Le parole Marotta e Chivu nella conferenza stampa di apertura della stagione 2025-26 dell'Inter

Cristian Chivu
Cristian Chivu / Image Photo Agency/GettyImages
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Ad Appiano Gentile si è tenuta la conferenza stampa congiunta tra Beppe Marotta e Cristian Chivu, rispettivamente presente e allenatore dell'Inter. Un incontro con la stampa per presentare l'inizio della stagione 2025-26. Queste le dichiarazioni riportate da Sky Sport.

Parole Beppe Marotta

"Siamo ai nastri di partenza di una nuova stagione anche se quella vecchia è appena terminata. Il calcio moderno è così. Negli ultimi cinque anni siamo la società che vinto di più: sette titoli, fatto più punti in Serie A e partecipato con continuità alla Champions League, cosa che alcuni nostri competitor non hanno fatto, raggiungendo due finali. Sono dati significativi di un percorso, di un lavoro. Nell'ultimo anno abbiamo fatto 63 partite. Ringrazio la proprietà, presenza continua e lungimirante. La fase progettuale che stiamo progettando è ambiziosa, da grande club. Anche il centro di Appiano Gentile si sta rinnovando. Teniamo molto allo sviluppo di questa azienda".

"Tornando ai temi sportivi: l'anno scorso siamo arrivati in fondo a tutte le competizioni. Abbiamo perso la finale di Champions League, per un centimetro. Arrivare fin lì è difficilissimo e ora penseremo a colmare quel centimetro. Noi vogliamo vincere, l'obiettivo è quello. Se poi vinceranno altri saranno stati più bravi di noi. Ribadisco che Chivu non è stato un ripiego. Siamo orgogliosi della scelta fatta. Abbiamo fatto delle operazioni e continueremo: il mercato è ancora aperto".

Parole Cristian Chivu

"La squadra riparte con lo spirito giusto per rimanere una squadra competitiva. Le aspettative sono le stesse: mantenere lealtà, passione, competitività per raggiungere gli obiettivi. Quello che ha fatto questo gruppo in questi anni è dimostrato da quello che ha raggiunto, i titoli o le finali disputate. Gruppo solido e forte".

"Come giocherà la mia Inter? Contano i principi: essere aggressivi, verticali ma mantenendo l'equilibrio. Il resto sono numeri. Non guardiamo al passato e non dobbiamo prenderci rivincite. Guardiamo al futuro, abbiamo l'obbligo di mantenere l'Inter ai vertici. Ai giocatori chiedo rispetto per i compagni, per se stessi e per la società. Parte tutto da quello, dalla voglia di superare le difficoltà, le atrocità, i momenti di fatica. Bisogna saperli accettare e reagire. Non ho l'obbligo di lanciare slogan, non ne abbiamo bisogno".

"Sarà un'Inter che vuole essere un po' più ibrida e imprevedibile. Siamo un gruppo di adulti, maturi e con personalità. Abbiamo l'esperienza per gestire certi momenti e gestire anche le critiche o le situazioni poco comode. Le aspettative erano altissime a maggio, le cose non sono andate come ci si aspettava e a livello mentale qualcosa subisci perché resta l'amarezza. Il bello del calcio è che arriva la stagione successiva".

"Dal Mondiale per Club mi porto dietro il fatto che con poche energie e tanta amarezza ho visto una squadra ce ha cercato sempre di dare il massimo. Siamo sempre in contatto con la società per stabilire le strategie del mercato, condividiamo le stesse idee e siamo aperti a delle opportunità che possono avvenire perché manca ancora un mese di mercato".

"Siamo consapevoli delle aspettative che ci sono, negli ultimi anni siamo sempre stati ai vertici del calcio mondiale e vogliamo restarci".

"Leoni e Pio Esposito a livello umano sono tanta roba, saranno il futuro del calcio italiano, per molti anni rappresenteranno la Nazionale. Di questa nuova avventura mi piace la responsabilità che mi è stata data, me le sono sempre prese. Farò del mio meglio per essere all'altezza della società che mi ha dato fiducia. Nel mio cuore ci sarà sempre l'Inter e voglio ridare indietro qualcosa di importante".

"Non so quanto ci vorrà per vedere l'Inter di Chivu. La differenza la fanno i giocatori. L'allenatore trasmette le idee e dà una identità, poi contano i giocatori in campo. Mai visto un allenatore bravo senza giocatori forti".

"Il nostro centrocampo è numeroso. A volte giocheremo a tre, altre volte a due. Dipenderà dalle prestazioni, dagli avversari. Sono contento che Calhanoglu sia tornato sano e abbia lavorato molto in estate. Ha voglia di rifarsi. In America era deluso e dispiaciuto per non aver potuto dare una mano alla squadra. Ha lavorato sodo".

"La base di questa squadra è sempre stata il 3-5-2, ma in tante partite la costruzione veniva fatta a quattro. A volte il 3-5-2 diventa 3-2-5, 4-2-4 o 4-4-2. Bisogna saper interpretare la partita. Bisogna essere aggressivi, saper saltare anche l'uomo, accettare i duelli e vincerli. Sono cose importanti nel calcio, chi vince i duelli alla fine vince anche la partita. Alleneremo più moduli e cercheremo di essere pronti a cambiare dall'inizio o a partita in corso. Io spero di incidere con il buon senso, cattiveria, incazzatura, sorriso, preparazione per trasmettere ai giocatori quello che so sugli avversari. Cercherò di capirli, a volte ci si dimentica che si ha a che fare con persone, che a volte come tutti hanno dei problemi. Credo molto nella comunicazione, mi piace questo modo di lavorare e vivere. Non a caso ho fatto sei anni di settore giovanile perché non mi sentivo pronto a questo. Volevo abituarmi a essere empatico".

"Non parlo di favoriti o meno. Conosco solo una via: lavorare e dare il massimo. Poi raccogli quello che semini. Contano i fatti e per arrivare al dunque bisogna pedalare tanto".

Parole Marotta su mercato e Lookman

"Il mercato è aperto ancora un mese ma già aver confermato i giocatori che ci hanno resi protagonisti è un tassello importante. Abbiamo all'interno valori oggettivi determinanti, campioni e giovani interessati. Questa è stata la prima fase. La seconda è stata sviluppare un nuovo modello: abbassare l'età media e cercare profili giovani interessanti. Non nascono che Lookman sia un elemento interessante, è sul taccuino di tanti ma ad oggi è dell'Atalanta. Con Percassi ho scambiato qualche parola, non abbiamo paura di richiedere i giocatori bravi. È sul taccuino dell'allenatore, mio e di Ausilio, non lo nascondo".

"Cerchiamo un giocatore che possa dare all'Inter imprevedibilità e Lookman è un profilo, ma non è l'unico. Se nei prossimi giorni non arriviamo a una conclusione ci sarà una scelta differente. Accanto al talento ci vuole anche l'esperienza (in riferimento ai 28 anni del nigeriano, ndr). Non è un profilo di un giocatore rivendibile ma ci può dare qualità e poi può trasmettere qualcosa ai giovani".

"Leoni è un giocatore del Parma, non abbiamo avviato nessuna trattativa. Farebbe comodo a tanti, la priorità adesso riguarda altri ruoli".

"L'allenatore non è un ragazzino, siamo una società che ha coraggio, se si sbaglia si sbaglia ma noi abbiamo coraggio di fare. Abbiamo scelto con consapevolezza".


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