Il pagellone finale della Serie A 2024-25
- Chi ha fatto meglio? Chi peggio?
- I voti finali alle stagione di tutte le squadre della Serie A 2024-25

Alla fine della scuola mancano un paio di settimane, per gli universitari inizia il delicato periodo della sessione estiva mentre per la maggior parte dei calciatori è tempo di godersi le vacanze di fine stagione. Giugno porterà con sé tanti nuovi argomenti e discussioni, che partiranno inevitabilmente dalla valutazione dell'annata appena conclusa. Come si sono comportati i 20 club italiani? Di seguito il pagelllone di una lunga e appassionante Serie A 2024-25.
Le pagelle delle 20 squadre della Serie A 2024-25
Andiamo in ordine alfabetico, così da gustarci il percorso e non evidenziare subito una gerarchia. L'Atalanta ha concluso un'altra stagione da 8. Aver lottato fino a al termine del 2024 per la vetta e poi essere scivolata al terzo posto non è un malus della squadra di Gasperini, ma un'acuto che consentirà di rivederla ancora in Champions League. Sono tempi indimenticabili per i tifosi bergamaschi, che non vorrebbero mai lasciar andare il proprio leader. 8 anche per un Bologna che l'anno prossimo giocherà l'Europa League grazie allo storico successo in Coppa Italia, ma che ha dimostrato due elementi importanti anche in campionato: saper competere su più fronti, essere in grado di ripetersi nonostante gli addii. In Emilia sperano sia nato un ciclo duraturo.
7 a un Cagliari che non ha mai veramente rischiato di retrocedere. A metà stagione Nicola ha tolto i sardi dalle posizioni calde in cui non sono più tornati. La scoperta di calciatori determinanti come Piccoli, Luperto, Caprile e Zortea è importante per la crescita futura del club. Il Como ha stupito, comportandosi come un'atipica neopromossa che riesce a far rispettare le attese e che ha serie ambizioni per il futuro: 7.5 convinto alla squadra di Fabregas. Chiudiamo il primo quarto di squadre con l'Empoli di Roberto D'Aversa. 4.5 per la società toscana incapace di scuotersi, individualmente, collettivamente e senza aiuti da un calciomercato insufficiente che ha pesato sull'andamento della stagione. Una retrocessione che brucia, soprattutto se facciamo riferimento all'ottimo inizio della squadra del Castellani.
Nella stessa regione si è registrato l'acuto finale della Fiorentina alla prima stagione di Palladino. Chiude con un 7 la squadra viola, competitiva come al solito anche in una Conference League in cui la formazione toscana ci riproverà anche l'anno prossimo, grazie alla rimonta maturata a Udine nell'ultimo turno. 7.5 a un Genoa che ha chiuso il campionato al 13° posto della classifica. L'avvicendamento Gilardino-Vieira, apparso difficilmente comprensibile in autunno, si è rivelato visionario a posteriori. Segue il 5.5 di un'Inter seconda, da cui ormai ci si attende sempre la vittoria del campionato italiano. Queste aspettative sono merito del lavoro di Simone Inzaghi, e a rendere insufficiente la stagione non è tanto la cessione del titolo al Napoli, ma la quota punti più bassa di 13 lunghezze rispetto alla scorsa annata.
5.5 anche alla stagione della Juventus, molto diversa rispetto alle attese iniziali. Era noto che vederla competere per lo Scudetto sarebbe stato molto complicato, ma l'evoluzione che ha portato all'avvicendamento Motta-Tudor e alla mancata valorizzazione di molti acquisti la rende comunque insufficiente. Si ha la sensazione che il post-Allegri debba ancora cominciare. 5.5 a una Lazio che è caduta fuori dalle competizioni europee all'ultimo respiro fra il desiderio comune di giocare ancora la Champions e l'Europa League, quello meno sentito di provare ad andare in fondo in Conference e quello di alcuni di disputare una stagione senza coppe. Baroni è in discussione soprattutto per il calo nella seconda parte di annata che ha scarabocchiato il bellissimo disegno realizzato nella prima parte.
