Il rapporto con Gasperini, l'obiettivo della Roma l'ipotesi addio: parla Pellegrini

L'avvio di stagione della Roma, il rapporto con Gian Piero Gasperini e le voci di mercato della scorsa estate: sono solo alcuni dei temi toccati da Lorenzo Pellegrini nella lunga intervista concessa a IlRomanista. Il centrocampista ha parlato degli obiettivi dei giallorossi e delle difficoltà riscontrate nei primi minuti di gara, ma ha anche rimarcato più volte il proprio attaccamento verso la maglia della Roma. Ecco i punti salienti dell'intervista.
Avete assimilato i principi di Gasperini?
"Secondo me sì. Le difficoltà tattiche dipendono anche dagli altri. Come col Lille: abbiamo perso e fatto fatica, inizialmente, dato che loro avevano uno dei giocatori tra le linee e bisognava andare a prenderlo diversamente da come avevamo preparato. Poi si lavora su quella che è la preparazione della partita. Per quanto ci riguarda, sempre in corrispondenza degli avversari. A volte, non accade ciò che ci si aspetta e serve qualche minuto per capire bene che cosa sta accadendo. Ma siamo sempre riusciti a rimettere la partita sui binari giusti. Anche a Milano, contro un Milan che si chiude bene, riparte e ha una squadra di livello, ci siamo messi lì e abbiamo giocato. Nel primo tempo c’è stata una grande mezz’ora; poi abbiamo sofferto negli ultimi 10’ e siamo andati così così all’inizio della seconda frazione. Ma poi la gara è stata abbastanza a senso unico".
Sugli obiettivi della Roma:
"Perché dovremmo precludere qualcosa? Siamo tutti i giorni qui, lavoriamo tanto per cercare di migliorarci e di far andare bene le cose. Il mister ci dice cose in cui io credo, ovvero che dobbiamo concentrarci sul campo. Col Milan abbiamo fatto 20 tiri in porta, 30 cross e zero gol. Sono quelle le cose in cui dobbiamo migliorare. Essere più cinici, tante volte, è anche un discorso di testa. Spesso ci si fissa: “Ora non entra...”. Invece no. Gasperini dice di migliorarci sulle cose in cui dobbiamo migliorare; tutto ciò che riguarda l’impegno, la dedizione, la determinazione. Nelle ultime cinque partite, anche il modo di giocare è cambiato in positivo. Poi, fra un po’ di tempo, ci daremo un obiettivo più concreto. Parlare adesso è anche un po’ inutile".
Il rapporto con Gasperini:
"È la verità. Anche negli anni scorsi, quando io portavo la fascia la domenica, ho sempre detto che la fascia è di chi la porta tutti i giorni. Di chi non viene mai un minuto in ritardo a Trigoria, perché è una questione di rispetto verso se stessi e verso tutti i professionisti che sono qui. Di chi ha sempre un atteggiamento propositivo coi compagni. Di chi non si preoccupa solo di se stesso, ma del bene del gruppo. Questo per me è essere un capitano e quello che ho provato sempre a essere. Non solo quando avevo la fascia al braccio, è uguale oggi che non ce l’ho".
Hai pensato di andar via in estate?
"Ci ho pensato, ovviamente. E più che offerte, ci sono stati interessamenti. Ma comunque quell’infortunio è stato troppo determinante in quel momento. Ancora non mi allenavo con la squadra; ho fatto la prima panchina simbolica a Pisa, dopo essermi allenato una volta con gli altri. In più, sono uno a cui non piacciono le cose fatte all’ultimo: se devo fare una cosa, devo pensarci bene, essere convinto di ciò che faccio".
Quel è il tuo sogno da calciatore adesso?
"Il mio sogno adesso? (Ci pensa un po’, ndr). Il mio sogno è capire di che livello sono. Il mio sogno era giocare per la Roma e vincere con la Roma. Ho avuto la fortuna di realizzarlo, vincere è sempre un sogno, poi con questa maglia... Ma la mia romanità è amare la Roma a prescindere".
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