La conferenza stampa di Chivu come nuovo allenatore dell'Inter

Nella nottata italiana, Cristian Chivu è stato presentato come nuovo allenatore dell'Inter. La squadra nerazzurra al momento si trova negli Stati Uniti per il Mondiale per Club 2025 e la società ha approfittato della situazione per presentare il successore di Simone Inzaghi (anche lui presente in America con il suo nuovo club). Dopo l'esperienza con il Parma, portato alla salvezza, per l'ex difensore si sono aperte le porte della sua ex squadra da calciatore. Le parole in conferenza stampa di Chivu sono state anticipate dal presidente Beppe Marotta e riportate da Sky Sport.
"Ho il piacere di presentarvi mister Chivu. Come sapete il calcio è un mondo che brucia tutto con grande facilità. Eravamo legati a un allenatore a cui eravamo affezionati e che ci ha dato molto che è Simone Inzaghi, ma dopo un legame molto lungo di quattro anni si è arrivati ad una conclusione: in termini contrattuali a un divorzio consensuale. Ci siamo lasciati sicuramente molto bene perché ci ha fatto trascorrere anni indimenticabili ed è stato attore principale di questo nostro cammino. Ci siamo trovati nella situazione di dover provvedere a una sostituzione adeguata. Con grande velocità abbiamo individuato in Chivu il profilo ideale e questa scelta è stata condivisa con la proprietà".
"Non è un ripiego, si è parlato anche di confusione del Club: assolutamente no. È stata una decisione molto rapida ma c'erano aspetti burocratici perché era legato al Parma, che ringrazio. Il nostro orgoglio è di avere un allenatore made in Inter, che arriva dalle giovanili. Fa un calcio divertente e che sposa le ambizioni della società".
"Anche l'anno prossimo parteciperemo a tutte le competizioni e non è cosa da poco, non tutte le squadre ci riescono. Il risultato nella finale di Champions League è stato clamoroso ma dobbiamo metterlo da parte e imparare da quella serata. Noi però eravamo lì a giocarcela. Annuncio anche in modo ufficiale che l'anno prossimo parteciperemo anche al campionato di Serie C Lega Pro con l'Under 23".
"Presentiamo Chivu in questa cornice inedita perché la stagione non è ancora finita. Ha questa coda che testimonia che l'Inter è una delle squadre più forti al mondo"
La conferenza stampa di Cristian Chivu
"Avevo già fatto l'allenatore dell'Inter, anche se nel settore giovanile. L'orgoglio e la responsabilità che ti dà e il nome di questa società ti fa avere sempre qualcosa di speciale, anche se si tratta solo del settore giovanile. Voglio portare avanti questo senso di responsabilità che ho avuto il primo giorno, che Ausilio mi portò ad Appiano, quando sono arrivato all'Inter da giocatore ma anche quando ho iniziato con l'Under 14 da allenatore. Il senso di responsabilità mi accompagna in questa società da un bel po'".
"Con i compagni del triplete abbiamo una chat, siamo compagni per la vita. Oggi ho visto Maicon e mi ha fatto piacere e ho ricevuto messaggi speciali che tengo per me. Mi fa piacere avere il loro sostegno".
"Coraggio non è solo dell'Inter, è anche il mio essere qui, allenatore di una delle squadre più forti in Europa. Bisogna portare avanti quello che di buono è stato fatto e accettare che nel calcio si vince e si perde. L'importante è fare le cose bene".
"Quello che parte è un nuovo vecchio progetto perché bisogna portare avanti quello che è stato fatto finora, l'asticella è stata alzata negli ultimi anni e bisogna continuare su questa linea con fiducia e autostima per mantenerla lì. Sarà un onore partecipare al Mondiale per Club: è una competizione nuova, non sarà semplice ma siamo qui a fare del nostro meglio".
"Conosco questo club da tanto, so cosa possono dare i giocatori. Alcuni saranno delusi dal finale della scorsa stagione ma hanno fatto un percorso fantastico".
"Abbiamo iniziato a prepararci, rispettiamo tutti gli avversari, qui giocano le 32 migliori squadre al mondo. Per me è stato una sorpresa, la mia intenzione era continuare a Parma. Quando l'Inter ha chiamato ho chiesto loro di chiamare Cherubini per chiedere il permesso, poi ovvio che se chiama l'Inter è motivo d'orgoglio e un onore per quello che ha rappresentato. Con Inzaghi ho un bel rapporto, l'ho chiamato prima che mi chiamasse l'Inter quando ho saputo che non continuava con l'Inter poi non l'ho più risentito".
"Non dobbiamo dimenticarci il percorso fatto, non si valuta il valore di una squadra per non aver alzato il trofeo dopo essere arrivata in fondo. Il dovere di una squadra è provarci fino in fondo, poi si vince e si perde. Per me non è una stagione fallimentare, pensiamo a quando ha eliminato Bayer Leverkusen e Barcellona, cosa si diceva dell'Inter. Il fallimento non esiste nel calcio, esiste solo quando si guardano scuse e alibi. Non mi è sembrata proprio una squadra che cerca colpevoli".
"Obiettivi? Siamo ancora presenti in una competizione e siamo qui per onorarla e aggiungere qualcosa di importante. Ora voglio ritrovare autostima ed energia a questi ragazzi meravigliosi, del futuro parleremo dopo".
"Dal punto di vista umano darò tutto quello che ho. Ho rispetto, riconoscenza e interismo. Perché questa società mi è rimasta nel cuore e mi ha fatto innamorare; dal punto di vista professionale dirette voi se sono bravo o no. Perdere una finale di Champions League fa male, anche io prima di quella del 2010 pensavo 'e se la perdo?'. Ma ai ragazzi ho detto di concentrarsi sul percorso che hanno fatto, l'Inter ha l'obbligo di ambire a cose importanti. Mourinho l'ho sentito al telefono, abbiamo parlato".
"Ho molto rispetto per il calcio messicano, ha fatto grandi investimenti su giocatori giovani e anche più esperti. Ovunque gli standard sono alti. Le competizioni internazionali hanno sempre il loro fascino perché c'è tanta imprevedibilità e si affrontano squadre più spensierate. La nostra squadra ha una certa esperienza, è arrivata in fondo alle competizioni europee negli ultimi anni".
"Al debutto in Serie A da allenatore ho provato a dare il meglio per raggiungere un obiettivo, che era la salvezza. È stato bello e intenso, nelle difficoltà impari a non lamentarti, tappare i buchi e andare avanti perché questo fa un allenatore, altrimenti sarebbe troppo facile stare in poltrona".
"Il Monterrey fa un gioco propositivo, verticale e con qualità dei giocatori".
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