L'esperienza alla Lazio, lo scouting e gli obiettivi al Milan: le parole di Igli Tare

Igli Tare
Igli Tare / MB Media/GettyImages
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Al Social Football Summit, il direttore sportivo Igli Tare ha raccontato il suo inizio di carriere da direttore sportivo, la crescita avuta alla Lazio, il passaggio al Milan e gli obiettivi presenti e futuri da dirigente rossonero. Queste sono le parole riportate da TuttoMercatoWeb.

"Sono entrato nella sede della Lazio per firmare un contratto da giocatore e sono diventato direttore sportivo, ma con Lotito tutto può succedere. È stato un visionario perché aveva già capito tante cose di me. Ho deciso in due giorni perché all'epoca ero anche capitano della nazionale albanese. Poi il giorno dopo sono andato a presentarmi da nuovo direttore sportivo ai miei ex compagni di squadra ed è stato davvero difficile dirglielo".

"Non mi è pesato subentrare a Sabatini. Lui è una mente straordinari e ho imparato davvero tanto da lui, ho cercato subito di entrare nel mio lavoro, non ho avuto il tempo perché dopo due settimane era partito il ritiro ed era una cosa nuova alla quale dovevo abituarmi. Ho aperto le porte per tutti, volevo imparare il colloquio per la gente. I primi tre mesi sono stati molto utili".

"Sono sia un direttore da campo che da costruttore di squadre, perché per costruire una squadra hai bisogno di capire le situazioni di campo. È fondamentale fare entrambe le cose bene. Tu devi conoscere da vicino tutte le problematiche di questo lavoro soprattutto nelle squadre con i grandi campioni che devono avere spazio. Nelle scelte il carattere è fondamentale. Non è da tutti giocare all'Olimpico o al Meazza. È fondamentale prendere giocatori che hanno voglia di sbagliare, perché chi riesce a reagire dopo gli errori dimostra di essere da grande squadra".

"Io faccio le stesse cose di quindici anni fa perché dobbiamo rimanere giovani nella testa. L'esperienza ti insegna tanto perché il calcio di oggi è frenetico e non ti dà tempo, io ho imparato tanto dalle grandi sconfitte perché solo dopo quelle riesci ad imparare. I ragazzi di oggi sono molto più sensibili, bisogna entrare in profondità, guadagnano come un'azienda. Non sono un grande fan dei dati e dell'intelligenza artificiale, per me sono cose che aiutano ad avere una visione ancora più ampia, però la sensibilità nel capire caratteristiche e personalità dei giocatori non te la danno. Vanno usate nel modo giusto, alla lunga serve anche tanto altro. L'esperienza è fondamentale, serve una profonda conoscenza dei valori umani delle persone".

"Sarei un bugiardo a dire che non voglio vincere lo Scudetto o la Champions League con il Milan, però serve un po' più di pazienza perché la squadra deve consolidarsi in questi mesi. Purtroppo abbiamo avuto tanti infortuni che hanno inciso, ma siamo sulla buona strada. Ho il desiderio di vincere con questo club glorioso. Mi aspettavo di essere in questa posizione anche grazie agli arrivi di Nkunku e Rabiot".

"Rispetto alla Lazio siamo organizzati in maniera diversa. Stare con Ibrahimovic è sempre bello. Poi io era abituato ad una gestione molto corta, qua dobbiamo essere bravi a collaborare per un grosso obiettivo. Con la Lazio in 15 anni abbiamo portato una squadra che aveva un salario massimo di 500mila euro fino ad arrivare a giocatori come Luis Alberto e Immobile, che guadagnavano più di 4-5 milioni di euro".

"Al Milan ho portato quello spirito che si era creato con Simone Inzaghi perché eravamo una famiglia. Questa gestione mi piace e vorrei creare anche nel Milan. Sono molto contento perché abbiamo creato un rapporto di grande empatia con lo staff di Allegri. L'assenza di coppe? Ci sono dei pro e dei contro. Noi abbiamo cambiato tanto, ma possiamo lavorare tanto perché non giochiamo in Europa. Ora abbiamo le basi per creare il futuro".

"In un calciatore cerca la personalità. Io analizzo come reagisce un calciatore dopo l'errore. Poi ci sono la fisicità e intensità. Sulla personalità si può lavorare, dobbiamo farli sentire importanti perché non tutti hanno un carattere forte. Devono lavorare insieme per crescere come squadra. Il talento più cristallino avuto è stato Ravel Morrison, l'ho portato alla Lazio per riaccendere, ma non si poteva, però in allenamento faceva cose incredibili".

"Modric ha una personalità atipica, dopo le vittorie vedendolo festeggiare nello spogliatoio come un bambino di 10 anni e la cosa più bella del mondo".

"Tre termini per descrivermi: personalità, determinazioni e sincerità".

"Conosco bene il Derby di Roma, sono curioso di vivere quello di Milano. Io ero tifoso del Milan quindi per me è molto speciale. Queste sono partite che non si vincono ma si giocano, sarà importante ma non fondamentale. Sarò importante per la città e per dare credibilità al progetto. La classifica è molto corta e cambia ogni settimana, l'equilibrio è fondamentale e noi dobbiamo pensare a tornare in Champions League. Questo è un momento chiave della stagione e ci dispiace per il pareggio a Parma. Per noi è importante vincere per non perdere punti in classifica. A marzo capirei se saremo in grado di vincere, non era scontato ma sapevo che potevamo competere":

"Con Allegri mi sento spesso, abbiamo un grande rapporto, lui trasmette emozioni al gruppo. Non so che mercato sarà per noi, valuteremo attentamente ogni opportunità. Non penso sarà un mercato importante ma saremo pronti se sarà utile".


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