L'amore di Elkann per la Juve e l'abolizione del ritiro: Spalletti in conferenza

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti / Image Photo Agency/GettyImages
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Se sul fronte societario si parla del no di John Elkann all'offerta di Tether, sul campo la Juventus è concentrata al 100% sulla sfida di domani contro il Bologna. Il match valevole per la quindicesima giornata di Serie A è infatti uno snodo fondamentale per i bianconeri, che con una vittoria supererebbero proprio i rossoblù rilanciandosi nella corsa per il quarto posto. Alla vigilia della gara, Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa per parlare del momento dei suoi.

Sulle parole di Elkann:
"Anche se sono arrivato da poco tempo, posso coinvolgere tutta la squadra, ma ho piacere a sentire la passione di John Elkann per questo club. Adesso sta a riportare il club al valore del passato o anche migliore".

Su Bremer e Rugani:
"Rugani si può usare in maniera ridotto. Per Bremer, per la delicatezza della cosa, lui è uno di quelli che ha questa disponibilità però si vede che ha bisogno di tempo, bisogna andarci cauti per non metterlo in difficoltà. Per quanto riguarda il cambio modulo. lo mi stupisco ancora quando sento parlare di schemi in campo e caselle in campo. Nel calcio attuale è cambiato non vinci occupando posizioni ma gli spazi. Ormai si va all'uno contro uno a tutto campo e bisogna adattarsi a questo calcio. Vero che ho idea di mettere la squadra con questo 4-3-3 o 4-2-3-1, voglio provare a fare qualcosa di diverso, ma è solo un discorso di partenza perchè poi la partita ti porta ad altri moduli, perchè la partita ti obbliga a fare tanti cambi durante la partita. Ora è un discorso individuale che lo metti a disposizione della squadra".

Sul Bologna:
"Bisogna fare i complimenti a chi lo allena e chi lo ha costruito, sta facendo vedere di avere grande qualità e sanno dove vogliono andare. Non hanno timore di niente, ti costringe ad una quantità di duelli, cerca di chiuderti, ti indirizzano dove vogliono, non gli interessa quanto spazio hanno dietro le spalle. Per essere bravo a far la partita devi abbattere questi recinti, non fare uomo contro uomo ma uomo oltre l'uomo. Se non siamo pronti a questa condizione per noi sarà una serata complicata da raccontare".

Conceiçao può essere più decisivo?
"Questa è la sua evoluzione e deve andare a cercare di fare più gol, più determinato in fase difensiva, perchè ha questo spunto micidiale. Magari dobbiamo anche farlo migliorare nei contrasti, nella fase difensiva e duelli, però abbiamo visto grande disponibilità da parte sua. Siamo sulla buona strada"

Sugli scontri diretti:
"Probabilmente la personalità è un elemento fondamentale nel calcio. Se una volta aveva personalità chi rischiava la giocata ora ci vuole nell'accettare la partita a tutto campo, nell'andare a indirizzarli negli spazi dove tu vuoi al di là del gesto tecnico. La partita va riempita di quello che serve nel calcio moderno e noi dobbiamo fare passi in avanti in queste cose. Ormai fanno tutti così e diventa una costante quella di sapersi ritagliare dove voglio andare, per avere un voto sufficiente in pagella basta una giocata, per fare una partita da campioni bisogna stare dentro il cuore della squadra per 90' e vicino al pallone. Una giocata sola non basta più, ora è un altro il modo di ragionare".

Come si evitano certi primi tempi?
"Serve quello che ho appena spiegato. Ci sono due tipi di partita nella stessa gara. Il comportamento di squadra e una condizione agli svolgimenti di gioco di carattere individuale. L'episodio individuale che può fare la differenza. C'è un limite dove questo non si può fare, può capitare 1 volta, non che spesso poi si mette che questa l'ho interpretata male, mi sento frustrato perchè non mi doveva capitare e non ho saputo reagire... è una roba che siamo disponibili e si fa quello che ci vuole senza presunzione, senza confini, senza esitazione. Si va a fare quello che c'è bisogno di fare, quello che è il motivo per cui siamo qui".

Si rivede in Italiano?
"A me garberebbe perchè sono più grande di Italiano, ma tornare indietro non si può. Sicuramente da Italiano si può imparare qualcosa e secondo è uno dei più forti che abbiamo. lo ho detto a tutti di prendere Italiano, non solo a De Laurentiis".

Ha vissuto altre situazioni simili?
"Nessuno mi convincerete a non aspettarmi grande cose da questa squadra. Non mi convincerete a non pensare che supereremo questi limiti. Nel mio lavoro è sempre stata complicata, ma ho continuato a fare quello che dovevo fare. L'allenatore deve essere ossessionato nel provare a migliorare una squadra. lo lo faccio con tutta tranquilita con un dialogo in un gruppo che ritengo disponibile e se non dovessi vederli disponibile lo farò con meno dialogo".

Ha sentito Elkann? Quanto ci vorrà per vincere?
"Ho sentito e visto John Elkann. L'ho visto ieri e ogni tanto mi manda i suoi pensieri e sono cose che mi fanno piacere. Oggi ha parlato di futuro e dobbiamo avere in mente quel pensiero lì. Quando fai parte della Juve devi pensare al massimo che si può realizzare e stare nella tavolo rotonda".

Sulla decisione di non andare in ritiro:
"Non avremo più in ritiro perchè è una condizione mentale, perchè è una fatica maggiore. A voi non sembrerà così ma io conosco bene questa situazione".


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