Jashari svela in che ruoli può giocare e commenta la chiamata del Milan

Ardon Jashari è il colpo maggiormente voluto dal Milan, che è riuscito a vincere uno strenuo braccio di ferro contro il Club Brugge pur di acquistarlo. Il centrocampista svizzero ha preso parte alla prima conferenza stampa da giocatore rossonero, durante la quale, tra le altre cose, ha svelato in quali ruoli gli piace giocare e ha commentato la lunga trattativa per portarlo a Milano. Ecco le sue parole riportate da TMW.
L'idea che aveva del Milan l'ha ritrovata?
"Le mie sensazioni su questo club sono incredibili. È un sogno che si realizza, non solo per me ma anche per la mia famiglia. Sono qui da poco, ma ha ricevuto un'ottima accoglienza da tutti. Mi sto ambientando bene. È un onore essere qui".
È stata una lunga trattativa per arrivare qui.
"Tutti sanno che è stata una trattativa lunga, ma fin dai primi contatti con il Milan era chiaro che volessi venire qui. Sapevo che non sarebbe stato facile perché ero importante per il Club Brugge e non mi avrebbero fatto andare via facilmente. Serviva pazienza. Tare mi ha sempre detto che avrebbe fatto di tutto per portarmi qui. Anche se sono arrivati altri club, io volevo solo il Milan. Ora siamo tutti contenti".
Cosa l'ha colpita da Allegri?
"Sono qui da una settimana, ma non posso che spendere parole positive su Allegri e il suo staff. Fin da subito ho capito che è un allenatore che è vicino alla squadra. C'è una grande armonia nello spogliatoio. Poi tutti andiamo in campo per vincere".
La difficoltà più grande per lei potrebbe essere quella delle aspettative che si sono create?
"L'unico punto in comune con De Ketelaere è che venivamo dallo stesso club, ma siamo due giocatori diversi. Sento un po' la pressione, ma chi indossa questa maglia sa che pressione c'è, quindi è tutto normale. Io lavorerò duro per rendere orgogliosi i tifosi e ripagare la fiducia del club. Lavorerò duro per diventare un giocatore importante".
Quando tifava Milan chi era il suo idolo?
"Il mio giocatore preferito del Milan era Pirlo. Ho una storia simile a lui, ha iniziato da numero 10 e pure io. Poi è arrivato qui e ha giocato dai playmaker. Anch'io ho iniziato da trequartista e ora gioco più indietro. È stato una grande fonte di ispirazione per me. Ovviamente siamo giocatori diversi, io metterò in campo il mio stile di gioco".
È rimasto sorpreso anche lei dalla prestazione contro il Leeds? Qual è il suo obiettivo stagionale?
"Ringrazio Allegri per le belle parole dopo il Leeds. Non giocavo una partita da due mesi, ho fatto un po' fatica a ritrovare il ritmo ma mi sono trovato bene in campo. Mi stavo allenando da due giorni con la squadra, ma volevo dare una bella impressione a tutti. Ho ampi margini di miglioramento e continuerò a crescere. Obiettivi? Dobbiamo vincere il più possibile, questo club merita tanti trofei. Io cercherò di dare il meglio in ogni partita".
Com'è giocare con Modric?
"In questo club ci sono stati giocatori fantastici e sono orgoglioso di indossare la loro stessa maglia. Modric ha tanta esperienza, questo mi può aiutare tanto ogni giorno. Cercherò di divertirmi e godermi di giocare con lui e poi cercherà di crescere con lui".
Sta immaginando la prima a San Siro?
"Quando ero piccolo sono venuto a vedere il Milan contro il Barcellona. Ho sempre sognato di fare il calciatore e sono cresciuto con queste due squadre. Faccio fatica a trovare le parole giuste per farvi capire cosa provo a essere qui".
Quando ha saputo del Milan?
"È stata una grande stagione con il Club Brugge, volevo concluderla al meglio senza pensare ai rumors. Appena finita il mio agente mi ha detto che il Milan poteva essere un'opzione. Mentre ero in vacanza mi ha detto dell'interesse del Milan, poi ho parlato con Tare del progetto. Ora il mio sogno è diventato realtà".
In che ruolo si vede meglio?
"Deciderà Allegri dove schierarmi. In mezzo al campo ci sono tante rotazioni, quindi serve fare più ruoli. Vedremo come vorrà giocare Allegri. Io posso giocare anche da numero 10 o da numero 6, deciderà l'allenatore".
