La paura dell'esonero, Yildiz leader e i cambi in attacco: Tudor verso Lazio-Juve

La Juventus si prepara ad affrontare la Lazio all'Olimpico, nel posticipo che chiuderà l'ottava giornata di Serie A, e Igor Tudor - tecnico bianconero - è chiamato a reagire ai recenti risultati e a tornare a un successo che manca da tempo. L'allenatore della Juve ha parlato in conferenza stampa, soffermandosi sui temi dell'attualità bianconera e sulla sfida di domani. Queste le sue parole:
Come sta la squadra: "Motivata, vogliosa di fare una bella gara, ci siamo preparati oggi e ieri. Domani vogliamo andare e fare una bella gara".
I nuovi acquisti: "Non ci sono problemi, niente di particolare, un allenatore valuta e sceglie. Loro danno tutti, c'è tempo di adattamento anche a livello di squadra ma sono tutti ragazzi che danno sempre il meglio".
Yildiz come punto fermo: "Come Del Piero? I paragoni sono delicati, il calcio è diverso e Del Piero ha fatto la storia. Kenan è al primo anno da protagonista vero, è importantissimo e probabilmente il più importante della rosa. Gioca sempre, tutte le partite, non è facile. Anche gli altri si accorgono dei pericoli che porta, danno attenzione, gioca sempre ed è normale che il rendimento non sia uguale. Va anche in Nazionale, poi c'è anche il ginocchio, tutto fa parte di un discorso..."
Come sta a livello personale: "Io sto benissimo, io penso a me 0. Io provo a trovare le cose migliori che ci sono, la sensazione è positiva anche se abbiamo perso, c'è voglia di fare e di dare quello che c'è da dare, di provare a vincere, essere squadra. Domani un banco di prova, bisogna essere sul pezzo".
Quanti campioni servirebbero e paura dell'esonero: "L'importanza di questa domanda è zero, le analisi si fanno dopo, quando si finisce. Si prova a fare meglio che si può. Veramente, con tutta la sincerità, io questa paura e questi pensieri sono zero...me la godo, lucido anche nelle difficoltà, sapendo tutto quel che c'è intorno a me. Quando le cose sono chiare hai una forza che in altri momenti non avresti".
Gli attaccanti, serve continuità? "Non lo so, probabilmente c'è bisogno di giocare con tanti giocatori più offensivi e rinunciare alla solidità, è una soluzione...far giocare tutti insieme, una delle soluizioni può essere questa così come altri sistemi. Bisogna essere lucidi e vedere se la rinuncia a qualcosa può dare benefici. Sono domande che bisogna farsi quando si fa fatica a fare gol".
Tutti come leader: "Il problema generazionale è chiaro a tutti, è la prima ragione, la personalità è diversa e quando trovi un giocatore prima guardi le qualità. Se porta la personalità vera è oro, sono rari in queste generazioni. Va stimolata, non c'è un allenamento in cui non lo sprono. Io uno per uno ho detto che ognuno è un leader, a volte si può migliorare e a volte no...è questione di come sei nato anche".
Autocritica e ricordo all'OM: "Uno si deve adattare, tutte le squadre sono diverse e un allenatore deve adattarsi".
Chi viene fuori come leader e critiche fastidiose: "Le critiche non le leggo, davvero, non le so. Come leader Manuel ha personalità, Perin, Thuram secondo me in futuro, Kenan è un leader per i modi di fare e i comportamenti. Anche Dusan, David è uno giusto...ognuno deve tirare sempre su questa cosa. C'è sempre meno empatia al mondo e questa è una problematica generale".
Su Zhegrova, come sta? "Bella domanda, lui arriva da un anno senza partite, si è fermato subito dopo un allenamento pesante. Ha questa problematica, appena inizia a spingere torna questa cosa. Bisogna allenarlo nel modo giusto perché ci dia qualcosa, anche negli ultimi venti minuti. Può dare brillantezza, che inizi dal primo minuto non lo so...ora è impossibile".
La partita di Madrid: "Bisogna andare con la stessa mentalità e voglia di dare di più in tutte e due le fasi, la mentalità di non subire e poi fare gol. Sempre qualcosa di più".
Kelly e Kalulu: "A fare la differenza sono le prestazioni, se uno fa bene gioca sempre...niente di particolare".
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