La Thu-La come modello, retroscena su Bastoni e l'impatto con l'Inter: parla Bonny

L'attaccante francese si racconta: l'impatto con l'Inter e la voglia di migliorare
Bonny
Bonny / Image Photo Agency/GettyImages
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La volontà nerazzurra di inserire nuovi elementi all'interno di una rosa rodata, abbassando l'età media e costruendo i protagonisti di domani, ha trovato conforto fin qui nel rendimento di Ange-Yoan Bonny: l'ex Parma non ha patito il grande salto e sta fin qui dando buone risposte a Chivu, tecnico che del resto lo aveva apprezzato anche coi Ducali. Lo stesso Bonny ha parlato a La Gazzetta dello Sport delle proprie ambizioni e del proprio percorso nell'Inter. Questo quanto dichiarato dal francese:

Impatto all'Inter: "Ho capito che serve tempo per capire dove sei, per realizzare quanto grande sia questo club. Poi, quando lo hai capito, devi renderti conto del livello della squadra, che si alza continuamente, già dall’allenamento: l’Inter è molto esigente, ti chiede sempre di più, ma mi trovo benissimo e imparo...".

Dove deve migliorare: "Il gioco spalle alla porta, qualche volta ho perso palloni stupidi. Poi migliorare il colpo di testa, ma anche la resistenza, visto che giochiamo ogni tre giorni e lavoriamo duramente. Durante la sosta ancora di più... In generale, anche le cose che ti vengono bene possono sempre essere fatte meglio".

Emozioni a San Siro: "La prima volta è stata l’anno scorso col Parma: ero frastornato, lo stadio è così grande che sembra non finire mai, toglie il fiato. Quando giochi per l’Inter è diverso, ho avuto la fortuna di segnare subito col Toro: dopo il boato, nel rumore, non senti più niente. È bello, perché è tutto ovattato, è solo emozione".

Un retroscena: "L’anno scorso, in Parma-Inter, quella del 2-2, Bastoni mi butta giù e mi dice: 'Il prossimo anno vieni da noi...'. Sembrava un avvertimento, ma mi ha fatto piacere. Lui, Bisseck, Acerbi si fanno sentire in allenamento, aiutano a spingerti oltre".

Chivu: "A Milano il mister è la stessa persona vera che era a Parma, ha lo stesso modo di fare e di comunicare. Mi chiede sempre di essere disponibile per gli altri, di giocare prima per la squadra".

La Thu-La: "Vorrei avere la fame sotto porta di Lautaro: essere alla sua età il quarto marcatore della storia dell’Inter è straordinario. Lui vuole sempre segnare, che sia un gol bello o brutto non conta. Marcus, invece, sa fare tutto: gol, dribbling, assist. Forse con lui ho qualche similitudine di più, ma siamo diversi e possiamo giocare insieme. Vorrei prendere qualcosa anche da Pio, pochi difendono la palla come lui".

Derby decisivo? "No, perché siamo solo a novembre e può succedere di tutto, però il derby è già importante: poter prendere altri punti, non solo sul Milan, ma anche su Napoli, Roma e le altre che spingono da dietro, sarebbe un bel salto".

Obiettivi: "Non ho un numero preciso, nella mia testa vorrei fare ogni anno meglio del precedente. La sfida non è con gli altri, ma solo con me stesso. Conta soltanto rendere fieri i tifosi oltre le statistiche".

Maglia dell'Inter: "È la prima maglia che mamma ha comprato quando ho iniziato la scuola calcio. Mi ha convinto a indossarla dicendomi che era della squadra di Eto’o, il mio idolo. Forse era un segnale, chissà".

Pressioni su Esposito: "Quando giochi nell’Inter c’è più attenzione su tutti e qui in Italia ce n’è tantissima per lui: è giovane, ha grande potenzialità, nasce in questo settore giovanile, veste la maglia azzurra. Per lui la pressione è tanta, ma penso riesca a gestirla benissimo: non è cambiato, né a lui né a me piace fare i fenomeni".

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