Yakin, CT della Svizzera, dice che ha una mentalità per cui non vuole perdere mai e su Xhaka come lui, quanto l'ha aiutato:
"Ringrazio il CT per le gentili parole. Xhaka è un grande giocatore, con una grande carriera. Ho imparato molto da lui. Abbiamo stesse origini, abbiamo questo fuoco per dare il massimo in campo, vogliamo sempre vincere. Da parte mia voglio dare il mio contributo alla squadra affinché senta il fuoco in campo. Più riusciremo a metterlo in campo e più partite riusciremo a vincere. Il calcio è anche emozioni, spesso vince chi vuole vincere di più. In partite equilibrate dare di più è determinante"
Cosa ne pensa del Derby e sulle parole di Ausilio che ha detto che lo voleva:
"Ringrazio anche Ausilio per le parole, devo dire che ho sempre voluto venire al Milan, non appena l'ho saputo. Non ho avuto altri dubbi. Era un sogno. Se anche ci fossero state altre squadre italiane, non importa quali, il mio obiettivo era solo venire qui. So quanto il Derby è importante per i tifosi, ma non solo il Derby: dobbiamo riportare la squadra dove deve essere. È un obiettivo della stagione. So che i Derby sono fondamentali, vedremo come andrà, faremo di tutto per batterli".
Cosa si aspetta dal calcio italiano:
"È sicuramente un livello diverso, molto più fisico rispetto al Belgio, anche se lì sta crescendo molto. Per esempio in Champions League abbiamo affrontato grandi squadre e non ci siamo mai nascosti, abbiamo disputato buone gare. Però non sono una o due partite, qui è una stagione. Come dicevo, non è solo il sogno di giocare nel Milan, ma anche in Serie A: le due cose. Giocare in Serie A con il Milan era tutto quello che volevo per la mia carriera. Ora voglio scoprire il livello della stagione. Però anche in spogliatoio vedo che le emozioni sono diverse dal Belgio o la Svizzera, ma l'importante è vincere".
Se qualche compagno l'ha colpito:
"La cosa che mi ha colpito di più è l'armonia. È un ambiente salutare, per comunicazione anche. Ogni giocatore ha le sue qualità. Poi era la prima volta che vedevo giocare Modric, affianco a me, ora voglio vederlo in partita. Ti facilita con piccoli gesti".
Cosa gli ha detto Ibrahimovic e che impatto ha avuto nella trattativa:
"Penso che alla fine sia stata una bellissima trattativa tra me e il Milan, sono stato trattato benissimo dal primo giorno con Tare, poi ho parlato di Ibrahimovic: mi ha fatto una sorta di presentazione. Dallo stadio ai tifosi, fino a cosa serve. C'è stato tanto tempo e Tare mi ha detto che ce l'avrebbe fatta, indipendentemente da quanto tempo sarebbe servito. Che avrebbe lottato fino alla fine. Quando ci sono queste persone, non importa quanto tempo passa. Ti danno qualcosa di più anche perché tu possa concludere la trattativa. Sono contento anche per tutti coloro che hanno riposto la fiducia in me. Tutta la società. Ringrazio molto Tare, le mie radici sono albanesi come le sue. Sono qui per aprire un nuovo corso".
Se è più bravo a difendere o attaccare e che giocatore vedremo:
"Penso che aiuterò in entrambe le fasi. In fase di costruzione con passaggi chiave e in fase difensiva con questo fuoco. Non dobbiamo concedere gol, per prima cosa. Poi davanti abbiamo le qualità per fare gol, faremo gol di sicuro. Però se difendiamo insieme voglio aiutare".
Che foto vorrebbe scattare a fine stagione:
"Penso che per me la cosa più importante sia avere successo. A livello personale rimanere in salute e in forma, portare qualità, impatto e contributo. Però la cosa più importante è portare di nuovo trofei al Milan, vincere il più possibile. Sono sicuro che sarà un'ottima stagione, ma dovremo lavorare duramente e vedremo a fine stagione".
Vuole migliorare i suoi numeri per gol e assist?
"Ogni giocatore ama fare gol e assist. Io cercherà di aiutare la squadra in entrambe le fasi, poi penserò ai numeri. Non è importante se faccio io o i miei compagni, l'importante è vincere".
Che ambizione ha trovato al Milan?
"Molto alte. L'obiettivo è vincere le partite e se vinci le partite poi vinci i trofei".
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