Motta e Tudor, numeri simili ma destini diversi: perché la Juve ha fiducia nel croato

La sosta per le nazionali è spesso tempo di bilanci, soprattutto per le società che vogliono valutare il lavoro dei propri allenatori. Non è il caso della Juventus, dove, nonostante la serie di cinque pareggi consecutivi tra campionato e Champions, non si respira aria di tensione. Igor Tudor non è in discussione: il club gli riconosce il merito di aver mantenuto compatto il gruppo e di aver dato una direzione chiara al nuovo progetto tecnico.
Tudor come Motta
Eppure, come riporta La Gazzetta dello Sport, i numeri sono quasi identici a quelli di Thiago Motta alla stessa altezza della scorsa stagione: tre vittorie e tre pareggi in Serie A, con un rendimento europeo appena migliore per il tecnico italo-brasiliano. Ma se le statistiche sembrano raccontare un déjà-vu, la realtà è ben diversa. La “pareggite” bianconera preoccupa meno perché, rispetto a Motta, Tudor ha costruito un rapporto saldo con la squadra e mantiene un dialogo costante con ogni giocatore, spiegando e motivando ogni scelta.
Perché il tecnico non è in discussione
La società crede fermamente nel suo metodo. Tudor è empatico ma deciso, ha riportato disciplina e senso di appartenenza nello spogliatoio, valori che la Juve ritiene imprescindibili. Il croato, a differenza del suo predecessore, comunica con chiarezza, difende il gruppo e cerca soluzioni tattiche senza stravolgere l’identità. Alla Continassa non ci sono dubbi: il progetto passa da lui, e la fiducia resta totale.
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