lacuna principale all'interno di una rosa tutto sommato completa e priva di grandi vuoti da riempire. Che mancasse un innesto a metà campo era un aspetto noto, ciò che col passare delle settimane ha cambiato forma è l'identikit del centrocampista da mettere a disposizione di Pioli: il 3-4-2-1 a cui il tecnico viola sta lavorando ha fatto sì che cambiasse la direzione del mercato, che la necessità di un regista lasciasse spazio ad altro.
Il ruolo di Fagioli in questo senso rappresenta una chiave di lettura importante, per capire che tipo di partner servisse, e Simon Sohm si pone come risposta coerente. Il panorama tattico all'orizzonte fa sì che emerga il problema dell'equilibrio da garantire, Fagioli rappresenta idealmente il costruttore di gioco, la mente del centrocampo viola, così come Gudmundsson darà una mano arretrando il proprio raggio d'azione, è evidente come servissero muscoli, atletismo e abilità in fase di interdizione. Tutti aspetti che, nella rosa a disposizione fin qui, erano oggettivamente carenti.
Valutazioni tattiche e ingaggio
Il dubbio poteva riguardare il profilo da inserire: un mediano in senso stretto, proiettato essenzialmente sull'interdizione, o un box to box come lo stesso Sohm, che non si limiti a distruggere il gioco ma che sappia ribaltare l'azione e inserirsi pericolosamente (come del resto sta facendo Ndour in queste prime amichevoli, potenziale alter ego di Sohm nella prossima stagione). Ciò che è cambiato, un paradigma diverso rispetto al passato, è il tipo di approccio degli uomini mercato viola al centrocampo: a fronte di tanti prestiti ed elementi destinati a conquistarsi la conferma (Adli e Cataldi più di recente ma anche Arthur in passato) la scelta è stata quella di costruire una mediana meno provvisoria, con elementi di proprietà del club e con un respiro a medio-lungo termine.
Sohm va così ad aggiungersi a Fagioli, Ndour, Richardson e Mandragora (anche a Bianco, in caso di conferma), in un centrocampo dall'età media di 23,5 anni e senza calciatori a titolo temporaneo, dunque essenzialmente in bilico. Il tutto anche accettando l'idea di investire con forza sul cartellino (15 milioni nello specifico). Al contempo, in confronto a un profilo come Kessié che per caratteristiche avrebbe un po' ricalcato il discorso fatto per Sohm, c'è il vantaggio di un ingaggio ridotto rispetto all'ivoriano, che rientri perfettamente nei parametri del club, senza necessità di alterare equilibri in quel senso.
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