Mile Svilar sulla trattativa del rinnovo e sulle iniziali difficoltà alla Roma

Mile Svilar
Mile Svilar / Image Photo Agency/GettyImages
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Intervista da la Repubblica, il portiere della Roma Mile Svilar ha parlato del salto di qualità con il trasferimento in giallorosso e le difficoltà ad accettare a lungo il ruolo di secondo, fino all'arrivo di Daniele De Rossi che l'ha lanciato definitivamente da titolare poco dopo il suo arrivo sulla panchina capitolina.

"Quando sono arrivato a Roma, non mi aspettavo di giocare. Sapevo che sarei stato il secondo, ma rivivere una situazione del genere, anche con gerarchie chiare, è stato duro. Dopo l'esordio di San Siro con Mourinho, De Rossi alla prima partita rimette Rui Patricio titolare. Ma qualche ora prima della partita mi chiama, siamo rimasti cinque minuti al telefono e mi ha spiegato la scelta, rassicurandomi sulla mia futura titolarità. In questi casi non ti aspetti mai che accada subito, invece ha mantenuto la parola. Nessun allenatore mi ha mai spiegato perché non giocassi, neanche Mourinho. Magari il preparatore dei portieri sì, ma ma il mister. Poi è arrivato Daniele..."

"Io miglior portiere? Non ci penso, è una etichetta che ti può far perdere concentrazione. Non mi piace, anche quando sento parlare di percentuali e statistiche. Gasperini chiede la massima concentrazione, lui è uno che sa come gestire la partita. Se stiamo vincendo alza la soglia dell'attenzione, sempre. Tiene di più agli allenamenti tra tutti gli allenatori che ho avuto finora. Poi la partita tattica: legge il gioco come pochi. Io non corro come gli altri ma quando vedo i miei compagni capisco che non deve essere facile".

"Nelle trattative per il rinnovo ci sono momenti difficili. Momenti in cui si dice qualcosa che non si pensa, da entrambe le parti. Però no, non ho mai pensato di lasciare la Roma".


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