Leao ridimensiona le critiche ricevute e non si sbilancia sul futuro al Milan

All'interno di una stagione dall'epilogo pessimo per il Milan, finale di Coppa Italia persa e addio matematico all'Europa dopo la sconfitta di Roma, non sono mancati i consueti casi e le altrettanto note critiche legate ai singoli: Rafael Leao, sempre tacciato di discontinuità, ha parlato ai microfoni di Icon Magazine esprimendosi sul proprio percorso rossonero e sulle critiche ricevute. Questo quanto affermato dal portoghese:
L'arrivo al Milan: "Sono arrivato che avevo vent’anni, mi sentivo un ragazzino. Ora, invece, sono diventato un uomo: il club, con tutto il suo staff, dai compagni di squadra ai dirigenti, mi ha fatto crescere. Tutti i giorni, stagione dopo stagione, mi hanno dato e insegnato tanto. Devo ringraziare tutti quelli che sono stati al mio fianco in questi anni al Milan: ognuno è stato importante per la mia crescita" riporta MilanNews.
Le critiche ricevute: "Solitamente non leggo le critiche. Se te le fanno è perché sei bravo in quello che fai e ci si aspetta tanto da te. Comunque non sento la pressione perché adoro il calcio, è la cosa più bella che c’è per me. Sono nato giocando a calcio; ogni volta che entro in campo cerco di sfruttare al massimo la possibilità di fare ciò che più amo. Ovviamente è anche un lavoro, che affronto sempre con responsabilità, ma anche con la voglia di divertirmi con i miei compagni e di sfruttare l’occasione".
Le partite a cui è più legato: "Tra quelle con la Nazionale, la partita contro il Ghana, a Qatar 2022, quando ho fatto il mio debutto in una competizione mondiale. Con il Milan la partita contro il Sassuolo fuori casa, l’ultima di campionato, maggio 2022, che ci ha poi regalato lo Scudetto".
Il dribbling: "Il dribbling è forse proprio il simbolo della mia serenità in campo: la gente parla, c’è pressione, ma io quando sono sul rettangolo di gioco riesco a mettere da parte tutto. Scatta una sfida con me stesso. Il mio obiettivo: cercare di fare sempre meglio".
Legame con Milano: "Ci sono solo cose positive a Milano. Ci sono tanti milanisti, si mangia bene, il clima è simile a quello del Portogallo. La mia famiglia si sente a casa qui. Se mi manca il mio paese? Ovviamente sì, c’è parte della mia famiglia in Portogallo, i miei figli sono nati là, sarà sempre un pezzo di cuore. Però l’Italia mi ha dato tanto, fa parte della mia crescita: la porterò per sempre dentro di me".
Il futuro: "Ho ancora tanti obiettivi da raggiungere: voglio continuare a divertirmi e a giocare ad alto livello".
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