Il milanismo, l'addio non voluto, i complimenti a Bartesaghi: Theo Hernandez parla del Milan

Theo Hernandez
Theo Hernandez / Catherine Steenkeste/GettyImages
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"Qui sto benissimo. È stata la scelta migliore, l'unico neo è il traffico: tremendo". Così Theo Hernandez nella sua intervista a La Gazzetta dello Sport, promuove la scelta estiva di trasferirsi in Arabia Saudita dopo la fine dell'esperienza con il Milan. Proprio la squadra rossonera è uno dei temi più importanti della chiacchierata con la rosea del terzino sinistro francese. Dalla volontà iniziale di restare nel club al motivo che l'ha costretto ad accettare le avance dell'Al Hilal, passando per il cambiamento nella dirigenza milanista con l'addio di Paolo Maldini.

"Ho incontrato i ragazzi (del Milan, ndr) prima della partita contro il Napoli. Quando andai via non riuscii ad abbracciarli tutti come avrei voluto. Mi dispiace che abbiano perso, ho detto a Bartesaghi che è bravo, che si merita tutto, ho abbracciato Modric con cui ho giocato a Madrid. È un genio, di un altro livello. Ho visto Allegri, Tare e Ibra. Furlani non si è fatto vedere".

"Io non sarei mai andato via. La mia priorità era restare. La direzione che ha preso il club e alcune decisioni non rispecchiano i valori e l'ambizione che mi hanno portato qui. Quando sono arrivato c'erano Massara, Boban e Maldini, il mio idolo. Ibra è un top, ma dopo Paolo (Maldini, ndr) è cambiato tutto in peggio".

"So che ho commesso degli errori, come le espulsioni contro la Fiorentina e il Feyenoord, ma siamo umani, non ero sereno mentalmente e avrei potuto fare meglio, ma i tifosi sanno chi è stato Theo al Milan. Aggressioni? Finalmente ho l'occasione per parlarne: c'è chi vuole rovinarti la vita e la carriera, sono stato male nel leggere certe cose, la mia famiglia sa che non è vero".

"Avrei meritato un trattamento migliore, non me l'aspettavo. Alcuni compagni mi spingevano a restare, ma quando un dirigente ti chiama e ti dice 'se resti qui ti mettiamo fuori rosa' io cosa possa fare? Cerco altro. Dopo l'addio di Maldini mi sono sentito spaesato. L'anno scorso io e Calabria ci siamo presentati a Milanello con la maglia di Paolo, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra, la mancanza di milanismo si sente".

"Se il Milan vincesse lo Scudetto festeggerei in mezzo ai tifosi. Ora voglio vincere qui, e finché ci sono certe persone non torno al Milan".


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