L'impatto col Napoli, le voci sul Milan e le richieste di Conte: parla Hojlund

Dopo l'esperienza non esaltante con la maglia del Manchester United, che aveva scelto di investire forte su di lui acquistandolo dall'Atalanta, Rasmus Hojlund è tornato in Serie A per cercare il riscatto personale e per dare al Napoli la possibilità di sostituire l'infortunato Lukaku. L'attaccante danese ha parlato a La Repubblica del proprio ritorno in Italia e dell'impatto con Napoli, queste le sue parole:
Ritorno in Italia: "È sempre come la ricordavo dalla stagione con l’Atalanta, qui il calcio è molto tattico, ci sono tanti duelli uomo contro uomo. In Premier invece il ritmo è un po’ più alto: tutti sono veloci, forti ed esplosivi fisicamente. Ecco se devo indicare una differenza tra i due campionati è proprio questa. A 22 anni ho già un bel po’ di esperienze alle mie spalle. Ma adesso sono a Napoli e conto di fermarmi".
Attaccanti più forti: "A livello mondiale i più forti per me sono Cristiano Ronaldo, Haaland, Lewandowski, Gyökeres. In A invece scelgo Lukaku, Vlahovic, Lautaro Martinez e poi ci sono io, Rasmus. Gli scandinavi? Le doti fisiche le abbiamo sempre avute per natura e oggi i centravanti possenti sono molto richiesti. Poi negli ultimi vent’anni abbiamo creato delle eccellenti accademie, che formano tanti ottimi giocatori, specie in attacco: non solo Haaland e Gyökeres, ma penso a Sørloth, a Isak, a Harder che farà strada".
Conte: "Lui sa che devo migliorare il mio italiano e me lo chiede in continuazione, preoccupato di farsi capire. “È chiaro? È chiaro?”: sono le parole che usa più spesso con me. Io gli rispondo sempre di sì, ma se ho un dubbio chiedo ai compagni. Sostituire Lukaku? Non tocca solo a me, nel Napoli ci sono anche altri attaccanti bravi come Lucca e Ambrosino. E aspettiamo con ansia il ritorno di Romelu, da lui abbiamo tutti da imparare".
Voci sul Milan: "So solamente che sono felice dove sono: qui a Napoli. Affronteremo una squadra davvero forte, che sembra stia giocando bene con il suo nuovo allenatore. Ma andremo lì per cercare di ottenere il massimo. Scendere in campo con lo scudetto sulla maglia è una responsabilità, oltre che un privilegio".
Impatto col Napoli: "Qui c’è una cultura calcistica speciale, l’ho avvertita subito quando sono venuto a Napoli per la prima volta da avversario, con l’Atalanta. I tifosi erano pazzi e molto appassionati, questo li rende diversi dagli altri. La città è veramente bella, il clima è meraviglioso. Ma ho soprattutto trovato un ambiente familiare, quello di cui avevo bisogno a questo punto della mia carriera. Superstizioni? Prima di entrare in campo guardo le stelle e prego, per chiedere l’aiuto di mia nonna Bodil. Lei è scomparsa sei anni fa. Invoco la sua guida e anche un po’ di fortuna. McTominay? Nella vita è sempre il solito Scott: bravissimo ragazzo, simpatico. Ma in campo è cresciuto moltissimo, giocando in Italia. Il mio obiettivo è ripetere il suo percorso".
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