L'era Spalletti, il DNA Juve e il paragone tra Yildiz e Del Piero: parla Pessotto

Intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, l'attuale dirigente bianconero Gianluca Pessotto ha parlato del nuovo corso Juventus sotto la guida tecnica di Luciano Spalletti, del DNA del club, della crescita di Kenan Yildiz e il paragona con Alessandro Del Piero.
"Vedere tornare la Juventus a vincere in Italia e in Europa, è la nostra ambizione e il lavoro di ogni giorno di chi lavora nel club. Per DNA, storia, qualità e riusciremo a tornare protagonisti come in passato".
"Bisogna dare tempo a Spalletti per lavorare, giocando tanto è più complicato il lavoro quotidiano perché bisogna recuperare dalle partite. Ogni minuto è importante e ci vuole pazienza. Il mister ha grandi qualità, è questione di tempo ma è evidente come la squadra debba crescere nella sua ambizione e il tempo ci dirà se il percorso è quello giusto. Sono fiducioso, ogni cosa deve insegnare dove si vuole arrivare. Siamo in una fase ancora intermedia, ma i segnali sono positivi".
"Oggi non siamo in grado di ragionare su obiettivi come lo Scudetto, ma dobbiamo avere la testa per farlo. Se ci accontentiamo è un errore grave. Chi arriva a volte non ha esperienza di grandi vittorie e dobbiamo imparare a vincere crescendo e soffrendo. Il valore crescerà, abbiamo già giocatori bravi ma dobbiamo ancora migliorare e valutare dove intervenire. Dobbiamo lavorare partita dopo partita cercando di ricostruire al meglio per tornare ad essere protagonisti".
"Il lavoro svolto con i giovani è incredibile. Abbiamo avuto ragazzi che si sono affacciati alla prima squadra con un percorso completo e lineare. Siamo contenti del risultato ottenuto, Yildiz è il fiore all'occhiello ma ce ne sono tanti altri: da Miretti a Savona e Huijsen fra gli altri. Anche quando il percorso non è più nella Juventus è un orgoglio per tutti".
"Yildiz paragonato a Del Piero? È sempre difficile fare paragoni, sono arrivato a 25 anni in bianconero e lui ne aveva 21. Quello che li accomuna è la mentalitù ed è una cosa che abbiamo notato da subito. Aveva subito chiaro l'obiettivo di diventare un calciatore importante. Era così anche Alex, mentalmente un killer. Dovrebbero farlo tutti, lavorando ogni giorno per essere migliori".
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