L'impatto con l'Inter, i no di mercato e la stima per Chivu: parla Bonny

Niente Lookman per l'Inter, l'arrivo dell'attaccante dell'Atalanta è definitivamente sfumato dato il muro eretto dalla Dea, ma l'attacco nerazzurro ha comunque accolto un nuovo acquisto nel corso dell'estate: Ange-Yoan Bonny ha infatti seguito Chivu nell'avventura nerazzurra, dopo le buone cose mostrate a Parma. Lo stesso Bonny ha parlato a La Gazzetta dello Sport in vista dell'inizio della stagione. Queste le sue parole:
"Ci siamo preparati come si deve. Le amichevoli mi sono servite per iniziare a capire come la squadra giochi, in cosa io possa essere più utile e che cosa i compagni si aspettino da me. Gran parte del gruppo si conosceva da anni, ma anche noi nuovi ci stiamo adattando bene: la preparazione è stata dura, ma le gambe iniziano a girare...".
Se è stato un precampionato duro: "Sì, è stata bella tosta: l’intensità degli allenamenti è la cosa che mi ha colpito di più, ma è necessaria. Ti accorgi che stai mettendo benzina nel serbatoio e che ti servirà dopo. Visti gli obiettivi davanti, una squadra come l’Inter deve essere pronta a giocare tante partite e non lascia indietro niente".
Impatto coi nerazzurri: "È stato di adattamento, scoperta, anche fatica, ma tutto davvero bello. Sono arrivato in un mondo completamente nuovo, ma i compagni mi hanno accolto come fossi un loro... fratellino. Dovrei elencarli tutti perché, insieme, fanno sentire un'atmosfera quasi familiare".
Su Chivu: "Il rapporto con lui non è cambiato, è lo stesso mister di Parma, a un livello più alto, ma con uguali qualità. È diretto, esigente, onesto. Sono molto contento di averlo incrociato al momento giusto della carriera: gli devo tantissimo, se sono qua è anche merito suo. Ora sono molto carico e cercherò di prendere il mio spazio perché questo è solo l’inizio. Ma questo inizio mi piace...".
Altre big rifiutate: "Diverse squadre mi volevano ma non ho avuto dubbi: quando l’Inter ti cerca, non ci pensi due volte. Questa squadra era ciò che chiedevo, qui volevo vivere il mio sogno da bambino. Appena firmato, ho messo sui social una foto fatta da piccolo in nerazzurro: era destino... Quella era la prima maglia da calcio comprata da mamma a sei anni, ci sono legato per la vita. E poi questo è un club molto francese, visti i campioni che ha avuto".
Se la cifra per acquistarlo pesa: "Sono solo numeri, non devono pesare. Non è il mio lavoro pensare al prezzo, ma sudare perché ho tantissimo da migliorare. In tutto, ma in due cose in particolare: la freddezza sotto porta, perché devo segnare di più, e anche il gioco aereo".
Thuram e Lautaro: "Li studio, cerco di capire le sfumature, il modo in cui si muovono, con o senza palla, lo faccio per provare un giorno ad avvicinarmi al loro livello: adesso sono molto lontano. Sia Lautaro che Thuram mi hanno detto due semplici cose, da fratelli maggiori: la prima, 'divertiti'. La seconda, 'cerca sempre la porta', perché siamo attaccanti e veniamo valutati anche sui gol che facciamo".
Ruolo preferito: "Qui tutti possiamo giocare con tutti. Perfino tutti insieme, perché no? A me piace fare la seconda punta e posso fare anche il centravanti, se servisse. Ma mi trovo bene anche partendo da dietro. Il fatto di aver fatto per anni il centrocampista nelle giovanili mi aiuta a leggere le situazioni sulla trequarti e a capire i movimenti degli altri".
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