La Fiorentina può sostenere un attacco con Kean e Piccoli insieme?

L'arrivo di Roberto Piccoli alla Fiorentina non si può definire come una sorpresa in senso assoluto, il club viola lo stimava da tempo, ma a onor del vero l'idea di portarlo a Firenze sembrava legarsi al potenziale addio di Moise Kean e non certo alla ricerca di un vice. Anche perché, il paradosso è evidente, i viola si trovano ad avere un vice costato ben di più del titolare e tra i colpi più cari in assoluto nella storia del club: diventa scontato provare a immaginare anche uno scenario che veda Piccoli e Kean in campo insieme, uno accanto all'altro.
Kean-Piccoli: convivenza possibile?
Ci viene incontro in questo senso il 3-4-1-2 su cui Pioli ha lavorato in estate, con Dzeko accanto a Kean: l'idea di schierare due punte non è dunque fantascientifica in assoluto agli occhi del tecnico gigliato. C'è però un distinguo evidente da fare e riguarda le caratteristiche del bosniaco, utilizzato fin qui quasi da rifinitore, orientato ad assecondare quelle sue note doti da "regista" d'attacco che tanto bene si integrano con un centravanti d'area di rigore. Senza alcun rischio, di fatto, di ostacolarsi con Kean e di risultarne una fotocopia.
Piccoli rappresenta qualcosa di profondamente diverso: una coppia Kean-Piccoli si pone come la quintessenza dell'attacco pesante, con due centravanti veri e propri e col rischio - potenziale - di pestarsi i piedi, di ricalcare l'uno i movimenti dell'altro. Si può comunque sottolineare come, per Piccoli, la prospettiva di giocare in coppia con un'altra prima punta non sia del tutto inedita: a Lecce, infatti, la coppia Piccoli-Krstovic ha rappresentato una costante sul finire del campionato 23/24 (in un 4-4-2).
Tornando ai viola: un 3-4-1-2 con Kean-Piccoli davanti e Gudmundsson a supporto, sulla carta, può apparire sbilanciato e privo di equilibrio; l'islandese sembra destinato a essere sacrificato, non perché escluso ma - verosimilmente - impiegandolo in vesti diverse, quasi da mezzala più che da trequarti vero e proprio. E si tratta, del resto, di una soluzione a cui stiamo già in parte assistendo. Pioli, dal canto proprio, non si è nascosto sulla possibile coppia: "Può giocare da solo e accanto a un altro attaccante" ha affermato parlando di Piccoli. A Torino, poi, è arrivata la controprova del campo: subito in campo insieme, Kean e Piccoli.
In questo senso immaginiamo in prospettiva futura un 3-5-2 con Fagioli in cabina di regia e Sohm-Gudmundsson a completare il centrocampo, con Dodò e Gosens da quinti. E proprio il ruolo dei due esterni a tutta fascia può rappresentare un aspetto chiave per sfruttare l'attacco pesante per eccellenza: il lavoro dei due esterni in fase di spinta può risultare sicuramente un fattore in presenza di due elementi così abili in area, pronti a sfruttare i cross. D'altro canto, e sarà probabilmente uno dei nodi critici della stagione viola, Gudmundsson appare destinato ad agire più lontano dalla porta, lontano dal profilo di seconda punta in cui ha saputo incidere maggiormente. Un tema problematico che, anche a Torino, è emerso in modo piuttosto lampante.
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