Le parole sullo Scudetto, il ruolo di Yildiz e il futuro di Vlahovic: parla Spalletti

Le parole del tecnico bianconero in vista della sfida di Champions contro lo Sporting.
Luciano Spalletti
Luciano Spalletti / Nicolò Campo/GettyImages
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Dopo l'esordio in campionato con la Cremonese, vittoria per 2-1 allo Zini, Luciano Spalletti si prepara a vivere anche la prima panchina europea sulla panchina della Juventus: appuntamento con la Champions League, domani sera, quando i bianconeri se la vedranno contro lo Sporting all'Allianz. Il nuovo tecnico bianconero ha parlato in questi termini della sfida contro i portoghesi e dei temi d'attualità in casa Juve:

Le scelte di Cremona: "Sono stato contento di aver fatto determinate scelte che mi hanno dato informazioni per poter provvedere con il lavoro e andare avanti. DOmani mi aspetto una partita difficilissima, con Borges lo Sporting sa giocare a calcio, sa stare in campo, ha un'idea precisa nonostante a guardarla sia difficile da codificare. Un po' una caratteristica del calcio portoghese, ma sono bravissimi a sostituire i ruoli, a ruotare. Poi hanno qualità nello stretto" riporta IlBianconero.

Yildiz e il suo ruolo: "Un buon punto di partenza è domandare all'altro dove si troverebbe meglio. Quando si domanda a lui dice che gli paice interpretare quella posizione di centro sinistra o spigolo nella fascia. Vanno bene tutte e due perchè è bravo se gioca da seconda punta, da esterno... quello che può disturbarlo un po' è il rientro di 100 metri, ma ormai nel calcio moderno ci si deve adattare a fare anche questo. La tecnica, la spallata per far uscire l'avversario fuori dal campo per far vedere all'altro dove voglio andare".

Obiettivi: "Io ho detto di lottare per lo scudetto, non di vincere e già si è modificato un po'. C'è differenza giocare per lottare e giocare per vincere. Noi abbiamo questa storia con la quale confrontarci, ma davvero sono l'allenatore della Juventus? Questo ci fa bene farlo perchè poi uno viene stimolato, come diceva Di Gre, a fare sempre meglio. Fino a che la matematica non ce lo vieta noi dobbiamo ambire a lottare per qualsiasi cosa. C'è anche uno slogan che dice: non solo fino alla fine, ma oltre la fine e quindi si va dritti a lottare su qualsiasi cosa".

Vittoria a Cremona: "La vittoria è merito esclusivo dei nostri giocatori perché io non ci ho messo mano. Vi ringrazio delle belle cose che avete detto, ma rifaccio i complimenti a loro. Sono stati attenti alle richieste, alle risposte dal campo sono state corrette quelle che mi aspettavo. Sono sempre stati blocco squadra, difficilmente lunghi. Oggi c'è stato un allenamento in più per potersi parlare, quello che mi fa piacere è vedere gli occhi con cui mi guardano. Dicci cosa fare e noi si parte. Questo per me è fondamentale e racconta della voglia dei calciatori e della disponibilità di voler far bene. Loro sono un buon gruppo dal punto di vista calcistico e umano".

Preparare la Champions: "Intanto è una fortuna, è l'elite del calcio la CHampions. Per giocare questa competizione dobbiamo avere un'idea propria dell'essere squadra, di cosa vuol dire e la dobbiamo proteggere con una grandissima personalità perché si passa da lì. Bisogna avere il coraggio di scegliere quello che vogliamo fare. Di solito si ha sempre tre possibilità: la scelta corretta, sbagliata e l'incertezza di cosa si vuol fare. Quella peggiore è l'incertezza, anche di quella sbagliata. Non è un alibi giocare ogni tre giorni, la dobbiamo far finita, parlo dei miei calciatori. Il calcio è questo, si gioca ogni tre giorni, non abbiamo scappatoie".

Il gruppo: "La squadra è ordinatissima, fatta di ragazzi che si impegnano e lavorano. In un primo momento quando ho cominciato facevo queste regole e loro scoprono subito l'inganno è successo che sono stato preso in giro. La regola migliore è sempre il buonsenso. Secondo me la Juventus le regole le ha sempre avute. Si cerca di conoscersi meglio, di dare delle indicazioni e magari aspettarsi e trovare il piacere se vengono condivise. Anche loro mi hanno spesso insegnato tante cose, l'essenziale è tirar fuori, aver voglia di lavorare in maniera corretta e usare bene il tempo che è fondamentale. Se ci rotoliamo dietro le giornate diventa difficile, se diciamo qualcosa di costruttivo poi raccogliamo".

Come sta Yildiz: "E' a disposizione. Se mi ricorda qualcuno? Kvara è uno che aveva quelle caratteristiche lì, poi uno che ha avuto meno visibilità perché è stato un calciatore fenomenale che avrebbe potuto giocare nelle migliori squadre al mondo era Totò Di Natale che tirava fuori delle cose fenomenali. Yildiz è uno che ci riempie Instagram a tutti delle giocate belle".

Cambiaso e Vlahovic: "Sono due giocatori fondamentali. Cambiaso è un giocatore modernissimo, non si ha più questi ruoli prestabiliti, ci sono dei compiti da svolgere e sono intercambiabili. Bisogna saper fare tutte e due ed essere un giocatore moderno dà grandi vantaggi. Cambiaso è un giocatore fortissimo, dà tantissime soluzioni, ti mette a posto la possibilità di scegliere dove farlo giocare per mettere gli altri nel proprio ruolo. Deve diventare più bravo di testa, per trovargli un difetto. Dusan è avvantaggiato perchè sa che roba è questa della Juventus e cosa ci si aspetta, è abituato alle pressioni e alle insidie. Mi è capitato di parlarci, è uno di quelli con cui ho parlato mentre eravamo in ritiro e lui è felicissimo, sarebbe felicissimo di restare qui. Lui non lo va a impensierire il fatto di non aver contratto, lui vuol giocare a calcio, vuol giocare partite come queste e ieri sera ha dato risposte splendide".

Cose vuole vedere: "Mi hanno fatto urlare nel finale di partita e mi è andata via la voce. Mi piacerebbe vedere che c'è un piccolo pensiero a quello che abbiamo fatto in allenamento oggi, che ci sia il riferimento a qualcosa che abbiamo detto oggi in allenamento e sarei già contento".

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