La versione di Raffaele Palladino sull'addio alla Fiorentina

Raffaele Palladino
Raffaele Palladino / Timothy Rogers/GettyImages
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"Idee e visioni troppo diverse". Questa è la versione di Raffaele Palladino sull'addio alla Fiorentina. È successo tutto in pochi giorni, nel finale dello scorso campionato: prima il rinnovo e prolungamento del contratto il 7 maggio, poi le dimissioni datate 30 maggio. Una decisione che ha sorpreso sia la dirigenza viola che l'ambiente. In una intervista a La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore della squadra toscana - sostituito da Pioli, che non è partito nel migliore dei modi - ha spiegato i motivi del suo addio e il rapporto con i giocatori.

"Io intendo il calcio come un puzzle, tutti i pezzi si devono incastrare per funzionare. Sono orgoglioso del lavoro fatto a Firenze, ma non c'erano più le condizioni per andare avanti insieme. Idee e visioni troppo differenti. Sul momento avevo apprezzato il rinnovo, ma ragionando poi a mente fredda, sentivo che restare non era più possibile. E questa sensazione me la portavo dentro da un po'. Non sono mai stato nella mia carriera legato ai soldi e ai contratti. Non avevo nulla quando ho deciso di lasciare la Fiorentina e il tempo lo ha dimostrato. Anzi, per una settimana non ho nemmeno risposto ai messaggi".

"Tutti i giocatori mi hanno scritto. Non se l'aspettavano, avevo parlato solo con il mio staff e poi direttamente con la società. Devo dirlo: le videochiamate e i messaggi dei ragazzi mi hanno fatto piangere. Con loro ho vissuto momenti belli e altri molto difficili, per questo si è creato qualcosa di speciale, infatti ci sentiamo ancora oggi".

"I momenti più memorabili a Firenze sono stati tre: le vittorie in casa contro Milan, Inter e Juventus. Serate indimenticabili per la città. L'episodio di Bove è stato uno shock. Rischiare di perdere per sempre un pezzo di noi è stato tremendo e in spogliatoio c'era chi non voleva manco più allenarsi. Per fortuna un miracolo ha salvato Edo, poi ci è voluto un lavoro psicologico delicato per ricominciare tutti insieme. Bove è stato semplicemente fantastico, veniva al Viola Parl, ci dava la carica, era sempre con noi. Per me è diventato come un fratellino".


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