L'Italia e l'abbondanza (inedita) di centravanti: tutte le opzioni per Gattuso

La capacità di far coesistere una determinata tipologia di attaccante. In pochi mesi l'Italia sta provando a dimenticare e iniziare un nuovo ciclo; in parte come era accaduto con il passaggio del testimone fra Mancini e Spalletti dopo la mancata qualificazione al Mondiale in Qatar. Un paio di novità di formazione, un cambio di sistema e una nuova linfa vitale per costruire una struttura diversa sulla quale far camminare il carro Italia.
Gennaro Gattuso ha assunto l'incarico da CT con la consueta umiltà, provando varie opzioni di sistema, ma soprattutto ricominciando a puntare sui calciatori del momento, gli interpreti più in forma. Fra questi spiccavano, e spiccano ancora, Mateo Retegui e Moise Kean, due prime punte di peso con caratteristiche per molti versi simili che in Nazionale riescono a funzionare insieme e che hanno trascinato finora gli azzurri nell'avvio del nuovo ciclo. 7 gol e 7 assist totali in 3 partite ciascuno e le evidenti difficoltà degli avversari di marcare due attaccanti così nella stessa gara.
Smettere di cercare un numero 10
È apparsa spesso come un'ossessione, come la principale colpa dell'Italia in confronto alle altre grandi Nazionali del vecchio continente. L'incapacità non solo di crescere pochi calciatori con il vizio di saltare l'uomo (connessa alla costante polemica riguardante i settori giovanili), ma anche di trovare da tempo un numero 10 capace di ergersi come fantasista-trascinatore degli azzurri; come lo sono Musiala e Wirtz per la Germania, Yamal per la Spagna, Mbappé e Dembelé per la Francia e ancora Palmer per l'Inghilterra.
Nel nuovo sistema di Gattuso non appare necessario un numero 10 che agisca alle spalle di una prima punta di peso. Quel ruolo affidato nel ciclo Spalletti alternativamente ai vari Raspadori, Maldini e anche agli adattati Barella e Pellegrini. Nella contemporaneità azzurra manca una figura con spiccate caratteristiche da seconda punta (solo il duttile Raspadori la rappresenta pienamente) e quindi la rinuncia a crearla in modo forzato può essere, secondo noi, letta in maniera totalmente positiva.
Gli attaccanti centrali a disposizione di Gennaro Gattuso
Moise Kean e Mateo Retegui sono gli attaccanti principali, i titolari, coloro che nella passata stagione hanno segnato insieme oltre 40 gol in Serie A vestendo le maglie di Fiorentina e Atalanta, e che con la Nazionale azzurra di Gattuso hanno finora contribuito direttamente a 14 reti. Ci sono ovviamente degli elementi da affinare, ma la sensazione è che i due riferimenti centrali stiano sviluppando una connessione sulla quale continuare a lavorare in vista dell'ormai quasi scontato Playoff e dei possibili Mondiali estivi in America.
Loro sono gli attaccanti di spicco, ma non gli unici con determinate caratteristiche a cui il CT dovrà guardare nel corso della corrente stagione sportiva. Francesco Pio Esposito sta compiendo passi da gigante nel percorso di crescita e Gattuso ne ha parlato così al termine della sfida con l'Estonia, nella quale ha festeggiato il terzo gol sostituendo l'infortunato Kean nel primo tempo. "Si merita tutto. Quando vedi un ragazzo di quest’età, con poca esperienza, che va su ogni pallone come se fosse quello della vita - spiega - È incredibile, quando viene a legare il gioco sbaglia pochissimo, dà quantità, è un ragazzo che si fa volere bene e che sono sicuro non perderà la testa. Deve continuare, deve migliorare: l’educazione, la disciplina e il rispetto ce l'ha. Ora sta a noi e sta a lui. Ma ci scommetto, uno così la capoccia non la perde...".
L'attaccante dell'Inter è senza dubbio sotto i riflettori più di altri come Lorenzo Lucca e Roberto Piccoli, opzioni che il CT tiene in considerazione, e in attesa del rientro di Gianluca Scamacca. Se l'attaccante in forza all'Atalanta dovesse riuscire a superare i problemi fisici che hanno condizionato l'ultima stagione e l'avvio della corrente, sarebbe sicuramente fra le prime alternative alla coppia titolare di cui sopra. Nomi a cui bisogna aggiungere poi quelli di due giovanissimi, facenti parti dell'Italia U21 di Baldini. Il primo è ovviamente il predestinato Francesco Camarda, 2008 che si è anche sbloccato con il Lecce di Di Francesco esultando per la prima volta in Serie A ancora minorenne; il secondo è Jeff Ekhator, 2006 che sta a provando a convincere Vieira a cambiare le gerarchie del Genoa e che ha segnato proprio nell'ultimo turno di campionato al Maradona contro il Napoli.
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