La situazione di Lorenzo Pellegrini alla Roma

L'arrivo a Trigoria il prossimo 13 luglio, per ritrovarsi insieme ai suoi compagni e svolgere con Ranieri il ruolo di anfitrione di Gian Piero Gasperini. La Roma prepara la stagione 2025-26, con un mercato in uscita movimentato a causa dei paletti imposti dal fair-play finanziario e con un nuovo ciclo intrigante affidato all'ex tecnico dell'Atalanta.
Una conferenza stampa di presentazione dalla quale sono ormai trascorse due settimane e il tempo di concentrarsi su altro, prima di tornare focalizzati sulla prossima annata giallorossa. Nei tanti temi toccati durante il colloquio con i giornalisti, Gasperini ha parlato anche di quello riguardante il capitano che troverà a Trigoria: "Pellegrini in questo momento è infortunato. Ma vale per lui e per tutti gli altri, devono avere lo spirito e la mentalità di fare la miglior stagione. A voi piace il Pellegrini quello che calciava, entrava, faceva gol. Magari vi piaceva meno il Pellegrini in difficoltà".
Una risposta che non chiarisce del tutto i dubbi che circolano ancora intorno al numero 7 della Roma.
L'anno più difficile della sua avventura alla Roma
La stagione 2024-25 è stata probabilmente la più difficile a livello individuale con la maglia giallorossa. Troppo scarna a livello realizzativo (solo 3 gol e 3 assist in tutte le competizioni) e con un minutaggio totale che ha superato appena i 2000 minuti, la quota più bassa dal suo ritorno alla Roma nel luglio 2017.
Con 29 anni compiuti qualche giorno fa e un contratto in scadenza a giugno 2026, il presente e il futuro di Lorenzo Pellegrini continua ad essere molto chiacchierato in un anno turbolento in cui è stato più volte proiettato lontano dalla Capitale. Il suo valore assoluto ha toccato picchi altissimi, con qualche problema di costanza negli ultimi anni, ma anche con la sensazione che ora, allenato da Gian Piero Gasperini, potrebbe riuscire a ritrovare non solo la condizione migliore, ma anche la continuità complicata anche dai troppi infortuni.
Il possibile ruolo con Gasperini
Partiamo proprio dal tecnico di Grugliasco e da qualche analogia che potrebbe tornare utile. I due calciatori più utilizzati della carriera di Gian Piero Gasperini sono stati Maarten De Roon, 358 presenze, e Mario Pasalic, 298. Due centrocampisti trasformati in delle icone indimenticabili della Dea, che occupano oggi rispettivamente il secondo e il settimo posto nella classifica di calciatori atalantini con il maggior numero di apparizioni nella storia del club.
Interpreti ai quali Gasperini ha affidato più ruoli nel corso delle stagioni, ai quali ha trasmesso la sua idea di calcio permettendo loro di interiorizzarla e di tradurla automaticamente in campo. De Roon ha agito da mediano con compiti differenti a seconda del calciatore scelto al suo fianco, ma anche come centrale di difesa in situazioni di emergenza e non; Pasalic ha giocato come centrocampista centrale, trequartista o seconda punta, offrendo la sua completa disponibilità alla causa bergamasca in 7 anni nei quali ha messo a referto 59 gol e 40 assist.
È soprattutto con il croato, accostato anche la Roma considerando la scadenza odierna del suo contratto con la Dea, che si possono trovare delle similitudini. Lorenzo Pellegrini ha giocato in molte posizioni nella sua avventura in giallorosso, agendo come mediano di un centrocampo a due, mezzala (ruolo in teoria in cui si esprime a meglio) di un trio, trequartista centrale o anche seconda punta spostata su uno dei due lati (preferibilmente quello sinistro). Ha illuminato con prestazioni entusiasmanti in Conference, Europa League e Serie A e ha a tratti innamorato i suoi tifosi per la facilità di calcio e la ferma volontà di lasciare sempre il segno. Elementi che oggi vanno immediatamente recuperati.
La sensazione è che, nonostante le parole di Gasperini posizionino tutti i giocatori a disposizione sullo stesso piano, ci sarà un'attenzione particolare per ritrovare la miglior versione di Lorenzo Pellegrini, da inserire nel novero di quella tipologia di calciatori (trequartisti duttili) che il tecnico di Grugliasco è riuscito costantemente a esaltare durante tutta la sua carriera bergamasca.