Manuel Akanji racconta i giorni d'attesa e la proposta dell'Inter subito accettata

Dal ritiro della sua Svizzera - che sarà impegnata nei match di qualificazione al Mondiale 2026 -, il neo acquisto nerazzurro Manuel Akanji ha raccontato come ha passato gli ultimi giorni di mercato tra offerte poco eccitanti (compresa quella del Milan, che ha pensato il calciatore nel finale di mercato, ndr) e quella improvvisa dell'Inter.
"Sono state settimane frenetiche, ma più che altro per il mio procuratore, che mi presentava offerte senza che io mi scaldassi per nessuna. Poi è arrivata l'Inter, l'interesse c'era già da tempo, io ero subito disponibile, ma per prendermi dovevano prima cedere un difensore. Tra l'altro, sarei probabilmente già andato all'Inter tre anni fa se non fosse arrivata all'improvviso la chiamata del Manchester City. Non è uno scherzo: la mia prima maglia da calcio è stata quella di Christian Vieri".
"Io avevo una priorità: giocare ad alto livello e su questo sono stato molto chiaro. Non mi sarei lasciato convincere a fare un passo solo per chiudere un trasferimento. Mi entusiasma conoscere un terzo campionato di alto livello dopo Bundesliga e Premier League. anche a trent'anni ho ancora molto da imparare e in Italia sono sicuro di crescere ulteriormente".
"Con Sommer ci siamo sentiti e siamo felici di ritrovarci all'Inter. La società non ha bisogno di presentazioni, negli ultimi tre anni ha giocato due finali di Champions League. Vince spesso lo Scudetto e arriva lontano in Coppa: non ho dovuto pensarci due volte. La mia famiglia all'inizio era sorpresa, ma subito dopo ha mostrato entusiasmo. Lunedì mia moglie ha preso un volo all'ultimo per Milano, mentre i miei genitori e mina sorella sono saliti a Winterthur sul treno per raggiungermi e assistere alla firma. È stato un giorno non solo frenetico ma anche bellissimo per tutti noi. A Milano saremo più vicini ai parenti in Svizzera, che è la ciliegina sulla torta. Senza contare che il fidanzato di mia sorella è felicissimo perché è un super tifoso dell'Inter".
"L'addio dal City? Questo è il calcio. Oggi è in un modo, domani può cambiare tutto. Soprattutto ad altissimo livello. In rosa c'erano sei centrali, nel sistema di Guardiola ne giocano due e su quel ruolo si fanno pochissimi cambi in partita, quindi eravamo troppi. Ci ha detto chiaramente che due avrebbero giocato, due sarebbero andati in panchina e per gli altri sarebbe stato complicato. Non è stato bello da sentire perché io ho sempre la pretesa di stare in campo".
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