I segnali emersi dall'amichevole vinta (2-1) dalla Juve col Borussia Dortmund

Si comincia a fare sul serio, in mezzo a tante voci di mercato e ad altrettanti casi da risolvere per potersi muovere in entrata, e la Juventus di Tudor è reduce dal primo impegno amichevole di un certo calibro: si è chiusa la sfida al Signal Iduna Park tra i bianconeri e i padroni di casa del Borussia Dortmund, guidati da Kovac. A fronte di un inizio difficile, di grande sofferenza da parte dei bianconeri, si sottolinea la capacità di crescere nell'arco del primo tempo e di legittimare un vantaggio arrivato in modo piuttosto estemporaneo rispetto a quanto visto fino a quel punto.
Avvio difficile, buona reazione
Manovra avvolgente del Dortmund nel primo quarto d'ora, Juve rintanata nella propria area e incapace di uscirne in modo lucido, al di là del buon lavoro fatto dai centrali per respingere i cross avversari. Da sottolineare anche un certo nervosismo per decisioni arbitrali non digerite, troppo severe, e un centrocampo che (inizialmente) non riesce a fare filtro. Dal quarto d'ora in poi il copione cambia, sulla scia del vantaggio firmato Cambiaso. Si rimarca positivamente la prova di Kalulu: braccetto abile in entrambe le fasi, reattivo e preciso negli anticipi ma anche efficace quando avanza. L'ex Milan riesce a recuperare il pallone nella metà campo avversaria e si mette in luce anche col bel cross che lancia Cambiaso verso il vantaggio. Un Cambiaso che ricorda assolutamente quello dei tempi migliori: qualità quando entra dentro al campo e spinta sull'esterno, il tutto condito da inserimenti letali.
Yildiz ispirato, David dai due volti
Sia Kalulu che Kelly, da braccetti, si trovano spesso ad avanzare il loro raggio d'azione, proiettati in avanti per cercare il recupero alto, restando sulle posizioni dei bianconeri si sottolinea come Yildiz e Conceicao agiscano particolarmente stretti, nel vivo del gioco, lasciando libere le fasce per Joao Mario e per Cambiaso (la cui doppietta non è casuale). Un assetto che permette soprattutto a Yildiz di liberare la propria tecnica e la propria fantasia, il turco appare ispirato e preciso nei suggerimenti, si sottolinea ovviamente la palla perfetta per la doppietta di Cambiaso. Primo tempo dai due volti per Jonathan David: sempre attivo nella ricerca del dialogo coi compagni e abile a creare spazi, talvolta però appare impreciso nei suggerimenti e non riesce a rendersi pericoloso negli ultimi metri (trovandosi spesso ad arretrare).
Le seconde linee in campo
Anche nel secondo tempo, dopo un avvio apparentemente traballante, la Juve riesce a tirarsi fuori dalla situazione: da rimarcare un Locatelli in grande spolvero in interdizione, bravo a liberare in situazioni complicate e a far ripartire l'azione, ma più in difficoltà in impostazione. Nel finale, in sostanza dal 65' in poi, ampio spazio per le seconde linee o per calciatori ritenuti addirittura fuori dal progetto come Djalò, Douglas Luiz e un Vlahovic eternamente a caccia di soluzioni per sancire l'addio. Segnali incoraggianti di Rugani appena entrato, attento in marcatura e capace di reggere fisicamente contro avversari tutt'altro che morbidi in quel senso, ma colpevole nel finale sul gol di Beier. Riguardo alla prova offerta da chi è sul piede di partenza si dà conto di un approccio comunque positivo e per niente rinunciatario: possesso del Borussia ma Juve compatta, pur senza gli spunti offerti - a livello offensivo - dai titolari. Vlahovic non riesce a rendersi pericoloso ma non appare un oggetto estraneo alla squadra, mettendoci tutto l'impegno del caso.
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