Moggi è sicuro: "Elkann venderà la Juve. Ritorno? Sono pronto a tutto"

Intervistato da Il Foglio, Luciano Moggi ha parlato delle voci che danno Exor in trattative con Tether per la cessione della Juventus. Nonostante le smentite di John Elkann, l'ex dirigente è certo che la società passerà di mano. Nell'intervista Moggi ha anche parlato degli errori dell'attuale proprietà e di un suo ipotetico ritorno.
Elkann e la Juve:
“Venderà anche la Juventus, lo dicono tutti, non solo Repubblica e la Stampa, non solo la Iveco. Elkann non ha mai mostrato un vero coinvolgimento nella Juventus. L’ha finanziata, questo sì. Ha fatto aumenti di capitale, ha messo i soldi quando servivano. Ma una società di calcio non vive di capitali soltanto. Vive di competenza, di visione, di presenza. E quando queste cose mancano, i soldi diventano una stampella, non un progetto”.
Gli errori della proprietà:
“La Juve non è nata per partecipare, è nata per vincere. Beppe Marotta? Incredibile che l’abbiano lasciato andare via. Ed è impressionante che la Fiat abbia abbandonato Torino, prima ancora della squadra. La Juventus conta, certo. Ma la Fiat era un sistema. La Juventus è finita nella mediocrità perché non ha una società all’altezza della situazione. Se prendi un direttore e dopo due anni lo mandi via, vuol dire che hai sbagliato a prenderlo oppure a non sostenerlo. Una delle due. Ma comunque hai sbagliato. Chi sono i dirigenti della Juve? Adesso sono tutti francesi, non li conosco nemmeno. So che ce n’è stato uno che prima si occupava di tennis. È una cosa che non si sa bene se ridere o piangere”.
Sul possibile ritorno alla Juve:
“Io per la Juventus sono pronto a tutto”.
L'amore per il calcio di Gianni Agnelli:
“Lui mi chiamava alle 5 del mattino: ‘Comandante, ci sono novità?’. Poi mi chiamava suo fratello, il dottor Agnelli, cioè Umberto. Bastavano poche parole, spesso nessuna. L’Avvocato non spiegava: capiva. Aveva l’istinto degli uomini, prima ancora che delle partite. Quando Umberto decise di prendere in mano la Juventus, lo fece perché aveva capito che la gestione del grande Boniperti non funzionava più. Si era chiuso un ciclo. Fu così che chiamò Moggi-Bettega-Giraudo, la triade. Vincemmo ogni cosa”.
Su Andrea Agnelli:
“Andrea Agnelli può darsi avesse fatto degli errori, delle spese eccessive. Non so giudicare. Ma nove scudetti consecutivi non sono un dettaglio. Elkann ha pettinato per il verso giusto il giustizialismo sportivo. È la stessa cosa che accadde a me, Bettega e Giraudo. Con Andrea Agnelli è finita definitivamente l’idea che la Juventus fosse un luogo da abitare e non solo da gestire".
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