Modulo e mercato: le strade della Fiorentina per provare a salvarsi

ACF Fiorentina v Udinese Calcio - Campionato Serie A
ACF Fiorentina v Udinese Calcio - Campionato Serie A / NurPhoto/GettyImages
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Scivolare in un eccesso di ottimismo o in slanci potenti di speranza è un vizio che, alla luce dei primi mesi della stagione, la Fiorentina non ha certo modo di permettersi ed è evidente che il 5-1 sull'Udinese - tra l'altro in una sfida condotta quasi interamente in superiorità numerica - debba apparire come timido indizio e non come prova, come proverbiale mattoncino da iniziare a porre. Si può però notare come, il tempo dirà se casualmente o meno, la prima affermazione viola in campionato sia passata dal cambiamento e non dalla ripetizione: un insolito 4-3-3, difficile da leggere a priori guardando gli uomini scelti, e un cambio di capitano piuttosto inatteso (da Ranieri e a De Gea) dotano i primi 3 punti della stagione di un sapore particolare.

Immaginando un percorso lungo e in salita, come forzatamente sarà, la Fiorentina può dunque immaginarsi con un abito diverso rispetto al consueto 3-5-2: contro l'Udinese si è visto un 4-3-3 spesso divenuto 4-2-3-1 grazie ai movimenti di Ndour e Gudmundsson, il primo a spostarsi a sinistra e il secondo ad accentrarsi per agire da trequartista vero e proprio (con Parisi nell'inedita veste di ala destra). L'ex Empoli, forte di un buon dribbling e spesso orientato ad accentrarsi, si propone dunque in una nuova versione ma è evidente che - la formazione di ieri lo chiarisce - per proseguire su questo percorso tattico serva qualcosa dal mercato di gennaio.

Esterni offensivi: la lacuna principale

In difesa esistono già elementi in grado di reggere il passaggio a quattro, sia immaginando due terzini di spinta che pensando a uno più bloccato (Ranieri contro l'Udinese) e uno più orientato a spingere (Dodò). Potenzialmente, col rientro di Gosens, la soluzione potrebbe riproporsi anche a corsie invertite: il tedesco a spingere a sinistra e Comuzzo come terzino bloccato, a destra. A livello quantitativo anche a metà campo non si pongono grossi problemi o lacune da risolvere, sia per un 4-2-3-1 che per un 4-3-3: Mandragora, Sohm, Nicolussi Caviglia, Ndour e Richardson permettono di valutare entrambe le soluzioni tattiche.

Se anche sulla trequarti, in caso di 4-2-3-1, Gudmundsson, Fazzini e Ndour vedono una viola coperta, senza forzature, è il tema degli esterni offensivi a porsi come criticità principale, perlomeno a livello numerico, e al momento presenta solo adattamenti più o meno forzati. Parisi e Fortini per un modulo più affine a un 4-4-1-1, Kouamé, Gudmundsson e Fazzini per un 4-2-3-1 più offensivo, mancano però ali nel senso proprio del termine. Appare verosimile, oltre che logico, che la Fiorentina si muova dunque sul mercato in entrata assicurandosi uno o due esterni offensivi, rinunciando invece a elementi che finirebbero per essere più chiusi (Pablo Marì e Dzeko possono essere due esempi efficaci).

Altrettanto è evidente l'esigenza di fare mercato senza però potersi svenare, dati gli investimenti già sostenuti in estate: non si escludono addii più remunerativi per poter intervenire in entrata in modo più incisivo. Addii remunerativi - come ad esempio Gudmundsson e Dodò - che si legherebbero tra l'altro a opportunità sconnesse dagli aspetti tecnico-tattici, sfociando invece sul fronte delle motivazioni e della possibilità di segnare più radicalmente l'inizio di un nuovo ciclo (con Paratici come direttore d'orchestra).

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