La fascia da capitano, gli anni difficili all'Inter e la gratitudine per Spalletti: parla Ranocchia

Andrea Ranocchia
Andrea Ranocchia / Marco Canoniero/GettyImages
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Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex centrale difensivo Andrea Ranocchia ha raccontato la sua esperienza con la maglia dell'Inter: dalla fascia di capitano ereditata da Zanetti e poi ceduta - contro la sua volontà - a Icardi agli anni bui in nerazzurro passando per una proposta allettante della Juventus e i ringraziamenti a Spalletti, oltre che l'apprezzamento per Antonio Conte.

"La fascia da capitano ereditata da Zanetti è stata una responsabilità enorme, anche se c'è stata la possibilità che non la indossassi. Era il 2014 ed ero in Brasile con la Nazionale, avevo due offerte: una dall'Inter per rinnovare e una molto importante dalla Juventus. Conte spingeva per raggiungerlo a Torino, poi Stankovic mi disse che vincendo lo Scudetto con l'Inter i tifosi mi avrebbero ricordato per sempre, mentre alla Juventus è il club a vincerlo. Aveva ragione e l'ho capito solamente tanti anni dopo".

"Gli anni bui dell'Inter sono legati ad un cambio di generazione e societario fatto di incertezze. È stato complicato. Ero lì da tanto tempo e per i tifosi era automatico prendersela con me. Nella mia testa andava tutto male, era come essere nelle sabbie mobili. Qualsiasi cosa cercassi di fare finivo sempre più giù. Facevo fatica a fare un passaggio, avevo paura, la palla pesava. Sui socialerano insulti continui, ferite che restano. Spesso ci si dimentica che i giocatori sono dei ragazzi che non hanno l'esperienza di gestire certe pressioni. Sono visti solo come privilegiati che non possono permettersi di stare male o essere depressi. Penso di aver vissuto la depressione, ho attraversato un momento di forte malessere psicologico. Non uscivo di casa per evitare di essere insultato, nel tunnel di San Siro mi tremavano le gambe, avevo perso autostima".

"La fascia da capitano data ad Icardi mi ha fatto male, ho iniziato un percorso psicologico ed è stato fondamentale per rialzarmi. Vi dico che quel famoso incontro tra Conte e Lautaro l'ho organizzato io, i guantoni erano i miei. Avevano due caratteri difficili, era un modo per sdrammatizzare".

"Sarò sempre grato a Spalletti, durante il ritiro mi aveva difeso dagli insulti di un tifoso. È stata la prima persona a proteggermi dopo anni. Conte è il mio padre calcistico, vive per il calcio e per le vittorie, è impegnativo come allenatore ma ottiene ciò che vuole. È inattaccabile".

"Oggi Inter e Napoli sono le più attrezzate per lo Scudetto, ma attenzione al Milan che non ha competizioni europee. L'Inter sarà protagonista anche in Champions League, ormai è un suo punto di forza".


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