Il PSG di Luis Enrique sembra non avere limiti

A 3 giorni dalla stagione perfetta, con un climax ascendente che ha visto il dominio dei parigini espandersi piano piano. La Supercoppa di Francia a inizio anno, la Ligue 1 con diverse giornate d'anticipo e infine la Coppa nazionale per concludere il Tréble in patria. A fine maggio l'Europa si è colorata di blu e rosso e tra poco la stessa sorte potrebbe toccare al mondo intero.
Il PSG di Luis Enrique è dominante in ogni senso, ingiocabile davvero, al pari di alcune delle formazioni migliori della storia recente. Non per aspetti tattici o per paragoni fra calciatori estremamente diversi, ma per la sensazione che lascia agli avversari e al pubblico. La squadra parigina ricorda il miglior City di Pep Guardiola, il Real di Zidane e ancora i blaugrana allenati sia dal tecnico asturiano (Luis Enrique) che dal catalano (Pep Guardiola); sembra posizionarsi su questi livelli.
Si è creata, nel gruppo di calciatori parigini, quella energia incontrastabile che lega i calciatori in campo creando una forza impossibile da arginare per gli avversari, almeno negli ultimi mesi. Nessuno fra Liverpool, Aston Villa, Arsenal, Inter, Atletico Madrid, Bayern Monaco e Real Madrid, ha trovato il modo di fermarli e ora, sul ruolino di marcia, figura il nome del Chelsea, ultimo ostacolo per concludere la stagione con un clamoroso 5 su 5.
Può diventare la formazione più forte di sempre?
La risposta è sì, tenendo conto ovviamente delle difficoltà di confronto fra formazioni appartenenti ad ere calcistiche diverse. Nessuna squadra segnava 5 gol in una Finale di Champions dagli anni '60, nessuna in Francia aveva mai completato un Tréble (anzi l'unica vincitrice francese della Champions League risultava essere il Marsiglia). Il tutto con una squadra giovanissima e dopo un biennio in cui il PSG ha riscritto il proprio codice identificativo, salutando i campioni che avrebbero dovuto trainarla sul tetto d'Europa per costruire un qualcosa di potenzialmente duraturo.
Oggi, la formazione parigina ha un solo calciatore over 30 non solo nell'undici titolare, ma anche considerando l'intera rosa (capitan Marquinhos). Ha due tra i ventenni migliori al mondo nei rispettivi ruoli, Joao Neves e Doué, e una formazione ricca di calciatori nati dopo il 2000. Una squadra talmente futuribile da immaginarla ai vertici per i prossimi 3-4 anni. Luis Enrique, principale artefice del drastico cambio di rotta del presente parigino, ha migliorato tutti i calciatori presenti in rosa rendendo Vitinha uno dei centrocampisti più decisivi d'Europa, Hakimi il primo terzino di cui è lecito parlare in ottica Pallone d'Oro, e Ousmane Dembelé, il ragazzo dalle qualità devastanti ma fragile e mai continuo, nel miglior calciatore della stagione 2024-25.
E la sensazione è che potremmo continuare, allargando il discorso all'esplosione di Nuno Mendes e Pacho, alla definitiva consacrazione di Gianluigi Donnarumma e al protagonismo degli ex Napoli Fabian Ruiz e Kvaratskhelia, con almeno la citazione della stagione da doppia-doppia di Bradley Barcola (21 gol e 21 assist).
"Tener un jugador que se movía por donde él quería implica que hay situaciones de juego que yo no controlo, este año las voy a controlar todas"
— La Perla (@Perla_Londres) May 31, 2025
Mbappé restaba más de lo que sumaba al sistema de Luis Enrique. Hoy controló los 45' con movimientos, intercambios y presión permanente pic.twitter.com/qI5ulml2zV
Ci sono video che appaiono esagerati nel momento in cui escono e diventano premonitori a posteriori. È il caso di un'intervista di Luis Enrique registrata alla fine della passata stagione, nella quale il tecnico asturiano spiega brevemente la differenza di giocare con Kylian Mbappé e senza Kylian Mbappé.
"Avere un calciatore che si sposta dove vuole (Mbappé ndr) implica che ci sono situazioni di gioco che non controllo. Il prossimo anno le controllerò tutte, senza eccezioni". E vedendo a volte il suo PSG ci viene davvero il dubbio che sia lui o qualcuno del suo staff a comandare le idee dei calciatori con un pad nascosto da qualche parte. Luis Enrique ha compiuto la parola data, ora resta il Mondiale per Club, ai cui festeggiamenti mancano soltanto 90 minuti.
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