Llorente paragona Yildiz a un grande del passato e parla delle punte della Juve

La Juventus si appresta ad affrontare il Villarreal nella gara valida per la seconda giornata della fase a girone unico di Champions League. A bordo campo al De la Ceramica ci sarà anche Fernando Llorente, opinionista di Prime Video nonché ex attaccante che ha vestito anche la maglia bianconera tra il 2013 e il 2015, vincendo 2 Scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe. Intervistato da Tuttosport, Llorente ha parlato delle tre punte della Juve, ossia Vlahovic, Openda e David, ma ha anche paragonato Kenan Yildiz a un grande giocatore del passato.
Cosa manca alla Juve per essere competitiva in Champions?
"Alla Juve di oggi manca l'esperienza per essere subito competitiva: negli ultimi due anni c'è stato un profondo rinnovamento. Nel 2013, quando arrivai a Torino, il gruppo veniva da due campionati di fila vinti. E c'era una spina dorsale forte, rappresentata dagli italiani, fenomeni assoluti in campo e grandi leader all'interno dello spogliatoio. Questa è una Juve in costruzione, non hanno ancora raggiunto la maturità per vincere. Gli ultimi due pareggi in particolare hanno ridato una dimensione normale alle prestazioni di questo avvio di stagione, nonostante la squadra abbia fatto di più dell'avversario. Se vuoi vincere, però, devi ottenere il massimo dalle partite in cui giochi meglio. Basti pensare al Napoli: sì, la società ha speso tanto per accontentare Conte, ma sbagliano pochissimo. C'è un grande lavoro dell'allenatore, bravissimo ad esaltare ogni singolo".
La Juve di Tudor è più vicina a quella di Conte o a quella di Allegri?
"Non saprei, sicuramente è una Juve che ha appena iniziato un percorso. Se penso a quella di Conte mi resta un grande rimpianto: eravamo una grandissima squadra, siamo stati in grado di fare il record di punti in campionato, ma in Champions League siamo stati sfortunatissimi. Che incubo a Istanbul contro il Galatasaray: in quella partita ci hanno massacrato, hanno creato le condizioni affinché perdessimo. Ci è andato tutto male, ma eravamo fortissimi e potevamo veramente realizzare un sogno più grande di noi. Penso fossimo persino migliori dell'anno dopo, quando siamo arrivati alla finale di Berlino. Personalmente, poi, ricordo più volentieri il periodo con Conte: è un allenatore straordinario, ti entra dentro. Con Allegri ho fatto molta più fatica, ma i due anni a Torino non si dimenticano".
Su David, Vlahovic e Openda:
"Vlahovic lo conosco meglio. Gli altri due sono tutti da scoprire nel mondo Juve, ma hanno comunque il curriculum da grandi giocatori. Dusan ha più esperienza e cattiveria. Per me è lui il titolare, se Tudor dovesse insistere sullo schieramento ad una punta con due trequartisti alle spalle: sbaglia ancora tanti controlli, spesso non arriva lucido in area, ma è un campione".
Ha una preferenza per stasera? Chi farebbe giocare dei tre?
"Per David può essere l'occasione per farsi conoscere al mondo Juve. Sì, per lui può essere la notte della svolta. Ma in generale sulla stagione resto della mia idea: per me Dusan è il titolare, è il giocatore più completo, quello che anche in Europa può sempre rappresentare un pericolo per chi lo affronta".
A cosa può puntare questa Juve?"
"A me questa Juve piace. Tudor è stato bravo a dare subito delle basi solide. Penso che la partita contro il Villarreal sia già fondamentale: una vittoria ridarebbe subito entusiasmo a tutto l'ambiente. E prima di una partita come quella contro il Milan darebbe tantissimo, soprattutto in termini di consapevolezza. Ricordiamoci che è un gruppo giovane: alla Juve la maglia pesa, sì, ma un po' di pazienza bisogna averla".
Come si affronta il Villarreal ora terzo in Liga?
"Pressandoli alti da subito, cercando di essere aggressivi sui portatori di palla. Anche loro sono in costruzione: hanno preso dieci giocatori in estate, per certi versi attraversano un momento simile a quello della Juve, si stanno rifondando. Ma se i bianconeri indovinano l'approccio e capiscono come aggredirli avranno la meglio, la Juve ha individualità superiori".
Per quale giocatore stravede quest'anno?
"Per Yildiz, senza dubbio. Col piede che ha mi avrebbe aiutato tanto. Uno come lui mi avrebbe fatto fare ancora più gol. Sta crescendo anno dopo anno, ogni partita conferma il suo valore e rafforza la sua autostima: per un giovane è fondamentale. Mi ricorda Del Piero, ma per me è ancora troppo azzardato il paragone. E si muove come Laudrup, che era uno dei miei idoli d'infanzia. Il Barcellona di Cruijff è stata la mia fonte d'ispirazione calcistica, per cui sono sempre stato colpito dai talenti. Da chi immagina le cose prima che accadano".
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