Leao brilla da punta: soluzione temporanea o primo esperimento del Milan di Allegri

Il protagonismo del portoghese al centro dell'attacco rossonero.
Liverpool FC v AC Milan Pre-Season Friendly
Liverpool FC v AC Milan Pre-Season Friendly / Eurasia Sport Images/GettyImages
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Male la prima, benissimo la seconda, e in modo abbastanza inaspettato. Il Milan esce con il sorriso dalla doppia sfida asiatica contro Arsenal e Liverpool, a seguito della sconfitta di misura con i gunners (1-0) e del poker inflitto ai reds di Arne Slot qualche giorno dopo (4-2). È calcio estivo e i risultati finali hanno ovviamente poca rilevanza, ma la capacità di creare una propria identità già da ora, con un mercato ancora da completare e molti nuovi innesti non a disposizione, è invece molto rilevante.

Anche nella seconda amichevole, contro la squadra campione in carica della Premier League, il Milan ha lasciato il possesso della sfera all'avversario (68%-32%), ma la differenza significativa rispetto alla prima uscita si è realizzata con la pericolosità rossonera in contropiede. Un 3-5-2 dettato dalle esigenze e con un attacco atipico: nessuna prima punta ma il tandem Leao-Pulisic, due calciatori mobili e creativi, capaci di sconvolgere i riferimenti reds.

La presenza di Leao in tutti i gol del Milan

Il gol che ha sbloccato la gara è da campione. Lo scatto in velocità dalla linea di metà campo, l'ingresso in diagonale in area di rigore, la sterzata su Van Dijk e il mancino violento sotto la traversa della porta difesa da Alisson. Un colpo che rientra, l'abbiamo visto più volte, nel repertorio di Rafael Leao, ma che è mancato spesso nell'annata conclusa circa due mesi fa.

Poi l'assist, forse addirittura più bello del gol. La posizione di partenza è sempre la stessa, con il portoghese come riferimento più avanzato ma spostato sul lato sinistro; lo scatto parte sempre prima della linea di metà campo e questa volta, dove resiste anche alla carica di un difensore, chiede il sostegno di Ruben Loftus-Cheek per festeggiare il secondo gol della squadra, con un assist servito al momento giusto dopo circa 30 metri palla al piede in diagonale.

Infine, lo zampino arriva anche in occasione della terza rete. Il Milan è chiuso nella sua metà campo, schiacciato da un possesso e un pressing alto del Liverpool che non lascia fiato ai rossoneri, almeno fino alla giocata del 10. Pressato forte da Konaté, non rinuncia a un colpo di tacco geniale che si rivela geniale e apre tutto il campo alla visione di Loftus-Cheek, premiata dall'assist di Saelemaekers per Okafor.

Soluzione temporanea o primo esperimento

Dopo il racconto dei gol nei quali è stato protagonista Rafael Leao, torniamo alla domanda principale: primo esperimento o soluzione temporanea? È indubbio che le opzioni a disposizione non fossero molte per Massimiliano Allegri alla vigilia delle sfide con Arsenal e Liverpool. Le indisponibilità degli attaccanti centrali, salvo Lorenzo Colombo (promesso sposo del Genoa), presentavano un Milan scarico di ipotesi offensive e ricco di esterni o seconde punte da provare ad adattare nel nuovo sistema.

La sensazione è che, con Santiago Gimenez, Allegri possa provare a cercare un approccio diverso, ma che intanto questa possa diventare una soluzione contropiedistica da brevettare soprattutto in situazioni di difficoltà. La confusione creata nel Liverpool dal tandem Leao-Pulisic, finalizzata anche dalle incursioni di Loftus-Cheek, rende il Milan imprevedibile e cinico in contropiede, con il 10 quasi impossibile da arginare quando gli vengono lasciati così tanti metri di campo.

Massimiliano Allegri
AC Milan Training Session And Press Conference / Lampson Yip - Clicks Images/GettyImages

Una soluzione quindi al problema tridente. La formazione di Allegri è stata da molti immaginata con il 4-3-3, con il 4-2-3-1 e anche con un sistema a 3 che prevedesse comunque l'azione di Leao e Pulisic sulle fasce. Quella del 3-5-2 non solo consente di trasformare comunque il sistema in 5-4-1 in fase di non possesso, con il portoghese unico riferimento, ma anche di non rinunciare al numero 11 statunitense, che si è dimostrato abile nell'adattarsi a vari ruoli con tre allenatori diversi dal suo arrivo a Milano. In attesa che si torni a parlare di numero 9, anche con un occhio al mercato, i rossoneri brevettano un nuovo esperimento.


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