Juve, chi è Comolli: carriera e curiosità sul possibile nuovo dirigente bianconero

La Juventus è riuscita a conquistare l'accesso alla prossima Champions League, grazie al quarto posto in campionato e al successo di Venezia, ma non c'è troppo tempo per adagiarsi sugli allori e il Mondiale per Club richiede ai bianconeri di tenere ancora alta l'attenzione. Sul fronte del tecnico è evidente che, al netto di un Tudor ancora al proprio posto negli USA, tutti gli indizi per il futuro portino a Conte ma - a livello dirigenziale - ci saranno ulteriori novità.
Comolli-Juve: il profilo del dirigente
L'edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul profilo di Damien Comolli, dal 2020 al Tolosa nelle vesti di presidente, pronto a entrare nella dirigenza della Juventus. I tempi sarebbero stretti: Comolli ha un passato importante come dirigente in Premier League, con Arsenal, Liverpool e Tottenham; l'anno scorso era stato accostato anche al Milan ma alla fine il discorso non si è mai concretizzato. Secondo il quotidiano torinese è possibile che già nei prossimi giorni l'ingresso di Comolli nella Juve diventi ufficiale: per lui anche un passato da osservatore, tanto da poter vantare un ruolo fondamentale nel portare Luka Modric al Tottenham.
La Juventus potrebbe puntare su Comolli come nuovo AD, spiega SportMediaset, dato anche l'addio imminente di Calvo: il dirigente francese è nato nel 1971 e ha iniziato il proprio percorso nel calcio con compiti di campo, come allenatore delle giovanili del Monaco. L'esperienza sul campo è durata poco tempo, Comolli ha intrapreso poi una carriera a livello dirigenziale che ha vissuto già tappe importanti con l'Arsenal tra il 1996 e il 2004 (periodo di grande successo per i Gunners).
Un breve ritorno al Saint-Etienne ha fatto poi da preludio alle nuove esperienze inglesi con Liverpool e Tottenham (con annesso arrivo di Modric). Si sottolinea tra l'altro, aspetto per certi versi paradossale pensando a un prossimo arrivo alla Juve, come Comolli si sia espresso in modo negativo - in passato - sui troppi prestiti della Juve di Agnelli e sul numero sproporzionato di calciatori sotto contratto rispetto a quelli effettivamente in rosa (parlando di speculazione finanziaria a Le Monde).
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