La conferenza stampa di presentazione alla Juventus di Luciano Spalletti

Ieri la firma sul contratto di otto mesi, oggi la conferenza stampa di presentazione e di vigilia della sfida contro la Cremonese. Tutto in poche ore. Il neo allenatore Luciano Spalletti è stato chiamato per risollevare le sorti della Juventus e si è subito tuffato nell'ambiente bianconero rispondendo alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa. Insieme al mister, presente anche il direttore generale Comolli.
Le parole di Comolli
"Siamo lieti di annunciare Spalletti, siamo contenti perché è un grande esperto di calcio italiano ed è un allenatore di successo nei piccoli, medi e grandi club. Apprezziamo anche le sue capacità in generale, che può portare avanti il brand. Abbiamo sottoscritto un contratto fino al termine della stagione con la possibilità di prolungarlo successivamente. Ma c'è un accordo con lui per una collaborazione potenziale a lungo termine. Entrambe le parti abbiamo capito che questo è l'approccio corretto e durante la stagione ci si potrà sedere per decidere per il prolungamento".
"Io, Chiellini e Modesto siamo in contatto costante e tutti e tre eravamo d'accordo che fosse necessario cambiare guida tecnica e abbiamo scelto tutti e tre - e la proprietà - abbiamo scelto Spalletti. Tra noi non c'è neanche un centimetro di distanza sulla scelta del nuovo mister".
"Sul direttore sportivo stiamo restringendo le opzioni e la ricerca è ancora attiva".
"Con Spalletti abbiamo parlato anche del mercato, non c'è nessuna pianificazione. Se a gennaio dovessero esserci delle opportunità, ci siamo. Oppure possiamo intervenire per sostituire qualche giocatore che dovesse chiedere la cessione. Non perdo sonno a pensare a nuovi acquisti".
"A giugno era chiaro che Tudor sarebbe stato l'allenatore, non avevo mai sentito Spalletti prima di lunedì"
Le parole di Spalletti
"Sono delle sensazioni bellissime perché sappiamo tutti la storia di questo club, la sua organizzazione. Sappiamo che c'è una aspettativa alta, però poi entrarci dentro è sempre una bellissima emozione".
"Prevale la voglia di riportare ad alti livelli questa Juventus: ho assoluto rispetto per il lavoro fatto da Tudor, che saluto. Ho avuto la possibilità di conoscerlo, è una persona splendida ed un professionista di quelli seri. Sono sicuro di trovare una squadra in ottime condizioni, naturalmente dobbiamo lavorare in maniera forte per avere la possibilità di arrivare a quelle ambizioni. Sono contento di essere qui".
"Se non avessi creduto che la squadra avesse delle potenzialità perché avrei dovuto accettare un contratto di otto mesi. Credo di poter fare un buon lavoro con loro, perché poi si passa da lì, da quella che è la disponibilità, la volontà per fare dei risultati importanti. Io ci vedo delle possibilità di mettere a posto delle cose, poi non so quale sia il livello. Per un club come la Juventus bisogna rientrare in Champions League. E dobbiamo pare un buon lavoro per rimetterci in pari, le altre corrono forte".
"Ho portato quattro collaboratori: tre collaboratori tecnici e uno atletico. Loro sono forniti di altre figure in maniera corretta, c'è solo da prendere confidenza. Si tratta di Domenichini, Martusciello, Russo e Sinati. Daniele Baldini ha terminato la storia come collaboratore tecnico, io lo ringrazio anche se sono rimasto sorpreso. La decisione è stata sua".
"Fa parte del mio lavoro risolvere il problema dei gol degli attaccanti. I gol soprattutto sono una cosa fondamentale, per vincere le partite bisogna fare gol, il calcio offensivo è un'altra qualità importante ma l'essenziale è essere squadra, un gruppo che capisce quello che dobbiamo fare in campo: se siamo lunghi o sfilacciati, se uno ragiona in un modo e uno in un altro diventa tutto più difficile. È sicuramente stimolante".
"Mi sembra corretta l'analisi di Vlahovic, che i calciatori si rendano conto su quello che stanno dando ad una società che crede in loro. La battuta con Perin? È soltanto una battuta, so bene che noi dipendiamo molto dai calciatori. La qualità dei calciatori che fa la differenza, per cui la mia felicità dipenderà da loro per coinvolgerli perché nessuno ha la bacchetta magica, ma è il lavoro in campo a determinare il mio futuro. Fortunatamente non sono uno che ha bisogno di essere rassicurato del proprio futuro, ritengo corretto che si valuti di volta in volta. Non devo rimanere per forza in una situazione o perché sono legato da un contratto. Si fa questa esperienza insieme e la trovo una situazione molto semplice, onesta e chiara. Si inizia a lavorare cercando di collaborare tra tutti gli staff e tutte le persone del mondo Juve, che sono persone di valore e poi alla fine si tirano le somme".
"Spero di poter rientrare nel giro Scudetto, anzi è quello che si commentava nello spogliatoio con i giocatori. Si deve puntare al massimo, perché sono state giocate solo nove partite e sono tante le partite che mancano. Ne ho visti di tutti i colori nei miei oltre trent'anni di professione. Non vedo perché mi debba accontentare di finire la stagione senza provarci fino alla fine, ci metterò più mano e poi si vedrà quello che siamo riusciti a fare. Lo ripeto: assoluto rispetto dei valori di questi calciatori. Con Vlahovic parlerò, non ho ricevuto nessun limite dalla società, e vedo quello che lui fa e le sue risposte, e le sue intenzioni: da quello che ho visto contro l'Udinese l'atteggiamento è stato ottimo, ha fatto un'ottima partita".