6.5 a un Lecce che è riuscito a scuotersi dal torpore all'ultimo momento utile, nel finale. Il cambio Gotti-Giampaolo aveva portato risultati immediati, salvo poi arenarsi in una serie di 13 partite senza vittorie da febbraio a maggio. Gli ultimi due successi contro Torino e Lazio sono valsi una salvezza diretta che rappresenta un segnale di speranza per la prossima stagione. Il Milan 2024-25 è da 4. Per le scelte societarie, le gestioni Fonseca-Conceiçao, il mancato protagonismo degli interpreti principali e i risultati (8° posto) che raccontano della peggior stagione degli ultimi 10 anni, da quella a guida Pippo Inzaghi. I rossoneri non giocheranno le coppe europee nella prossima annata. A far compagnia al 4 del Milan è il 4 di un Monza che non è mai riuscito a competere per la permanenza. Con Nesta nella prima parte, ancora meno con Bocchetti nella parentesi centrale, e poi dopo il ritorno dell'ex Milan. La scossa attesa dai brianzoli non si è mai palesata e il cammino verso la Serie B è sembrato fin da subito un epilogo inevitabile.
Irrilevante il voto di un Napoli Campione d'Italia per la quarta volta nella sua storia. Quello che si diceva a denti stretti all'annuncio di Antonio Conte sulla panchina in estate, con una sola competizione da disputare, è diventato realtà circa 10 mesi dopo. Un 9 che non è 10 per la gestione di Kvara, per i diversi inciampi che sembravano mettere a rischio il cammino e per una quota punti finale comunque bassa rispetto a quelle delle squadre campioni nelle ultime stagioni. Segue un Parma neopromosso e salvo con un 7. Buona la scelta di proseguire con Pecchia fino a quando il suo calcio non è più riuscito a contribuire alla causa salvezza; ottima soprattutto quella di optare per Chivu, che ha risvegliato l'animo della squadra ottenendo risultati fondamentali anche in sfide complicatissime (Napoli, Inter, Atalanta), festeggiando la salvezza diretta con solo 3 sconfitte nelle 13 panchine della sua gestione crociata.
Sembrava maturare una stagione horror per la Roma, che a novembre aveva già accolto il suo terzo allenatore. A fare la differenza e ad andare oltre ogni attesa di rimonta è stato l'uomo che meglio conosce la parte giallorossa della Capitale: Claudio Ranieri. Ha annullato la parentesi Juric collezionando una media di 2.15 pp (quella di Conte è stata di 2.16) riportando la Roma in Europa League, a un passo dalla qualificazione alla Champions sfumata all'ultima giornata, 7.5. Una stagione opaca per il Torino con la contestazione che ormai accompagna costantemente le sfide granata. 6 per la formazione di Vanoli, apparsa fin da subito lontana dal tentativo di accorciare sulle zone europee e troppo presto senza obiettivi.
7 a un Udinese che ha cambiato radicalmente il ricordo della passata stagione e ha compiuto un salto di qualità importante. La squadra guidata da Runjaic non ha mai rischiato di retrocedere in Serie B, offrendo uno stile nuovo in Friuli e chiudendo il campionato in una serena metà classifica. 5 per un Venezia che alla fine è rimasta come unica neopromossa a retrocedere immediatamente. Un mercato non all'altezza e la cessione del riferimento offensivo principale a gennaio (Pohjanpalo) hanno contribuito a determinare una discesa che Di Francesco e i protagonisti in campo hanno provato ad evitare fino all'ultimo respiro. Chiude un Verona da 6, capace di risultati importanti e senza mezze misure. Gli scaligeri sono la squadra che ha perso più partite dopo il Monza e anche quella che ne ha pareggiate meno. Successi inattesi come quelli su Napoli, Roma, Bologna o Fiorentina hanno costruito gran parte di una salvezza ricca di alti e bassi.
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