La sostenibilità economica, il mercato e una Juve vincente: parla Comolli

Damien Comolli
Damien Comolli / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Fresco di nomina come amministratore delegato della Juventus, Damien Comolli ha tenuto un discorso allo Stadium per ringraziare la proprietà e il consiglio di amministrazione della fiducia e per parlare degli obiettivi che dovrà raggiungere in questa nuova veste. Il neo CEO bianconero ha toccato anche temi quali il mercato, il rinnovo di Vlahovic e le aspettative per questa stagione. Di seguito le sue parole riportate da Calcio&Finanza.

Un grazie alla proprietà:
"Vorrei ringraziare Elkann per questa opportunità di gestire questa società. È un estremo privilegio e onore questa funzione di CEO, ma mi sento anche umile di fronte a questa opportunità e sfida. Sono un tifoso di calcio appassionato e so cosa vuol dire la Juventus nell’eredità del calcio italiano. So qual è la portata della società e qual è la reputazione della società in Italia. Abbiamo anche Chiellini con noi e questo ci fa capire quanto sia importante essere ambiziosi, tanto quanto umili".

Su Elkann:
"L’impegno di Elkann e la sua ambizione sono tangibili, non solo a livello personale ma anche mostrando l’impegno finanziario ed economico, e noi dovremo cercare di onorarlo. L’unica ossessione che abbiamo è migliorare e vincere, siamo la Juventus e non c’è altra alternativa. Tutto quello che fa parte dell’azienda è fondamentale e tutti devono mostrare rispetto a questo club. Vincere è l’unico obiettivo. Non riesco a pensare a nient’altro se non vincere. Se devo riassumere con una parola: ho un’ossessione per la vittoria".

Su Spalletti e le ambizioni per questa stagione:
"Siamo molto soddisfatti di Luciano Spalletti, una mente creativa e audace nel mondo del calcio, anche con esperimenti come Koopmeiners come difensore. Siamo lieti di averlo a bordo e siamo molto ambiziosi. Abbiamo una delle squadre più giovani della Serie A e abbiamo anche dei professionisti senior. Quello che facciamo qua ogni giorno è essere in grado di avere una squadra competitiva in campo, è l’unica cosa che ci deve interessare. Se guardiamo la Champions, è difficile vincere per società con ricavi minori di 700 o 800 milioni. Il nostro approccio dovrebbe essere legato alla vision del club. Non tutto gira intorno ai ricavi: dal 2012 ci concentriamo su questo, penso sia fattibile vincere, prima è meglio è. Ma prima di iniziare a correre bisogna iniziare a camminare".

Su Vlahovic e il mercato:
"Mercato? Abbiamo alcuni vincoli: prima di tutto un FPF, per cui siamo attenti a quello che facciamo e alle transazioni a gennaio, che saranno monitorate dalla UEFA. Vlahovic? Abbiamo trovato un accordo con Dusan di far passare questa stagione e poi parlarne. C’è un accordo già stretto, quindi siamo sicuramente confident con questa situazione".

I concerti allo Stadium:
"La nostra ambizione è quella di avere almeno dieci concerti all’anno nel periodo fuori stagione: si tratta di una diversificazione dei ricavi. Abbiamo una struttura eccezionale in una città eccezionale e, che si tratti di rugby o concerti, penso che questo possa creare un nuovo flusso di ricavi. Possiamo fare tutta una serie di cose per valorizzare la fan base e possiamo sfruttare il nostro stadium: abbiamo anche un ospedale e un hotel che funzionano bene, e un impianto pieno al 95% nelle partite. Possiamo anche migliorare la parte corporate".

Il ruolo di Tether nel club:
"Su Tether, come ha detto la proprietà, abbiamo tutti lo stesso approccio all’interno del leadership team. Siamo aperti a nuove idee e collaborazioni, a suggerimenti. Ci sono delle regole, quindi possiamo fare solo quello che ci viene prescritto. Siamo lieti di poter collaborare: l’ho detto a Francesco Garino (membro del CdA in quota Tether, ndr) dopo il CdA. Sono molto lieto di averlo e sentirò qualsiasi idea e qualsiasi suggerimento. Una delle cose che vorrei dire è che dobbiamo accettare tutto quello che è stato detto dai soci di minoranza. Ho cercato di mettere da parte le cose negative, ma ho cercato di ascoltare".

Stop agli aumenti di capitale:
"Il mio predecessore ha fatto un lavoro eccezionale. Ora stiamo cercando di raggiungere un altro livello, mettere un altro mattone. L’idea che abbiamo è che per i soci sia importante smettere di effettuare aumenti di capitale. Abbiamo scelto di effettuare questo aumento proprio perché tante volte abbiamo visto che le strutture non sono così buone per il calcio. Dobbiamo rendere la società stabile economicamente e finanziariamente: John Elkann deve avere la possibilità di smettere di iniettare capitale".

Sui ricavi:
"Tutto quello che faccio inizia dai ricavi e da questa struttura fantastica che abbiamo, tutto ciò che può portare dei ricavi alla società. Ora dovrò occuparmi di tutto, perché capisco che la portata del club sia enorme. Non conosco nessun altro in questo settore che possa lavorare bene da solo: per questo ho voluto creare un team. C’è ancora una casella vuota, quella del direttore sportivo: stiamo cercando una figura e stiamo facendo colloqui con diverse persone. In estate Elkann mi ha chiesto come avremmo potuto attrarre dei talenti, e io ho risposto che solo con la parola Juventus si attraggono persone".

Sul calcio italiano:
"Penso che il calcio italiano abbia molti asset: la passione dei tifosi e la community. Ho visto che 1,2 milioni di persone hanno guardato la Juventus nel weekend: penso che la passione e la portata del calcio italiano siano enormi. La Francia, la Turchia, l’Inghilterra - tutti i Paesi in cui ho lavorato - hanno problematiche. Molte altre squadre hanno anche più problemi di quelli che abbiamo qui, soprattutto in Francia. Il tema fondamentale è avere stadi validi: tutti lo sanno e ne parlano. Se potessimo avere 10-15 stadi come il nostro ci sarebbe una grande differenza. Dobbiamo essere realistici: ritengo che ora, in quanto CEO della Juve, la Premier sia di un altro pianeta, fatta eccezione per club come Real e Barcellona. Hanno ricavi che noi non abbiamo e che dobbiamo creare".

Sostenibilità economica da perseguire:
"Credo che il club abbia fatto molto, e anche le persone prima di me, per raggiungere la sostenibilità finanziaria. Non si tratta solo di ridurre i costi: serve equilibrio tra le risorse da investire per vincere e la necessità di non perdere denaro. Non dobbiamo aspettare che i soci stacchino assegni, ma migliorare i flussi di ricavi, gli sponsor eccetera, per poter investire nella squadra e limitare le spese non necessarie, cercando comunque di vincere. Penso che il taglio dei costi o questa economia di razionalizzazione sia stata una fase degli ultimi anni; ora la nuova fase è trovare nuovi flussi di ricavi e investire nella squadra. Lo squad cost ratio è del 70%. Quello che i soci portano al club è importante, ma c’è sempre un limite. Credo che sia una cifra corretta, ma vorrei dire che non vince solo il club con oltre un miliardo di ricavi. Dobbiamo essere creativi e visionari per il futuro, ma penso fermamente che ce la possiamo fare. Top player? Nessun club italiano può pagare quello che paga la Premier: dobbiamo essere realistici. Dobbiamo rispettare i parametri dello squad cost ratio e dobbiamo essere intelligenti nel gestire la nostra parte economico-finanziaria".


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