Impresa dell'Udinese: 2-1 a San Siro, Atta e una difesa super beffano l'Inter

Il 5-0 del debutto, contro il Torino, rappresenta chiaramente un avvio incoraggiante per i nerazzurri di Chivu che - ancora una volta a San Siro - hanno la possibilità di mandare un nuovo messaggio al campionato (con un Calhanoglu in più, rientrato dopo la squalifica). La prima a provarci è l'Udinese e lo fa con l'esordiente Piotrowski, un destro potente ma centrale bloccato da Sommer. Bianconeri pienamente in partita e ancora pericolosi: Bayo conclude sul primo palo, palla fuori ma brivido per i nerazzurri. La prima grande occasione dell'Inter è frutto di un rimpallo in area: destro di Bastoni al volo, Bertola rischia l'autogol.
Si tratta del preludio al gol nerazzurro al 19': Lautaro fa una magia per liberarsi del marcatore, avviando l'azione che porta Dumfries a tu per tu con Sava (dopo un buon lavoro di Thuram nella difesa del pallone). Lo stesso Dumfries si rende poi protagonista di un episodio negativo: salta col braccio largo, Marchetti con l'ausilio del VAR assegna il rigore e Davis fa l'1-1. Segnali incoraggianti per l'Udinese che arriva addirittura al 2-1: grande giocata di Atta, un destro che gira e non lascia scampo a Sommer al 41'. In avvio di ripresa nerazzurri subito vicini al pari: Thuram di testa, grande stacco ma palla fuori.
Squillo anche per Calhanoglu: diagonale destro dopo un ottimo velo di Lautaro, destro a lato. Al 55' gran gol di Dimarco, mancino di prima, ma Thuram era in fuorigioco: rete annullata. Nerazzurri a caccia del pari, a tratti furiosamente e con comprensibile fretta: Sava, di piede, salva su Thuram. Tanti cross nerazzurri nel finale, altrettanti corner, ma nessuna occasione nitida: impresa dell'Udinese a San Siro.
La chiave tattica
Moduli del tutto speculari, 3-5-2 per Chivu così come per Runjaic. Inter che tenta spesso la soluzione in verticale per approfittare della difesa alta dei friulani, Runjaic dal canto proprio sfrutta Davis o Bayo - in fase di non possesso - per disturbare il possesso di Calhanoglu. I due si alternano costantemente tra chi fa da sponda e chi va in profondità. Udinese con coraggio, puntando sulla fisicità e sull'aggressività di tanti interpreti, prendendosi anche qualche rischio: l'Inter cerca di eludere la pressione bianconera e cerca l'imbucata per le due punte, sfruttando la maggiore velocità rispetto ai centrali. Dopo il gol nerazzurro reagisce l'Udinese e alza il baricentro, cercando tanti palloni in area per sfruttare il lavoro dei due riferimenti avanzati.
Una crescita bianconera persino amplificata dopo il gol del pari: Inter in calo rispetto alle prime battute, macchinosa in impostazione e disattenta in difesa, a fronte di un'Udinese più pimpante e reattiva nei duelli. In avvio di ripresa l'Inter riprende ritmo e mette in affanno la difesa bianconera, è un'Inter più propositiva e capace di attaccare con maggiore coraggio anche coi due braccetti (rispetto al primo tempo). Una volta chiuso l'assalto l'Udinese prende le misure e Chivu prova a sorprenderla schierando Pio Esposito insieme alla Thu-La: nerazzurri sbilanciati. L'assalto nerazzurro riprende, complice l'inserimento di Esposito: manovra avvolgente dell'Inter che trova però la strenua risposta della retroguardia friulana, di fatto protagonista del successo (vanificando un finale nerazzurro con ben quattro punte in campo).
L'episodio del match
Inter apparentemente in controllo dopo un buon avvio, la rete di Dumfies però - paradossalmente - stimola la risposta dei friulani, capaci di mantenersi in partita e di crederci fino in fondo. L'episodio chiave è evidentemente la rete di Atta, elemento capace di imporsi tecnicamente in uno scenario caratterizzato da tanta fisicità, da duelli aerei e dalla ricerca dello strapotere atletico. Il suo destro a giro non lascia scampo a Sommer e, di fatto, vale tre punti.
Il migliore in campo
Solet Le voci di mercato spesso risultano una distrazione ma nel caso del centrale bianconero, accostato proprio all'Inter accade l'esatto contrario: si esalta in ogni duello, è implacabile in marcatura e nel gioco aereo risulta spesso insuperabile. Al contempo si rivela anche coraggioso in uscita dalla difesa, con personalità: giustifica a tutti gli effetti l'interesse delle big. Un discorso che, di fatto, si può applicare anche a Kristensen, a sua volta un vero muro.
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