La sfortunata evoluzione degli MVP della finale di Champions League

Se esiste un patto con il diavolo forse qualcuno l'ha sottoscritto. Vivere una notte indimenticabile, essere il migliore della sfida più importante dell'anno, ma subire un infortunio gravissimo negli anni successivi. Un compromesso accettabile? La partita in questione è la Finale di Champions League e il trofeo ambito non è soltanto la coppa dalle grandi orecchie, ma anche il piccolo premio di MVP, di giocatore in qualche modo artefice più degli altri della vittoria appena conquistata.
Nell'ultima sfida, che ha visto confrontarsi PSG e Inter in una gara diventata storica per il risultato finale di 5-0, l'MVP è stato il 2005 Desiré Doué, autore di una doppietta e un assist, principale demolitore della squadra di Simone Inzaghi. Un premio a sorpresa considerando che alla vigilia era in aperto ballottaggio con Bradley Barcola e che tutti gli occhi erano puntati sul 10 Ousmane Dembelé, in piena corsa per la vittoria del Pallone d'Oro.
Poi le giocate e la freddezza dal 14, accolto come un eroe in patria nei festeggiamenti al Parco dei Principi. Un eroe alla stregua degli ultimi MVP delle Finali di Champions League che in comune non hanno soltanto tale premio. A legarli è infatti anche la sfortunata coincidenza di aver subito un grave infortunio nei mesi o nell'anno successivo a questa sfida.
Guardando al passato recente, possiamo partire da Liverpool-Tottenham del 2019. Segnano Salah e Origi, ma l'MVP è Virgil van Dijk che incorre nell'infortunio al legamento crociato anteriore un anno e qualche mese dopo (a ottobre 2020). La stagione successiva, da relazionare con la Pandemia da Covid-19 tocca a Coman decidere la Finale contro il PSG e assicurarsi il premio di MVP. Il francese, salvo qualche infortunio muscolare, non subisce lesioni importanti e c'è apprensione soltanto quando vien operato al cuore nel settembre 2021 per un leggero e non preoccupante problema cardiaco che lo tiene lontano dai campi per circa un mese.
Nella stagione 2020-21 il trionfo è del Chelsea di Thomas Tuchel, che a sorpresa ingabbia il City di Guardiola al Do Dragao, imponendosi di misura con il sigillo di Kai Havertz. L'MVP è però N'golo Kanté, onnipresente e insuperabile nell'ultimo atto. Nella stagione seguente iniziano i problemi al ginocchio e poco più di un anno dopo subisce uno stiramento che lo tiene fuori dal campo circa 200 giorni impedendogli anche di sputare il Mondiale in Qatar con la Francia.
Nel 2022 Thibaut Courtois para tutto a Salah e compagni e regala al Real Madrid un'altra Champions League; il gol vittoria lo segna Vinicius Jr., ma il belga gioca una sfida stratosferica che impone l'assegnazione del premio di MVP. Circa un anno dopo, la sentenza non tarda ad arrivare. Il portiere dei blancos e del Belgio subisce la rottura del legamento crociato anteriore ad agosto 2023. L'anno successivo vince il Manchester City di Pep Guardiola imponendosi di misura sull'Inter di Inzaghi con gol del futuro Pallone d'Oro Rodri, ovviamente MVP della Finale di Istanbul. Anche per il fenomeno spagnolo la rottura del legamento crociato anteriore arriva a circa un anno di distanza da tale gara, a settembre 2024.
Nel frattempo, qualche mese prima, il Real Madrid di Carlo Ancelotti è tornato sul tetto d'Europa superando in Finale il Borussia Dortmund con gol di Carvajal e Vinicius Jr.. A sbloccare il risultato e ricevere il premio di MVP della sfida è il terzino destro dei blancos, incorso nella rottura del legamento crociato anteriore nel corso di questa stagione, precisamente il 5 ottobre 2024, una decina di giorni dopo Rodri. Si tratta ovviamente di pura casualità, ma la coincidenza con cui sono capitati tali infortuni negli ultimi anni lascia comunque una sensazione lugubre di stupore.
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