L'opinione di Marchisio sulle difficoltà della Juventus e su cosa manca alla squadra

Claudio Marchisio
Claudio Marchisio / Nicolò Campo/GettyImages
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In una lunga intervista concessa a La Stampa, Claudio Marchisio tra i temi trattati ha parlato della Juventus, delle difficoltà a tornare a vincere, della sua scelta di rimanere in bianconero nonostante le sirene di alcune big europee.

"Nella Juventus ci sono stati troppi cambiamenti: a livello societario, di allenatore e di giocatori. Una squadra vincente non la costruisci in sei mesi, in un anno. Vi faccio un esempio: prima di iniziare a vincere, la mia Juve era reduce da due settimi posti. Nel gruppo c'erano sei/sette undicesimi di giocatori sul mercato perché c'era bisogno di fare cassa o perché si diceva non fossero da Juve. Poi però sono rimasti e hanno fatto la storia del calcio. Sui giudizi bisognerebbe stare più calmi".

"Sul mio conto si parlava tanto di Manchester United e Bayern Monaco. Qualche film me l'ero fatto, ai tempi. Anche perché ho sempre avuto la passione dei centrocampisti box to box della Premier League: il Manchester United mi attirava. Ma non c'è mai stato il desiderio di andare ad approfondire".

"Sono dell'idea che le squadre forti nascono da un centrocampo forte. Il calcio è cambiato, per carità: chi fa mercato investe sui braccetti e sui terzini. Ma credo che alla Juve manchino una o due pedine in mezzo. Ora però il mercato è chiuso e bisogna alzare il livello con chi c'è, che comunque non è male. Difendo sempre Locatelli: è italiano, tifoso juventino, ha qualità. Poi c'è Thuram, imprescindibile, Mi auguro che il nuovo acquisto possa essere Miretti. Koopmeiners? Deve trovare nella testa lo switch che gli permetta un rendimento all'altezza".


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