L'esonero di Tudor come fallimento e i metodi di Spalletti: Juve, parla Perin

Mattia Perin
Mattia Perin / Ivan Romano/GettyImages
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C'era anche Mattia Perin tra gli ospiti del Social Football Summit 2025. Nella cornice dell'Allianz Stadium, l'intervento del secondo portiere della Juventus si è principalmente concentrato sull'importanza dell'aspetto mentale per giocatori, ma non sono mancate domande riguardanti le vicende recenti in casa bianconera, come l'esonero di Igor Tudor e l'arrivo in panchina di Luciano Spalletti. Ecco le parole di Perin riportate da Tuttosport.

Sui momenti difficili della sua carriera:
"Ce ne sono tanti. Quello che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi è quanto siamo determinati a lavorare su noi stessi. Durante gli infortuni che ho avuto, le volte che credevo di meritare di giocare e non venivo messo in campo, è stato fondamentale trovare l'equilibrio, accettare la frustrazione e le emozioni che percepiamo come negative. Ho imparato che tutte le emozioni con equilibrio possono portarci sempre qualcosa di buono. Quello che ho imparato cerco di metterlo a piccole dosi nella vita dei miei figli e mi riempie di orgoglio vedere tutto questo. Ogni volta che commettevo un errore, pur di non pensare guardavo ore di documentari su qualsiasi cosa: dagli Egizi, all'arte. Adesso accetto l'errore e lo analizzo. Lo accetto e cerco di trovare la soluzione per risolverlo".

Com'è cambiato lo spogliatoio rispetto al passato:
"La parola è una magia. Uno dei problemi della società moderna è che siamo meno empatici e dialoghiamo meno, i non detti creano frizioni, poi allontanamenti. Lo stesso vale nello spogliatoio. C'è stato un grandissimo passo indietro. Quando ho iniziato giocavo con gente del 74-75-76, ora del 2005, 2006... c'è stato un grande passo indietro dello standing umano. Adesso si fa fatica a trovare il tempo e il momento per dialogare tra noi compagni, per condividere gli stati d'animo. Anche solo, beviamo un caffè insieme. Oggi stiamo perdendo dialogo ed empatia tra di noi".

Sull'importanza dell'aspetto mentale:
"La Juve mette a nostra disposizione Beppe Vercelli. Lui è un grandissimo psicologo e anche nel settore giovanile ci sono degli psicologi. Può far la differenza essere affamati, ma non perdete la voglia di guardare le cose da diverse prospettive".

Sull'esonero di Tudor:
"Sono momenti difficili perché non so se da fuori si percepisce ma quando un allenatore viene cambiato ci sentiamo i primi responsabili, perché l'allenatore conta molto ma in campo ci andiamo noi. È un fallimento, ma da questi si può rinascere e costruire qualcosa di importante se si hanno delle basi solide".

Su Spalletti:
"Il mister sta provando a portarci dei nuovi concetti a livello tecnico, è meticoloso, attentissimo, quasi maniacale. Ci serviva una scossa da questo punto di vista, dal punto di vista emotivo sta cercando di farci capire che se indossiamo questa maglia è perché lo meritiamo e dobbiamo dimostrarlo un po' di più".


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