"Per me oggi è il primo allenamento, alla vigilia di una partita, e quindi avendo rispetto del lavoro precedente è possibile che io possa dare continuità. Ci sono i presupposti per dare seguito al lavoro fatto precedentemente. È chiaro che ci sono calciatori che preferirebbero giocare in posizioni differenti, in tutti i casi bisogna creare disponibilità sia da parte dei calciatori che da parte mia. Possiamo provare anche la difesa a quattro, oltre alla difesa a tre".
"Io ho visto molte partite quest'anno, poche le ho viste definite che una squadra avrebbe avuto la possibilità di supremazia. Anche l'ultima partita del Napoli, una delle squadre più attrezzate. Noi non siamo nelle condizioni di poter essere presuntuosi di niente, di niente. Assoluto rispetto di tutto e per tutti e si va senza nessun tipo di slogan, poi gli slogan rischiano di sostituire i fatti. Il messaggio che vogliamo mandare passa dal campo".
"L'autodisciplina fa sempre la differenza, io sono abituato ad agire in autostop da bambino. Io ho avuto la possibilità di entrare in tutti gli spogliatoi di tutte le categorie del calcio e l'ho fatto sempre con massimo rispetto. E conoscevo anche se il magazziniere della squadra avversaria avesse un cane per sorprenderlo quando lo salutavo. Attraverso lavoro, autodisciplina, affetto, amicizia si può alzare il livello".
"Io ho lasciato in tutte le città dove ho allenato qualcosa e mi ricordo bellissime cose. A Napoli è venuta fuori una cosa superiore per la bellezza del calcio che abbiamo fatto e per quello che abbiamo portato a casa, uno scudetto bellissimo e importante. Ho instaurato un rapporto con quella gente particolare per cui rimarrà così, rimarrà tutto intatto da parte mia. Stamattina dovevo fare le analisi e mi sono fatto tirare il sangue dall’altro braccio perché di qua volevo che non fosse toccato niente. Per me non cambierà niente, io avrò sempre tantissimi amici a Napoli, dai quali ho ricevuto anche dei messaggi perché poi tornerò a Napoli che è una città che mi rimarrà sempre nel cuore aldilà di quelle che saranno le scelte professionali. Questo fatto di estrapolare quello che io ho detto su Napoli e della fine del rapporto, che non mi sarei messo nessuna tuta di nessun altra squadra, riguardava quella stagione lì; in quella stagione non avrei messo nessun altra tuta di nessun altra squadra come poi è stato. Poi ho avuto anche delle possibilità, tutti le hanno se vincono il campionato con il Napoli. Poi non posso mica smettere di fare l’allenatore perché sono stato un anno al Napoli".
"In campo quello che diventa fondamentale è vincere la partita, a volte si vince per una deviazione o per un rimpallo. Si cerca però di fare un bel prodotto per chi lo vede, anche voi (giornalisti, ndr) siete alla ricerca di qualche parola nuove. Questo alza la creatività delle persone. Ogni volta che sono venuto da avversario qui, ho sempre percepito la bellezza di innovazione, tecnologia, anche dentro il campo bisogna fare qualcosa di nuovo".
"Koopmeiners è un calciatore che conosco bene, l'ho seguito nelle avventure precedenti, poi costava tanto, ma è un calciatore che mi piaceva e avevo tentato di convincerlo a raggiungermi. Per me rimane quell'idea lì che ho visto, secondo me è un mediano/mezzala, perché poi lo dice la sua storia, ha giocato anche davanti alla difesa. Qui bisogna fare i complimenti a Gasp che ha tirato il meglio da questo calciatore anche in una posizione diversa. Ingabbiato e con le spalle girate nei pressi di una linea avversaria, non ho la qualità di Yildiz o di Openda o di calciatori nati per quel ruolo lì e per quella posizione di campo dentro il traffico, ma Gasp ha tirato fuori il massimo anche da questa posizione con un giocatore che ha altre caratteristiche".
"Non do nessuna percentuale sulla squadra. So quale sarà il mio comportamento con la squadra: devo entrare nella mente dei giocatori. Oltre trent'anni faccio questo lavoro e ho avuto la possibilità di vincere molte partite e mi fido del mio comportamento e la differenza la fanno sempre i calciatori. Però poi avere una complicità nel fare le cose, una disponibilità, un metodo, fidarsi delle nostre capacità. Il percorso che abbiamo davanti che poi ci può far cambiare le cose. Il calcio si è evoluto, è cambiato rispetto a quando ho iniziato ad allenare. Vanno capite le situazioni di gioco, come comportarsi e che si sia tutti in sintonia. Quello fa la differenza e si va ad essere una squadra che ha delle capacità superiori a quelle dettate come singoli calciatori".
"In tv ho sentito dire che singolarmente molti non sono da Juve, ma se questi giocatori riescono a dare il meglio di se stessi e lo mettiamo a disposizione, può essere sufficiente per essere da Juventus".
feed


